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"Rischio biologico: il rischio di infezione per gli operatori sanitari"
fonte www.puntosicuro.it / Sicurezza sul lavoro
09/10/2012 -
Si
è svolto recentemente il convegno sul tema: Il Diritto alla sicurezza:
prevenzione, protezione ed eliminazione del rischio di infezione per gli
operatori sanitari - Analisi e riflessioni sul recepimento della Direttiva
2010/32/UE in materia di " prevenzione
delle ferite da taglio o da punta"; il convegno si è tenuto nella Sala
Capitolare del Chiostro del Convento di Santa Maria sopra Minerva, Senato della
Repubblica.
L'incontro,
voluto e presieduto dal Vice Presidente Vicario della Commissione Igiene e Sanità,
Sen. Domenico Gramazio, è stato patrocinato dal Senato della Repubblica e
dall'Associazione Parlamentare per la Tutela e la Promozione del Diritto alla
Prevenzione, presieduta dal Presidente della Commissione Igiene e Sanità, Sen.
Antonio Tomassini, e organizzato in collaborazione con il Gruppo Phase (People
for Healthcare Administration, Safety and Efficiency) .
Il
Convegno si è aperto con gli interventi di autorevoli rappresentanti del gruppo
Phase (un gruppo interdisciplinare composto da professionisti del mondo
sanitario, istituzionale, universitario, giuridico ed industriale), Mario
Plebani(Professore di Biochimica a Padova), Vincenzo Puro (epidemiologo dell'Istituto
L. Spallanzani di Roma) e Donato Ceglie (magistrato presso la Procura di
Napoli) che hanno presentato un Position Paper sulla fenomenologia
del'esposizione al rischio biologico da parte degli operatori sanitari, delle
implicazioni giuridiche e delle responsabilità in capo ai datori di lavoro
anche alla luce della Direttiva Europea 32/2010 che dovrà essere recepita in
Italia entro maggio del 2013.
Gli
esperti del Phase hanno illustrato in modo molto chiaro come nell'ambito
sanitario ed ospedaliero del nostro Paese avvengano oltre 130.000 infortuni che
comportano un'esposizione al sangue o ad altre sostanze biologiche
potenzialmente infette. Circa il 75% di queste ferite si verifica con un
tagliente contaminato, ad esempio con un ago, una punta, una lama. Le punture
accidentali con aghi utilizzati rappresentano la modalità di esposizione più
frequente e pericolosa: sono, infatti, oltre quaranta gli agenti patogeni
trasmissibili attraverso il sangue nel corso di una puntura accidentale, tra i
quali il virus dell'immunodeficienza umana (HIV), il virus dell'epatite B (HBV)
ed il virus dell'epatite C (HCV). Oltre i due terzi degli operatori sanitari
esposti sono infermieri
(in larga maggioranza donne) seguiti dai medici e da altre categorie
professionali. A seguito di una ferita con un ago, o con un altro tagliente
contaminato, l'operatore esposto può contrarre gravi malattie, alcune delle
quali potenzialmente letali. Secondo i dati forniti da SIROH (Studio Italiano
sul Rischio Occupazionale da HIV) circa il 20% delle esposizioni percutanee
(circa 100.000) sono con una fonte positiva di uno dei tre patogeni (HIV, HBV e
HCV), con un alto rischio che l' operatore
sanitario possa essere infettato. Altro dato significativo in clima di
spending review è che, anche nel caso in cui l'operatore infortunato non
contragga nessuna patologia, il costo di gestione di ogni singolo infortunio è
di circa 850 € (analisi sul paziente fonte, monitoraggio dell'operatore,
eventuale profilassi, ecc.),per un totale di 72 milioni l'anno:risorse che
potrebbero essere più ragionevolmente investite nel prevenire le punture
accidentali piuttosto che nel tentare di limitarne i danni.
E'
infatti provato da studi scientifici che l'uso di aghi e siringhe dotati dei
dispositivi di sicurezza possono prevenire fino all'80% degli incidenti, quindi
ridurre drasticamente il ricorso a diagnosi e profilassi e la probabilità di
contrarre infezioni e le derivanti conseguenze.
Anche
l'Europa si è occupata di questo importante problema emanando in merito la
direttiva 2010/32/UE che intende garantire la massima sicurezza possibile
dell'ambiente di lavoro, evitando ai lavoratori sanitari ogni possibile
esposizione al rischio biologico. Tale obiettivo può essere raggiunto
attraverso un'attenta analisi dei rischi, l'introduzione di protocolli
operativi più sicuri, l'adozione di dispositivi medici protetti (es. aghi e
siringhe con dispositivi di sicurezza anti-puntura), la formazione e
sensibilizzazione degli operatori esposti, il monitoraggio continuo dei processi,
la messa in opera di un sistema di controllo capillare che non rinunci a
sanzionare il mancato rispetto delle regole.
I
rappresentanti del Gruppo Phase hanno invitato quindi i dirigenti ospedalieri
ad essere consapevoli delle responsabilità che avranno con l'implementazione
della direttiva ed iniziare ad attuare un piano di gestione e pianificazione
delle strutture sanitarie, valutando i benefici dei dispositivi di sicurezza
(conosciuti comeNeedlesticks Prevetion Devices o NPDs) atti a prevenire le punture
accidentali.
Nella
seconda parte del convegno la giornalista esperta di salute del Tg1, Manuela
Lucchini, ha moderato una tavola rotonda alla quale hanno partecipato, tra gli
altri, i Senatori Ignazio Marino, Luigi D'Ambrosio Lettieri,Antonio Fosson e
Michele Saccomanno, il Direttore Ufficio II, Direzione Generale Prevenzione
Sanitaria del Ministero della Salute,Giancarlo Marano, il Direttore Generale
Assobiomedica,Fernanda Gellona,il Direttore Generale del Servizio 1 di
Contrattazione Aran (Agenzia per la Rappresentanza Negoziale delle Pubbliche
Amministrazioni), Elvira Gentilee Segretario Nazionale FPCGL Medici,Massimo
Cozza,.
Il
Sen.D'Ambrosio Lettieri ha evidenziato i veri problemi connessi con la gestione
del rischio
biologico da parte della Sanità pubblica e privata, la quale comporta
"costi elevatissimi e intollerabili". D'Ambrosio Lettieri, nel
sottolineare quanto l'Italia possa cogliere l'occasione di migliorare la
direttiva nella sua trasposizione in legge, ha sintetizzato il contenuto di un Ordine
del Giorno presentato in XIV Commissione, Politiche dell'Unione Europea, che
impegna il Governo a sviluppare una "definizione più specifica dei
dispositivi medici di sicurezza". Giancarlo Marano, che per il Ministero
della Salute, è il coordinatore di un gruppo interministeriale di tecnici
esperti che elaborando un documento sul recepimento della direttiva, ha
evidenziato la necessità di un corretto monitoraggio degli incidenti e delle
infezioni, mentre Ignazio Marino ha ricordato, da massimo esperto del settore,
"quanta ansia provoca al chirurgo l'incidente da puntura d'ago" e le
conseguenze psicologiche che questo provoca. Secondo Marino ancora oggi
"l'uso dei Dispositivi di Sicurezza è troppo basso e l'attuale momento di
discussione della spending review, che propone tagli indiscriminati alla spesa
dei dispositivi non affrontando il vero problema degli sprechi in sanità,
rischia di essere particolarmente critico" per consentire una corretta
implementazione della direttiva. "Se la degenza media sul territorio
nazionale è di 4 giorni, in Calabria per un intervento chirurgico di elezione
il paziente viene ricoverato 7 giorni prima dell'intervento. Lì si annidano gli
sprechi che dovrebbero essere eliminati" - ha evidenziato Marino che ha
concluso sottolineando come l'Italia sia un "Paese più a rischio di
altri" visto che "ci sono 3 milioni di persone HCV positive".
Per Michele Saccomanno:"se da una parte e' necessario recepire in tempi
brevi la direttiva", "dall'altra non ci si può limitare a prestare
attenzione a risoluzioni biomediche, tecnologiche o di organizzazione e
controllo di procedure negli ospedali trascurando l'aumento del rischio dovuto
alla riduzione di risorse umane o alla loro pessima distribuzione. Turni
massacranti per il personale medico e medico-chirurgico, minore sicurezza per
danni secondari ai pazienti, lo stesso precariato costante di figure
professionali che si alternano in ruoli senza specializzazioni comportano
rischi maggiori per lesioni personali di operatori, medici e infermieri".
"Il binomio medico-paziente - ha concluso - deve prevedere nel progetto di
revisione della spesa qualità e sicurezza per entrambi".
"Per
una spending review vera e non fatta di soli tagli, il recepimento della
direttiva europea per la prevenzione dal rischio di infezione per ferite
provocate dall'uso di aghi o di altri strumenti come il bisturi e' un atto
dovuto, per la salute dei medici e degli operatori sanitari e per abbattere i
costi", ha auspicato Massimo Cozza. "C'e' anche da valutare" -
ha aggiunto - "che il blocco del turn over e il taglio delle risorse sta
portando i medici e gli infermieri a turni sempre più frequenti e lunghi con
maggiore stress e maggiori probabilità di distrazioni e di ferite, in
particolare a fine turno".
Un
appello da parte della Dottoressa Gellona, Direttore di Assobiomedica, alla
revisione critica della Spending Review che così come è attualmente, con i suoi
tagli lineari ed il concetto dei prezzi di riferimento, rischia di produrre un
gravissimo ed irreparabile danno alla ""qualità" del Sistema
Sanitario Nazionare, producendo storture e drastici livellamenti in basso delle
sue prestazioni, la impossibilità di fare innovazione, con danni enormi ad un
settore industriale particolarmente vivo in Italia, distruggendo posti di
lavoro ad alto potenziale e non risolvendo affatto il problema di una corretta
eliminazione degli sprechi in Sanità, così come già segnalato nel precedente
intervento del Sen. Marino.
La
tavola rotonda si è conclusa con un intervento di sintesi del Direttore
Scientifico dell'Istituto Nazionale Malattie Infettive "L.
Spallanzani", dott. Giuseppe Ippolito e un saluto del Sottosegretario alla
Salute, Adolfo Elio Cardinale.
Prevenzione
dell’esposizione occupazionale al rischio biologico derivante da lesione
percutanea accidentale (puntura, ferita, taglio) nel settore ospedaliero e
sanitario - Compendio tecnico e raccomandazioni per il recepimento e l’attuazione
in Italia della Direttiva 2010/32/UE del Consiglio dell’Unione Europea - a cura
del Gruppo di Studio PHASE (formato PDF, 1.50 MB).
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