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"Linee di indirizzo per la prevenzione delle cadute dall’alto"
fonte puntosicuro.it / Sicurezza sul lavoro
17/02/2012 - Abbiamo più volte ricordato come, malgrado il sensibile calo
complessivo degli infortuni e delle morti sul lavoro, una delle cause più
rilevanti di infortunio grave e di morte rimane la
caduta dall’alto, ad esempio la caduta dalle coperture
degli edifici.
Spesso
queste cadute sono la conseguenza di una scarsa informazione e formazione dei
lavoratori ed di un’errata valutazione dei rischi da parte di chi ha la
responsabilità degli interventi. Senza dimenticare che per manutenzioni di piccola
entità spesso salgono in copertura persone ignare dei rischi che si corrono e
della normativa in materia di prevenzione.
Per
aumentare la conoscenza dei rischi e migliorare la prevenzione la Giunta
regionale della Regione
Umbria ha istituito con D.G.R. 851 del 26 luglio 2011 un
Gruppo tecnico di lavoro con il compito
di proporre criteri, metodi di intervento e controllo da seguire durante la
progettazione e realizzazione di un lavoro edile al fine di prevenire i rischi
di infortunio a seguito di caduta dall’alto o di sprofondamento.
E
con un’ulteriore
Deliberazione della
Giunta Regionale del 28 ottobre 2011, n. 1284, la Regione Umbria ha
successivamente approvato il risultato del gruppo di lavoro: le “
Linee di indirizzo per la prevenzione delle
cadute dall’alto”.
Queste
linee guida comprendono
buone pratiche
che dovrebbero essere attuate:
-
nella progettazione di tutti quegli interventi soggetti a permesso di costruire
o S.C.I.A. inserendo tra gli elaborati di progetto l’
elaborato tecnico di copertura e/o facciata contenente tutte le
misure di prevenzione e protezione da predisporre sulla specifica struttura al
fine di prevenire le cadute dall’alto nei successivi interventi
di manutenzione;
-
istituendo il registro di controllo delle attrezzature di protezione installate
presso l’immobile.
Inoltre
vengono proposte specifiche
buone prassi
da attuare quando si sale in quota.
Nell’introduzione
del documento si ricorda poi che la
valutazione
del rischio nei luoghi di lavoro - regolamentata al Capo II (norme per la
prevenzione degli infortuni sul lavoro nelle costruzioni e nei lavori in quota)
Sezione II (disposizioni di carattere generale), articolo 115 “Sistemi di
protezione contro le cadute dall’alto" e dagli articoli 15, 28 e 29 del Decreto legislativo 81/2008 – “è il
primo importante intervento a tutela della sicurezza e salute dei lavoratori, e
rappresenta lo strumento fondamentale capace di individuare le misure di
prevenzione e protezione e di pianificare l’attuazione”. Valutazione che “deve
essere poi analizzata sia da un punto di vista qualitativo, con l’ausilio di
strumenti validati che costituiscono un buon punto di riferimento e sono in
grado di facilitare la fase decisionale”, che quantitativo.
Dopo
aver riportato diverse definizioni e aver indicato il preciso ambito di
operatività di queste linee guida, il documento si sofferma sull’elaborato
tecnico della copertura e/o delle facciate e sulle
prescrizioni
generali per la progettazione.
Riguardo
a quest’ultimo punto si indica che nella progettazione ed esecuzione dei lavori
“sono predisposte misure protettive tali da eliminare il rischio di caduta
dall’alto, fornendo adeguati sistemi
di protezione collettiva permanenti per i lavoratori che operano sulle
coperture e/o sulle facciate, in modo da garantire che i successivi interventi
di manutenzione sulle stesse o comunque comportanti l’accesso, il transito o
l’esecuzione delle opere, avvengano in condizioni di sicurezza”. E laddove non sia
possibile adottare misure di tipo permanente, nell'elaborato tecnico della
copertura e/o delle facciate “devono essere specificate le motivazioni in base
alle quali tali misure risultano non realizzabili; devono altresì essere
indicate le misure di tipo provvisorio previste in sostituzione”.
Le
linee guida indicano che per la
scelta
del sistema anticaduta più adeguato (elementi di ancoraggio, dispositivo di
collegamento o trattenuta, dispositivo di protezione individuale), bisogna “valutare
il primo spazio libero di caduta in sicurezza (tirante d’aria), vale a dire lo
spazio necessario a consentire una ‘caduta’ senza che il lavoratore urti contro
il suolo o altri ostacoli”.
In
particolare la
valutazione del tirante
d’aria è “direttamente conseguente alla distanza di arresto del sistema
utilizzato, cioè alla distanza verticale misurata dal punto di inizio caduta
alla posizione finale di equilibrio dopo l’arresto.
Il
tirante d’aria si calcola tenendo conto:
-
della posizione di partenza del dispositivo anticaduta e della eventuale
flessione della linea vita
di ancoraggio;
-
della lunghezza del dispositivo di collegamento e del suo allungamento sotto
carico;
-
dell’estensione del sistema di assorbimento di energia;
- dell’altezza dell’attacco dell’imbracatura
rispetto al piede della persona (convenzionalmente si assume il valore di 1,5
m);
-
dello spazio residuo minimo di un metro di sicurezza sotto i piedi
dell’utilizzatore dopo l’arresto caduta”.
Il valore del tirante d’aria deve essere poi “confrontato
con la minima distanza libera di caduta e cioè la distanza misurata in
verticale dal punto di caduta al punto dove un operatore può impattare (dipende
dalla morfologia della struttura su cui si opera)”.
Rimandando
i nostri lettori ad una lettura completa delle linee guida, passiamo all’Articolo
6 relativo alle
buone prassi da seguire per lavori di piccola entità sulle copertura
e/o sulle facciate.
Dopo
aver ricordato che “lavorare sulle coperture e/o sulle facciate è pericoloso
per cui è necessario garantire l’adozione di standard di sicurezza elevati,
indipendentemente dal fatto che il lavoro sia di breve o lunga durata”, vengono
riportati i
rischi connessi ai
principali tipi di copertura e di facciate:
-
tetti a falde;
-
tetti piani;
-
tetti fragili;
-
tetti industriali;
-
facciate continue;
-
facciate ventilate.
Concludiamo
questa presentazione riportando le
buone
prassi da mettere in atto nei lavori di piccola entità (“manutenzioni e
pulizia ad esempio, di sistemi tecnologici o di canne fumarie o di vetri e
lucernari, montaggio di antenne, di parabole, di impianti di climatizzazione,
sostituzione di vetri, rivestimenti, tegole/coppi, riparazione circoscritta e
singola di copertura e o facciata, manutenzione di pannelli fotovoltaici,
sostituzione di parti di infissi, di lattoneria, sopralluoghi sulle coperture
in genere):
-
“valutare la necessità di effettuare il lavoro in
quota considerando che il miglior modo per prevenire una caduta dal o
attraverso il tetto è di non salirci sopra;
-
valutare se si hanno le conoscenze, le competenze, l’esperienza e
l’attrezzatura di protezione individuale necessarie per poter salire in
copertura;
-
per operare in maniera sicura, coloro che salgono sul tetto oppure operano su
una facciata devono essere formati in modo da essere in grado di riconoscere i
rischi, comprendere i sistemi di lavoro appropriati e poter svolgere con
competenza i relativi compiti;
-
valutare il tipo di copertura dove si vuole salire ispezionando la parte
sottostante della tetto e dell’eventuale solaio per controllare se ci sono
evidenti situazioni di fragilità o ammaloramento della stessa quali ad esempio
eccessive curvature delle strutture portanti, presenza di estese macchie di
umidità lucernari ecc.; se si ha un solo dubbio sulla capacità portante del
piano di calpestio verificare attentamente i sistemi di protezione scelti. In
caso di facciate ventilate o continue valutare inoltre la tenuta della
struttura portante del sistema, la perfetta efficienza
degli ancoraggi e degli altri elementi strutturali;
-
pianificare con cura il lavoro da svolgere in quota al fine di minimizzare il
tempo trascorso lavorando in condizioni di rischio;
-
valutare se il lavoro si può effettuare riducendo il tempo trascorso in
copertura o sulla facciata ad esempio assemblando a terra quanto necessario;
-
valutare i rischi di minor intensità che in generale potrebbero innescare una
eventuale caduta, quali ad esempio: scarsa aderenza
delle calzature; abbagliamento degli occhi; rapido raffreddamento o
congelamento; riduzione di visibilità o del campo visivo; colpo di calore o di
sole; insorgenza di vertigini e/o disturbi dell’equilibrio;
-
non assumere bevande alcoliche o sostanze psicotrope o stupefacenti prima di
salire in quota;
-
evitare di andare sulla copertura e/o sulla facciata in presenza di pioggia,
ghiaccio, neve, vento, alle prime ore del mattino nella stagione fredda e nelle
ore centrali del giorno nella stagione calda in quanto la presenza di ghiaccio,
umidità, muschio, vento o calore eccessivo aumenta considerevolmente il rischio
di caduta di persone o materiale;
-
fare attenzione al materiale e alle attrezzature che si portano in quota e
prendere le seguenti precauzioni: non gettare il materiale dall’alto (per
evacuare i rifiuti utilizzare gli scivoli e/o apparecchi di sollevamento oppure
trasportare manualmente il materiale al suolo); non accumulare il materiale che
potrebbe cadere; impedire l’accesso ad aree pericolose poste al di sotto o
nelle adiacenze delle aree su cui si sta lavorando; utilizzare reti per
rifiuti, vialetti coperti o precauzioni simili per evitare che il materiale in
caduta causi ferite; ove possibile, evitare di portare in quota oggetti di
grandi dimensioni e pesanti; assicurarsi che tutto il materiale sia conservato
in maniera appropriata, soprattutto durante gli inverni particolarmente ventosi;
-
prediligere
misure
collettive di protezione contro i rischi di caduta commisurate
all’effettiva valutazione del rischio. Le misure per prevenire le cadute sono
adottate prima dell’inizio del lavoro e rimangono disponibili in loco fino al
termine dei lavori stessi;
-
informare sempre il proprietario o l’amministratore prima di ogni accesso in
quota (copertura o facciata);
-
prevedere la presenza-assistenza contemporanea di un collaboratore quando si
accede in quota (copertura o facciata);
-
dotarsi di apparecchiatura per comunicare quali ricetrasmittente o telefono
cellulare previa verifica della qualità della ricezione;
-
informare comunque e sempre qualcun altro della propria presenza in quota e
segnalare la propria presenza prima degli eventuali accessi mentre si sta
lavorando”.
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