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"Imparare dagli errori: autobetonpompe e linee elettriche"
fonte www.puntosicuro.it / Sicurezza sul lavoro
30/05/2013 - Tornando a parlare dei rischi e degli incidenti correlati all’uso di betoniere e autobetoniere, autobetonpompe e pompe per calcestruzzo, non potevamo non imbatterci nei pericoli dovuti alla vicinanza e al
contatto delle attrezzature di lavoro con le linee elettriche.
La rubrica “Imparare dagli errori” se ne è occupata più volte in passato, ad esempio con riferimento alle piattaforme elevabili o a gru e autogru.
Gli incidenti che riportiamo sono tratti dalle schede di INFOR.MO., strumento per l'analisi qualitativa dei casi di infortunio collegato al sistema di sorveglianza degli infortuni mortali e gravi.
I casi
Nel
primo caso un lavoratore edile si trova all’interno di uno scavo per preparare una
base di cemento.
Di fronte allo scavo si trova una betoniera corredata di braccio
metallico con terminale in gomma flessibile (lungo 20 m) per scaricare
il cemento all’interno dello scavo. Il manovratore della betoniera allunga
il braccio sopra lo scavo e il primo lavoratore impugnando il terminale
in gomma flessibile distribuisce il cemento semiliquido all’interno del
scavo venendosi a trovare con i piedi immerso nel cemento.
Una
manovra errata del manovratore della betoniera
fa sì che la parte metallica della tubazione venga in contatto con un
filo della luce (media tensione 15000 volt) trasmettendo la corrente al
lavoratore, fulminandolo e procurandogli il decesso.
Le indagini successive hanno riscontrato che, oltre alla manovra
errata, la betoniera era stata posizionata in un zona per cui le misure
di sicurezza (lontananza da una linee elettrica) non erano state
rispettate.
Ricordiamo che “Un” indica la
tensione nominale, mentre “D” la distanza minima consentita espressa in metri.
Nel
secondo caso il titolare di un’impresa individuale è impegnato a
svolgere
lavori edili in un cantiere,
coadiuvato da un lavoratore autonomo e da due lavoratori dipendenti di un’altra
ditta, autisti delle auto betoniere che fornivano il calcestruzzo.
I lavori in corso consistono nel
getto del muretto di cinta della villetta, di altezza cm 80 e avvengono a mezzo
di beton-pompa.
Il titolare impugna il terminale
del condotto dal quale fuoriesce il calcestruzzo per indirizzarlo
nell'armatura; il suo collaboratore lavorava accanto a lui; un autista manovra,
a mezzo di un telecomando, lo spostamento del braccio della beton-pompa.
Sulla verticale dell'area dei
lavori è presente una linea
elettrica ad alta tensione di 15.000 Volts. Per il contatto con i fili del
braccio della beton-pompa o, comunque, per un avvicinamento tale da creare un
arco voltaico, una scarica elettrica colpisce il titolare alla mano destra.
Il
terzo caso è relativo a operazioni di getto in calcestruzzo in
trincea per il
consolidamento di una
tubazione (diametro 0.60 m) nel punto di curvatura a 90°.
Durante il posizionamento del
braccio snodabile dell’autobetoniera, a mezzo comando pulsantiera con cavo, si
verifica il contatto tra il braccio ed i cavi aerei in tensione di 20.000 Volt.
La corrente raggiunge l’operatore, appoggiato ad una ringhiera metallica,
attraverso il cavo della pulsantiera che reggeva con la mano.
Il lavoratore era entrato dal
cancello secondario poiché più comodo e funzionale: se fosse entrato da quello
principale sarebbe stato molto più difficile raggiungere l’elettrodotto.
Infine un
quarto caso relativo al
braccio
di un autobetonpompa.
Un operaio è intento a tenere con
le mani la parte terminale del tubo
flessibile dell'autobetonpompa per eseguire il getto di calcestruzzo
all'interno dell'armatura del banchettone in costruzione tra la sede stradale
ed il sottostante torrente.
Il pompista, conducente
dell'autobetonpompa, è a terra a poca distanza dall'operaio, e mediante il
radiocomando manovra il braccio a getto della betoniera medesima.
Mentre procede con la colata in
direzione nord-sud, facendo indietreggiare il braccio, il pompista non si
accorge della linea elettrica a 20000 V che passa sopra il cantiere e avvicina
troppo il braccio o addirittura tocca con esso i cavi elettrici.
La scarica elettrica colpisce l'infortunato
che regge la parte terminale del tubo flessibile alle mani uccidendolo
all'istante.
Le indagini successive “evidenziavano
che la linea elettrica a 20000 V era posta a m 7,30 dal piano stradale, mentre
il braccio del'autobetonpompa si trovava a 4,3 m di altezza. Per rispettare la
distanza di sicurezza di almeno 3,5 m dai conduttori in tensione (allegato IX
del D.Lgs 81/08) a cui va aggiunto un franco di oscillazione del braccio di
distribuzione del calcestruzzo di almeno 30-40 cm e quindi 4 m di distanza di
sicurezza in totale, l'attrezzatura di lavoro non doveva trovarsi ad un'altezza
superiore a 3,30 m dal piano stradale”.
La prevenzione
Riguardo ai
rischi di elettrocuzione possiamo riprendere alcune indicazioni
tratta dal documento approvato nella seduta del 19 gennaio 2011 dalla
Commissione consultiva permanente sulla salute e sicurezza sul lavoro e dal
titolo "
Procedura per la fornitura di calcestruzzo
in cantiere".
Riguardo alle “
Operazioni di pompaggio (uso del braccio di
ATBP e della pompa)” vengono riportate alcune indicazioni relative ai
pericoli di elettrocuzione.
Il lavoratore dell'impresa
fornitrice “deve:
- rispettare le indicazioni
fornite dal dirigente/preposto o dal lavoratore incaricato dell’impresa
esecutrice sulla collocazione del mezzo tale da assicurare l’assenza di
contatto con le linee elettriche in tensione.
Il dirigente/preposto o il
lavoratore incaricato dell'impresa esecutrice “deve rispettare almeno una delle
seguenti precauzioni (art. 117 del D. Lgs. 81/08 e s.m.i.):
- mettere fuori tensione ed in
sicurezza le parti attive per tutta la durata dei lavori;
- posizionare ostacoli rigidi che
impediscano l’avvicinamento alle parti attive;
- tenere in permanenza,
lavoratori, macchine operatrici, apparecchi di sollevamento, ponteggi ed ogni altra attrezzatura a distanza di
sicurezza. La distanza di sicurezza deve essere tale che non possano avvenire
contatti diretti o scariche pericolose per le persone tenendo conto del tipo di
lavoro, delle attrezzature usate e delle tensioni presenti e comunque non deve
essere inferiore ai limiti di cui all’Allegato IX del D.Lgs. 81/08 e s.m.i. o a
quelli delle pertinenti norme tecniche”.
Infine riportiamo alcune
indicazioni normative contenute nel D.Lgs. 81/2008 (in parte modificate dal D.Lgs.
106/2009).
Al Capo III “
Impianti e apparecchiature elettriche”
l’articolo 83, relativo ai lavori
in prossimità di parti attive, indica che “non possono essere eseguiti
lavori non elettrici in vicinanza di linee elettriche o di impianti elettrici
con parti attive non protette, o che per circostanze particolari si debbano
ritenere non sufficientemente protette, e comunque a distanze inferiori ai
limiti di cui alla tabella 1 dell'allegato IX, salvo che vengano adottate
disposizioni organizzative e procedurali idonee a proteggere i lavoratori dai
conseguenti rischi”.
Riguardo al Capo II “
Norme per la prevenzione degli infortuni sul
lavoro nelle costruzioni e nei lavori in quota”, il documento
approvato dalla Commissione Consultiva ha già citato e richiamato i principali contenuti
dell’articolo 117.
Riportiamo infine la
tabella contenuta nell’allegato IX,
come modificata dal D.Lgs. 106/2009, riferita alle “distanze di sicurezza da
parti attive di linee elettriche e di impianti
elettrici non protette o non sufficientemente protette da osservarsi,
nell’esecuzione di lavori non elettrici, al netto degli ingombri derivanti dal
tipo di lavoro, delle attrezzature utilizzate e dei materiali movimentati,
nonché degli sbandamenti laterali dei conduttori dovuti all’azione del vento e
degli abbassamenti di quota dovuti alle condizioni termiche”.
Un(kV) |
D (m) |
</= 1 |
3 |
1 < Un </=30 |
3,5 |
30 < Un </=
132 |
5 |
> 132 |
7 |
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