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"Nuove possibilità per la valutazione del rischio biomeccanico"
fonte www.puntosicuro.it / Salute
07/05/2014 - Nel seminario “
Esposizione al rischio chimico, biomeccanico e da radiazioni solari ultraviolette nella viticoltura”,
che si è tenuto a San Casciano il 20 novembre 2013, sono stati
presentati diversi rischi in agricoltura e alcuni interventi si sono
soffermati in particolare sui
rischi biomeccanici.
Ricordiamo brevemente alcuni dati
riportati nell’intervento “
Una
riflessione sulle patologie occupazionali in agricoltura e primi risultati
dell’intervento” - a cura del Dipartimento di medicina sperimentale e
clinica dell’Università di Firenze - riguardo al rischio di insorgenza di patologie
da sovraccarico biomeccanico nel comparto agricolo:
- “il 60% mantiene posture
incongrue per oltre la metà della giornata lavorativa;
- oltre il 50% effettua MMC
(movimentazioni manuali dei carichi) pesanti”.
Nel documento agli atti, che vi
invitiamo a visionare, sono diversi dati relativi alle patologie da
sovraccarico e ad altre patologie correlate al lavoro agricolo.
Di
sovraccarico biomeccanico si parla più ampiamente nell’intervento “
Nuove possibilità per la valutazione del
rischio biomeccanico”, a cura di Andrea Belli, Tecnico della Prevenzione.
Ad esempio in merito alla
movimentazione manuale carichi si
sottolinea che il limite dei 30 kg non esiste più:
- il D.Lgs 626/94 “prevedeva che
la movimentazione manuale di un carico può costituire un rischio se il carico è
troppo pesante (30 Kg)”;
- il D.Lgs 81/08 prevede “che la
movimentazione manuale di un carico può costituire un rischio se il carico è
troppo pesante” (non c’è l’indicazione dei 30 Kg e si fa riferimento alla norma
ISO 11228).
D’altronde l’indicazione dei 30
Kg “non trova riscontro né nella Direttiva originale né tanto meno nelle
pubblicazioni scientifiche proponenti i limiti di peso”.
E tra l’altro, continua il
relatore, i problemi del sovraccarico
non
sono solo questione di peso. Ad esempio è importante:
- la distanza orizzontale tra
baricentro del corpo e baricentro del carico: il peso agisce a livello del
rachide come una leva;
- l’altezza da terra all’inizio o
alla fine del sollevamento;
- lo spostamento verticale del
carico;
- l’eventuale torsione del busto.
Veniamo alla
normativa sulla sicurezza.
L’articolo di riferimento del
D.Lgs 81/2008 è l’articolo 168:
Articolo 168 - Obblighi del
datore di lavoro
1. Il datore di lavoro adotta le
misure organizzative necessarie e ricorre ai mezzi appropriati, in
particolare attrezzature meccaniche, per evitare la necessità di una
movimentazione manuale dei carichi da parte dei lavoratori.
2. Qualora non sia possibile
evitare la movimentazione manuale dei carichi ad opera dei lavoratori, il
datore di lavoro adotta le misure organizzative necessarie, ricorre ai mezzi
appropriati e fornisce ai lavoratori stessi i mezzi adeguati, allo scopo di
ridurre il rischio che comporta la movimentazione manuale di detti carichi,
tenendo conto dell'ALLEGATO XXXIII, ed in particolare:
a) organizza i posti di lavoro
in modo che detta movimentazione assicuri condizioni di sicurezza e salute;
b) valuta, se possibile anche
in fase di progettazione, le condizioni di sicurezza e di salute connesse al
lavoro in questione tenendo conto dell'ALLEGATO XXXIII;
c) evita o riduce i rischi,
particolarmente di patologie dorso-lombari, adottando le misure adeguate,
tenendo conto in particolare dei fattori individuali di rischio, delle
caratteristiche dell'ambiente di lavoro e delle esigenze che tale attività
comporta, in base all' ALLEGATO XXXIII;
d) sottopone i lavoratori alla
sorveglianza sanitaria di cui all'articolo 41, sulla base della valutazione
del rischio e dei fattori individuali di rischio di cui all’ ALLEGATO XXXIII.
3. Le norme tecniche
costituiscono criteri di riferimento per le finalità del presente articolo e
dell’ ALLEGATO XXXIII, ove applicabili. Negli altri casi si può fare
riferimento alle buone prassi e alle linee guida. |
Si ricorda a questo proposito che
l’ALL. XXXIII per la valutazione del rischio “rimanda alla norma ISO
11228.
L’intervento, che si sofferma poi
sull’indice di rischio NIOSH, ricorda che nel 2014 sarà pubblicata una nuova ISO
Technical Report che prevede diverse novità, anche in relazione
all’evoluzione del metodo di calcolo: “il calcolo dell’indice prende in
considerazione i VARIABLE TASK che si hanno quando si sollevano/depositano
molti oggetti con pesi diversi ad altezze e/o profondità diverse”.
Il relatore affronta poi il tema
dei
movimenti ripetuti.
Le patologie dell’arto superiore
sono infatti correlate alle condizioni di lavoro quando si ha “una esposizione
pressoché quotidiana ad uno o più dei seguenti segnalatori:
-
ripetività: lavori con compiti ciclici che comportino l’esecuzione
dello stesso movimento (o breve insieme di movimenti) degli arti superiori ogni
pochi secondi oppure la ripetizione di un ciclo di movimenti per più di 2 volte
al minuto per almeno 2 ore complessive nel turno lavorativo;
-
uso di forza: lavori con uso ripetuto (almeno 1 volta ogni 5
minuti) della forza delle mani per almeno 2 ore complessive nel turno
lavorativo;
-
posture incongrue: lavori che comportino il raggiungimento o il
mantenimento di posizioni
estreme della spalla o del polso per periodi di 1 ora continuativa o di 2
ore complessive nel turno di lavoro;
-
impatti ripetuti: lavori che comportino l’uso della mano come un attrezzo
per più di 10 volte all’ora per almeno 2 ore complessive sul turno di lavoro”.
Gli articoli di riferimento del
D.Lgs 81/2008 sono l’art.167 (che fa riferimento alle attività lavorative di
movimentazione manuale dei carichi che comportano per i lavoratori rischi di
patologie da sovraccarico
biomeccanico, in particolare dorso – lombari) e l’art. 168.
La norma tecnica specifica di
riferimento è inoltre la
UNI ISO 11228 –
3 (Ergonomia – Movimentazione di bassi carichi ad alta frequenza). Norma
che fa riferimento al metodo OCRA (OCcupational Repetitive Actions) che
considera tutti i fattori di rischio, è applicabile anche a compiti multipli e
fornisce criteri sulla previsione di patologie muscoloscheletriche degli arti
superiori correlate al lavoro.
L’intervento, che segnala i
problemi di sovraccarico biomeccanico nelle attività
di potatura, si conclude fornendo informazioni sull’utilizzo dell’
elettromiografia in ergonomia.
L’elettromiografia di superficie
“è una tecnica non invasiva che consente di investigare e registrare l’attività
elettrica di un muscolo (ad esempio l’abduttore breve ed il flessore breve del
pollice, entrambi innervati dal mediano dopo il suo passaggio nel tunnel
carpale).
“ Una riflessione sulle patologie occupazionali in
agricoltura e primi risultati dell’intervento”, a cura del Dipartimento
di medicina sperimentale e clinica dell’Università di Firenze, intervento al seminario
“Esposizione al rischio chimico, biomeccanico e da radiazioni solari
ultraviolette nella viticoltura” (formato PDF, 2.27 MB).
“ Nuove possibilità per la valutazione del rischio
biomeccanico”, a cura di Andrea Belli, Tecnico della Prevenzione,
intervento al seminario “Esposizione al rischio chimico, biomeccanico e da
radiazioni solari ultraviolette nella viticoltura” (formato PDF, 1.84 MB).
Tiziano Menduto
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