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"A chi serve l'Albo Unico dei tecnici? "

fonte www.lavoripubblici.it / Formazione ed informazione

28/05/2012 - L'art. 3, comma 5, del D.L. n. 138/2011, come modificato dal Decreto Liberalizzazioni (D.L. n. 1/2012), prevede per le professioni regolamentate la possibilità di accorpamento, su base volontaria, fra professioni che svolgono attività similari. In linea strettamente teorica nel caso più professioni svolgano attività similare, possono autonomamente e liberamente di fondersi in un unico albo.

Questa possibilità è stata cavalcata dal Consiglio Nazionale dei Periti e dal suo presidente, Giuseppe Jogna, che ormai da anni professa la necessità di un Albo Unico per le professioni tecniche. Il problema è stato più volte affrontato sulle pagine di questo portale con l'ultima conclusione dell'Ing. Ania Lopez, Consigliere Nazionale degli Ingegneri juniores, che attraverso una nota ufficiale del CNI è intervenuta sulla possibilità paventata dal Presidente dei Periti di formare un Albo Unico con dentro periti, geometri e ingegneri di corso triennale ( leggi news).

L'ipotesi del Presidente dei Periti Jogna è stata categoricamente scartata dalla nota dell'Ing. Lopez che, come rappresentante del CNI, avrebbe dovuto mettere la parola fine sul progetto dell'Albo Unico. Nonostante la nota ufficiale del CNI, il Presidente Jogna è intervenuto nuovamente con un'intervista ad un noto quotidiano dove pur prendendo atto del volere dei laureati di corso triennale ha ribadito la necessità di un Albo Unico di tecnici al fine di formare un organismo professionale semplificato che guardi al futuro.

Il Presidente dei Periti Jogna ha affermato la necessità di far trovare ai laureati di primo livello una loro autonomia, rappresentanza e soprattutto identità, cosa che potrà accadere solo con la creazione di un albo proprio e autonomo. Jogna ha affermato "Stiamo lottando con tutte le forze per creare armonicamente il passaggio fra noi e loro. Per ora pensiamo sia possibile ipotizzare un albo misto nel quale possano trovare spazio, ad esaurimento, gli attuali diplomati che manterranno il loro titolo e le loro competenze. Lo voglio ripetere per chi continua a pensare il contrario: manterranno titolo e competenze attuali.

A questo punto la domanda nasce spontanea: avendo sia gli Ingegneri e gli Architetti, attraverso i loro organi istituzionali, scartato categoricamente l'ipotesi di far accorpare su base volontaria i loro laureati di corso triennale in un albo unico con periti e geometri, per quale motivo il Presidente dei Periti Giuseppe Jogna continua nella sua disperata lotta per convincere i laureati juniores a fondersi nell'Albo Unico dei Tecnici?

La risposta potrebbe essere molto semplice e potrebbe riguardare l'idea di Jogna di inquadrare tutti i partecipanti all'Albo Unico come "Ingegneri tecnici", qualifica che, nonostante l'affermazione di voler mantenere titoli e competenze, nel tempo impoverirebbe il ruolo dell'ingegnere juniores.

Ma oltre a questo, ci poniamo un'altra domanda: come mai il Centro Studi del Consiglio Nazionale degli Ingegneri (organo attivato dal CNI stesso per la valorizzazione della professione dell'ingegnere) continua a riproporre nella sua rassegna stampa gli articoli dei quotidiani che riportano le interviste al Presidente Jogna?Come mai il CNI non mette fine a questi discorsi convocando ufficialmente il Presidente dei Periti per invitarlo ad abbandonare il suo progetto?

A queste domande non è dato sapere e non vogliamo fornire risposte tendenziose per non essere maligni, ma ricordiamo che a pensare male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca.

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