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"Come, quando e perché utilizzare un defibrillatore"

fonte www.puntosicuro.it / Salute

04/11/2013 - I dati che vengono evocati relativi ai decessi in Italia per  malattie cardiovascolari sono talmente rilevanti da portarci, come giornale, a continuare la raccolta di notizie non solo sul tema degli  arresti cardiaci, ma anche sui mezzi che possono aiutarci a ridurre la portata del fenomeno. Ad esempio i  DAE ( defibrillatore semiautomatico), apparecchi in grado di riconoscere la fibrillazione ventricolare e, con uno shock elettrico, interromperla.
 
I dati, che riprendiamo da un intervento del Dr. Roberto Carlin al convegno “ Sicurezza sul lavoro: la situazione delle attività sportive a 5 anni dall’entrata in vigore del D.Lgs. 81/08” che si è tenuto a Torino il 18 giugno 2013, ci ricordano che:
- “le malattie cardiovascolari sono la causa di oltre il 41% dei decessi, mentre le  morti cardiache improvvise il cui decesso avviene entro un’ora dall’insorgenza dei sintomi, colpiscono ogni anno circa 65.000 Italiani”;
- “i fatti che incidono positivamente sulle possibilità di sopravvivenza delle vittime sono strettamente dipendenti dalla precocità di intervento, dal ritmo cardiaco in quel momento presente (se defibrillabile) e dal successivo trattamento rianimatorio”;
- un inizio precoce delle manovre di rianimazione è una “condizione necessaria per salvare la vita di una persona”;
- “circa il 60% dei 65.000 Italiani deceduti per improvviso arresto cardiaco avrebbero potuto essere salvati se rianimati precocemente e se fosse stato applicato il defibrillatore”.

Oltre a riportare questi dati l’intervento, dal titolo “ Defibrillatore … Come, quando e perché”, si sofferma sulle limitazioni nell’utilizzo del DAE.
 
Il relatore segnala che “in accordo con la normativa vigente la principale condizione nell’utilizzo del DAE è il superamento di un corso di qualificazione che insegna le modalità di utilizzo dell’apparecchio”. Tuttavia in Italia “soltanto una percentuale minima di persone è abilitata all’uso del defibrillatore, circa il 3%, praticamente soltanto gli operatori Sanitari mentre in altri paesi soprattutto quelli del Nord Europa e del Nord America la percentuale di adulti abilitati sale a circa 70%”.
Tuttavia la recente normativa in Italia “prevede una serie di misure atte ad innalzare il livello di salute e ad adottare idonee misure di prevenzione tra cui l’obbligo di corsi di formazione idonei alla rianimazione cardiopolmonare e all’uso del defibrillatore”.
 
L’intervento indica che “tra gli adulti che possono essere abilitati figurano:
- infermieri ed soccorritori esecutori che operano nel sistema di emergenza sanitaria extra-ospedaliera;
- personale operante nel contesto di Società Sportive (Dirigenti, allenatori di squadre, istruttori di discipline sportive);
- personale appartenenti a Corpi ed organismi Istituzionali (Carabinieri, PS, GdF, VVFF, Protezione civile etc);
- personale impiegato in luoghi ove vi sia un elevato afflusso di Utenti (Aerei ed Aeroporti, Navi e Stazioni Marittime, treni e Stazioni Ferroviarie, Metropolitane, Stadi, Centri Commerciali, Hotel, etc);
- soggetti singoli, gruppi studenti di ogni ordine e grado, lavoratori inseriti nelle squadre di emergenza secondo i criteri definiti alle normative sulla sicurezza sui posti di lavoro;
- familiari di persone cardiopatiche o con precedenti di arresto cardiaco”.
 
A questo proposito ricordiamo il recente Decreto del Ministero della Salute del 24 aprile 2013 “Disciplina della certificazione dell'attività sportiva non agonistica e amatoriale e linee guida sulla dotazione e l'utilizzo di defibrillatori semiautomatici e di eventuali altri dispositivi salvavita”. Decreto che introduce l’obbligo per le società sportive di dotarsi di defibrillatori semiautomatici e che, rispetto alla dotazione e all’utilizzo dei DAE, contiene linee guida dettagliate. Ad esempio il defibrillatore deve essere facilmente accessibile, adeguatamente segnalato e sempre perfettamente funzionante”.
 
 
Torniamo ora all’intervento e riportiamo alcune indicazioni relative al “ quando e perché utilizzare un defibrillatore”.
 
Il relatore indica che “nel caso di un arresto cardiaco improvviso (provocato di solito da un’alterazione di ritmo quale la fibrillazione ventricolare che impedisce al cuore di avere un periodo di tempo efficace per la sistole e la diastole) non esiste un trattamento farmacologico che possa agire direttamente sulla fibrillazione ventricolare. L’unica cosa in grado di agire è l’erogazione di una scarica elettrica da parte di un defibrillatore”. Tuttavia è sempre importante ricordare, come PuntoSicuro ha sottolineato in alcuni articoli sull’ uso dei DAE, che “la sola defibrillazione può avere un’efficacia limitata: è importante che venga associata anche ad un corretto massaggio cardiaco”.
 
Utilizzare il DAE è una manovra difficile oppure sono tutti in grado di farla?
La risposta del relatore è che i DAE “sono macchine semplici in grado di effettuare una scarica elettrica e ricaricarsi per la successiva”.
“La cosa principale da sapere è il posizionamento sul torace delle due placche attraverso cui passerà la corrente (il corso di formazione lo insegna) il resto viene fatto da un unico pulsante che prevede l’accensione della macchina. Subito dopo la macchina effettuerà la diagnosi e se effettivamente siamo in presenza di una fibrillazione atriale, una voce elettronica guiderà l’operatore passo passo suggerendo con messaggi vocali le successive modalità di intervento sulla vittima”.
 
In conclusione l’intervento riporta alcuni riferimenti e indicazioni normative tratte da:
- Legge n. 120 del 3 aprile 2001;
- Accordo Stato-Regioni 27 febbraio 2003;
 
 
 
 
 
 
Defibrillatore … Come, quando e perché”, a cura del Dr. Roberto Carlin, intervento al convegno “Sicurezza sul lavoro: la situazione delle attività sportive a 5 anni dall’entrata in vigore del D.Lgs. 81/08” (formato PPT, 158 kB).
 
 
 
RTM
 

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