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"Compensazione crediti P.A.: liberi professionisti esclusi "

fonte www.lavoripubblici.it / Formazione ed informazione

05/12/2012 - "Ancora una volta i professionisti italiani sono considerati figli di un Dio minore! Siamo, infatti, fortemente delusi per il fatto che in sede di conversione del Decreto legge Sviluppo in virtù di un intervento dei relatori del provvedimento - i senatori Bubbico e Vicari - i liberi professionisti non sono ammessi alla compensazione dei crediti con la P.A. Si tratta - se confermata anche dall'Aula - di una decisione molto grave perché, oltre ad essere ostaggi di una Pubblica Amministrazione che impiega anche due anni per approvare un progetto, lo siamo anche della sua insolvenza, magari dopo aver avuto accesso ai fondi comunitari proprio grazie al nostro lavoro"

Con queste parole il Consiglio Nazionale degli Architetti ha commentato la bocciatura in Commissione Industria del Senato dell'estensione ai professionisti delle misure su certificazione e compensazione dei crediti con Enti locali, Regioni ed Enti Sanitari.

"L'argomentazione circa il fatto che non vi sarebbe copertura economica è assolutamente strumentale: sarebbe stato sufficiente non procedere - come oltretutto chiedeva l'Europa - all'allungamento di ben trent'anni delle concessioni sulle spiagge senza procedere ad una gara dalla quale si sarebbe recuperate risorse".

"La questione dei ritardi dei pagamenti da parte della P.A. - ha continuato un nota del CNAPPC - arrivati ormai a una media di 180 giorni, è grave soprattutto perché si somma a quella relativa all'estrema difficoltà, se non impossibilità, di accesso al credito ed inasprisce il pesante tributo che i 150 mila architetti stanno pagando all'attuale situazione economica: si trovano ad operare in un mercato della progettazione enormemente contratto, sceso negli ultimi anni di oltre il 30% e che riflette le gravi difficoltà in cui versa l'edilizia".

"Siamo meravigliati - ha concluso il CNAPPC - che i senatori Bubbico e Vicari - ambedue architetti - sottovalutino o addirittura ignorino questa situazione che colpisce tutti i progettisti italiani, ma in particolar modo i giovani molti dei quali ogni giorno sono costretti ad abbandonare la loro professione per esercitare la quale hanno compiuto un percorso universitario di cinque anni. Se la Pubblica Amministrazione non onorerà il debito di 500 milioni di euro che ha con gli architetti, dovremo ritenere anche loro responsabili della chiusura di molti degli Studi di Architettura e di un aumento notevole della disoccupazione soprattutto tra gli architetti del Sud".

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