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"Società tra professionisti come start up innovative?"

fonte www.edilportale.com / Normativa

13/11/2012 - Le agevolazioni sulle start up previste dal Dl Sviluppo-bis dovrebbero essere estese alle società tra professionisti. È la richiesta avanzata nei giorni scorsi da Confprofessioni, che durante un’audizione in Senato ha espresso qualche suggerimento anche su contratti di rete e compensazione dei crediti.

Società tra professionisti e start up
Al momento, spiega Confprofessioni, la norma sulle start up contenuta nel Dl Sviluppo-bis include soltanto le società di capitali e le cooperative.
 
Secondo la Confederazione delle libere professioni, i professionisti rimarrebbero quindi tagliati fuori da una serie di agevolazioni, come le deroghe al diritto societario e alla disciplina in materia di contratti da lavoro subordinato, ma anche la riduzione degli oneri per l'avvio dell'attività e la detrazione Irpef del 19% per gli investimenti nella start up.
 
Per Confprofessioni l’esclusione dovrebbe essere rivista perché gli studi professionali sono le realtà più inclini agli investimenti in ricerca, strumentazione innovativa e personale altamente qualificato.

Con il coinvolgimento delle aggregazioni tra professionisti nelle start up innovative, sottolinea Confprofessioni, si attrarrebbero capitali privati, che determinerebbero una crescita in termini di innovazione.
 
Ricordiamo che le società tra professionisti sono state previste dalla Legge 183/2011, Legge di stabilità 2012. La disciplina è stata modificata dalla Legge Liberalizzazioni 27/2012, ma è ancora incompleta per la mancanza del regolamento che dovrebbe definire le modalità di conferimento e di esecuzione dell’incarico, l’incompatibilità di partecipazione ad altre società tra professionisti e l’assoggettamento al regime disciplinare di ordini e collegi.
 
Un ritardo contro cui ha preso posizione il PAT, organizzazione che raggruppa i professionisti di area tecnica, dal momento che la bozza di regolamento sulle società tra professionisti è stata varata a giugno e ha anche ottenuto il benestare del Consiglio di Stato ( Leggi Tutto).
 
Contratti di rete
Sulla stessa falsariga le considerazioni sui contratti di rete, attraverso i quali più imprenditori si impegnano a collaborare per accrescere la propria competitività e capacità innovativa. Nell’audizione al Senato, Confprofessioni ha fatto notare che i professionisti sono stati esclusi dalle norme sui contratti di rete nonostante tendano sempre più a lavorare in filiera.
 
A detta della Confederazione, il decreto sviluppo-bis doveva invece prendere atto dei due ordini del giorno approvati durante la conversione in legge del primo decreto sulla crescita, L. 134/2012, che avevano già impegnato il Governo a valutare l’estensione dei contratti di rete ai professionisti.

Sull'argomento si è pronunciata anche l'Autorità di Vigilanza sui Contratti Pubblici, che ha proposto modifiche al Codice Appalti per includere nelle reti di impresa i professionisti non qualificabili come imprenditori e facilitare la partecipazione delle reti alle gare ( Leggi Tutto).

Compensazione dei crediti con la PA
Confprofessioni ha chiesto anche di estendere la compensazione di crediti e debiti con la Pubblica Amministrazione, oggi concessa solo alle imprese.
 
La richiesta è motivata dai ritardi dei pagamenti della PA, di cui anche i professionisti subiscono gli effetti.
 
Nonostante la pubblicazione della Guida Pratica alla certificazione dei debiti da parte del Ministero dell’Economia e delle Finanze, che include tra i soggetti titolati a presentare istanza di certificazione anche imprese individuali e persone fisiche, Confprofessioni ritiene necessario che le misure siano contenute in norme di pari rango in modo da evitare dubbi applicativi.

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