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" Anzio, donna muore a causa dell’amianto: risarciti i familiari"

fonte www.insic.it / Salute

29/05/2012 - Le patologie asbesto-correlate tornano all’attenzione della cronaca: il tribunale di Velletri ha stabilito un consistente risarcimento per i familiari di una dipendente pubblica, morta di tumore nel 2009.

La donna che lavorava nel Policlinico militare di Anzio avrebbe sviluppato, negli anni, una grave neoplasia che l’ha portata alla morte. Nella struttura è stata confermata la presenza di amianto, che non è mai stato bonificato. Ora, in base alla pronuncia del Tribunale, il ministero della Difesa dovrà pagare 716mila euro ai suoi familiari.
Secondo gli avvocati delle parti civili, si è trattato di una morte che poteva essere evitata se il ministero avesse bonificato per tempo l'amianto presente nella struttura ospedaliera.

La vicenda ha quindi portato una riflessione inevitabile sulla individuazione e sulla bonifica dei siti contaminati che resta una priorità, soprattutto a seguito del caso Eternit.
Nell’intervista del marzo scorso, rilasciata ad Ambiente & Sicurezza sul Lavoro da Federica Paglietti, responsabile Gruppo Amianto dell’Inail, abbiamo fatto il punto sul tema delle bonifiche, individuando i prossimi interventi previsti a livello nazionale e locale.
L’INAIL ha infatti recentemente concluso la mappatura nazionale dei siti a rischio (eccezion fatta per le zone della Sicilia e della Calabria), rilevando 34.148 zone pericolose,di cui 373 a maggior rischio, sulle quali è necessario agire in breve tempo. Di questi siti 34908 hanno una contaminazione antropica, 50 una contaminazione naturale e per alcuni di essi non è stata assegnata una specifica classe di rischio.
Per completare l'opera di individuazione dei siti pericolosi, si attende ancora lo stanziamento di specifici finanziamenti statali.

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