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"Terremoti: informazioni, prevenzione e comportamenti idonei"

fonte www.puntosicuro.it / Sicurezza

01/06/2012 - In Italia la terra continua a tremare e le centinaia di scosse sismiche che colpiscono il nostro paese, con epicentro in alcune zone dell’Italia centrale, hanno già prodotto diverse vittime e innumerevoli danni al patrimonio artistico ed economico di una zona produttivamente molto importante per l’intero paese.
In questo caso il compito di PuntoSicuro non è quello di stare sulla notizia, di affrontare la cronaca, raccontando i luoghi e le vittime del sisma. È invece innanzitutto quello di aumentare la conoscenza e la consapevolezza dei rischi e dei comportamenti in grado di ridurli, anche in relazione ad un fenomeno naturale, così difficilmente prevedibile, come un terremoto. Successivamente PuntoSicuro ha il dovere di riflettere. Ad esempio riflettere sulle conseguenze del terremoto, sui motivi che hanno portato tanti capannoni a cadere e tanti operai a perdere la vita, sui criteri costruttivi e sulle politiche di prevenzione attuate nelle aziende in riferimento alle possibili calamità naturali.
 
Per aumentare la nostra consapevolezza dei fenomeni sismici è bene segnalare che il prezioso apporto del Corpo Nazionale dei Vigile del Fuoco non si ferma al necessario e gravoso impegno operativo sul campo, ma comprende anche la produzione di materiali informativi disponibili in rete.

Riguardo ai terremoti si ricorda in questi materiali che il territorio nazionale “è stato classificato in tre categorie sismiche, determinate sulla scorta della frequenza ed intensità storica dei terremoti, che corrispondono a livelli crescenti di protezione per le costruzioni che, costruite od adeguate secondo le norme antisismiche possono così resistere maggiormente e con più efficacia anche scosse di forte intensità”.
Attraverso il loro sito è possibile visualizzare la mappa delle principali aree sismogenetiche (zone sismiche) presenti sul territorio italiano o conoscere le caratteristiche della spesso citata scala Richter.
 
La scala Richter non valuta l’intensità di un terremoto (come la scala Mercalli), ma la magnitudo che “misura la forza di un terremoto attraverso le registrazioni (sismogrammi) degli strumenti ed è stata definita nel 1935 dal famoso sismologo C.F. Richter come misura oggettiva della quantità di energia elastica emessa durante il terremoto”.
Esprime dunque la grandezza di un terremoto “attraverso la misura dell'ampiezza massima della traccia registrata dal sismografo”: un parametro “indipendente dagli effetti che il terremoto provoca sull'uomo e sulle costruzioni”.
Ricordiamo che “i terremoti più piccoli percettibili dall'uomo hanno una magnitudo intorno a 2,5, mentre quelli che possono provocare danni alle abitazioni e vittime hanno generalmente una magnitudo superiore a 5,5”.
 
Raccogliamo altre indicazioni del Corpo Nazionale dei Vigile del Fuoco relative ai comportamenti da mettere in atto durante e dopo una scossa sismica.
 
Durante un terremoto il rischio principale è rappresentato dal crollo della struttura al chiuso in cui siamo e, contemporaneamente, dalla caduta al suo interno di mobili e suppellettili.
In questo caso è fondamentale “identificare quali possano essere i punti più ‘solidi’ della struttura (in generi le parti portanti, gli architravi, i vani delle porte e gli angoli in genere) e portarsi nelle loro vicinanze”. Nello stesso tempo è bene allontanarsi dalle suppellettili che potrebbero cadere addosso:
- “può essere opportuno cercare di trovare riparo sotto il tavolo o il letto;
- a scuola ci si può riparare sotto i banchi, oppure addossandosi ad un muro ‘maestro’, in un punto lontano da finestre che potrebbero rompersi e provocare ferite”.
 
Se ci si trova invece all'aperto il pericolo principale deriva da ciò che può crollare e pertanto è bene “prestare attenzione a non sostare o passare sotto parti di edifici (balconi, cornicioni, grondaie ecc.), che potrebbero cadere; un buon riparo può essere offerto dall'architrave di un portone”. Anche un’automobile costituisce un buon riparo “e pertanto è consigliabile restarci dentro, sempre che non sia ferma sotto ad edifici, viadotti, cartelloni pubblicitari e tralicci”.
Se si è invece in una città di mare non bisogna dimenticare che in seguito ad un sisma si possono produrre onde marine di notevole altezza che costituiscono un reale pericolo per chi si trova in prossimità della costa. Per questo motivo “è consigliabile tenersi lontani dalle spiagge per diverse ore”.
 
Ricordando che i principali pericoli in cui ci si può imbattere immediatamente dopo un terremoto sono incendi, fughe di gas ed il deterioramento delle condizioni igieniche, una volta terminata la scossa si deve:
- uscire con calma chiudendo acqua, luce e gas; per scendere usate le scale (se esistenti privilegiare quelle antincendio), non l'ascensore che potrebbe bloccarsi improvvisamente o, addirittura, precipitare;
- controllare dall'odore, assolutamente senza accendere fiamme libere, se ci sono perdite di gas ed in tal caso aprire porte e finestre e, se possibile, segnalarlo;
- non usare il telefono o l'auto: le linee e le strade servono agli enti preposti al soccorso (vigili del fuoco - croce rossa ecc.);
- portarsi in zone aperte dove possono giungere facilmente i soccorsi (campi sportivi, giardini pubblici, piazze ampie) e non sostare in prossimità di corsi d'acqua;
- concordare con i familiari un punto di ritrovo e restare il più possibile uniti;
- non rientrare nelle abitazioni danneggiate se non accompagnati dagli operatori degli enti di soccorso;
- prestare la massima attenzione alle condizioni igieniche (la rottura di tubazioni o fognature può avere come conseguenza l'inquinamento dell'acqua potabile).
 
Riguardo poi ai luoghi di lavoro non bisogna dimenticare che la fondamentale misura di sicurezza contro qualsiasi situazione pericolosa che si può verificare in questi luoghi è il piano di emergenza.
 
Il piano di emergenza è un documento che raccoglie e illustra tutte le procedure che si devono attuare secondo il tipo di pericolo, per ridurre al minimo i danni alle persone o alle cose: deve essere preciso, flessibile, chiaro e conciso, deve illustrare i comportamenti da assumere in caso l'emergenza si discosti dalle situazioni più prevedibili e deve poter essere revisionato ed aggiornato ogni volta che è necessario.
 
Un piano di emergenza – il cui elemento più evidente per i lavoratori è la planimetria del luogo di lavoro che indica le vie di fuga ed i percorsi verso i luoghi sicuri interni e il punto di raccolta esterno - deve diventare in realtà un elemento della vita quotidiana, in modo che ogni operatore conosca esattamente gli incarichi e le mansioni attribuite.
 
Il comportamento da tenere nei luoghi di lavoro non è generalmente molto dissimile da quanto indicato nei documento del Corpo Nazionale dei Vigile del Fuoco.
Appena avvertita la scossa sismica, se si è all'interno dell’edificio, avvicinarsi ai muri perimetrali allontanandosi da lampade a soffitto e armadi ed evacuare l’edificio senza utilizzare l’ascensore ma solo attraverso la scala di emergenza esterna, raggiungendo il punto di raccolta.
Se si è all'aperto, allontanarsi invece da edifici e linee elettriche per evitare di essere colpiti dalla caduta di materiali. Usare il telefono solo in caso di reale necessità di aiuto, per non intasare inutilmente le linee telefoniche, sottraendo il soccorso a chi ne ha veramente bisogno.
 
Appena avvertita la scossa, gli addetti all’emergenza dell’azienda verificano immediatamente l'agibilità delle uscite di sicurezza e della scala di emergenza esterna e danno ordine di evacuare i locali secondo la procedura di evacuazione.
Senza dimenticare che le azioni più adeguate al tipo di emergenza possono non riguardare l’evacuazione. Ad esempio nel caso in cui un'autocisterna di materiale tossico si rovesci per strada e il vapori tossici si disperdano nell’aria intorno ai luoghi di lavoro. In questo caso è necessario chiudere subito tutte le aperture, porte, finestre, ecc. in modo che il fumo non penetri e attendere le indicazioni e l'intervento dei Vigili del Fuoco o degli altri Enti di Protezione civile.
 
Ricordiamo infine che PuntoSicuro ha recentemente presentato le “ Linee d’indirizzo per la redazione del piano d’emergenza nelle strutture sanitarie”, documento approvato da Regione Lombardia con Decreto n. 2174 del 15 marzo 2012.
 
Il documento oltre a offrire precise indicazioni e criteri per la stesura di adeguati piani di emergenza, si occupa anche delle maxiemergenze, con riferimento agli eventi catastrofici che possono generare un “iperafflusso” nelle strutture ospedaliere.
 
Riportiamo, per concludere questa breve rassegna di informazioni e suggerimenti, alcune indicazioni relative alle corrette modalità comportamentali per il personale di una struttura sanitaria.
Il personale “deve prepararsi a fronteggiare la possibilità di ulteriori scosse riparandosi sotto le architravi delle porte o in prossimità dei muri portanti; in relazione alla gravità dell'evento gli operatori devono attuare le operazioni di evacuazione dei degenti/utenti e dei visitatori, muovendosi con estrema prudenza ed avanzando lungo i muri. Una volta all'esterno devono allontanarsi dalla struttura e recarsi nel punto di raccolta”.
 
 
 

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