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"Manipolazione e uso scorretto prevedibile nelle macchine utensili"
fonte www.puntosicuro.it / Sicurezza Macchine ed Attrezzature
11/03/2015 - Per affrontare
il tema della manomissione dei
sistemi di sicurezza e dell’
uso
scorretto ragionevolmente prevedibile delle attrezzature di lavoro è
necessario innanzitutto cercare di fare
chiarezza su cosa si intenda per uso previsto, uso conforme e non conforme
delle attrezzature.
Per parlarne ci soffermiamo su un
intervento al seminario - organizzato dall’INAIL in collaborazione con
Assolombarda e Federmacchine e dal titolo “ La
manipolazione dei dispositivi di sicurezza... Un rischio da non correre” -
che si è tenuto a Milano il 3 e 4 dicembre 2013.
Nell’intervento “
Manipolazione e uso scorretto
ragionevolmente prevedibile nelle macchine utensili : casi di studio”, a
cura di Bruno Maiocchi (Direzione tecnica UCIMU-SPP e coordinatore tecnico
FEDERMACCHINE), il relatore presenta l’
uso
previsto delle macchine utensili.
Dove con “
uso previsto” si intende:
- “quello che deriva dal normale
uso del tipo di macchina considerata e trattato nelle norme;
- quello ricavabile dalle
pubblicazioni promozionali, dai depliant, dai siti web, ecc.;
- quello derivato dai contratti
di compravendita delle macchine;
- quello definito nel manuale di
istruzione del costruttore”.
In particolare l’uso previsto
“deve tener conto delle varie fasi di vita della macchina” (es. trasporto,
carico/scarico, disimballaggio, installazione, montaggio, messa in opera,
operazioni normali, operazioni di emergenza, manutenzione, ammodernamenti,
smontaggio, eliminazione, ...).
Si ricorda che il costruttore
delle macchine utensili conduce una
valutazione
dei rischi considerando proprio le diverse modalità d’uso previste e le
varie fasi di vita della macchina. E l’analisi “deve tener conto del cosiddetto
‘ uso
scorretto ragionevolmente prevedibile’. Le norme armonizzate definiscono le
misure di sicurezza per le varie modalità d’uso normalmente previste, compreso
l’uso scorretto ragionevolmente prevedibile. L’adozione delle soluzioni
normalizzate attiva il principio di presunzione di conformità
ai requisiti applicabili e coperti dalle norme armonizzate”.
Si sottolinea poi che le misure
di sicurezza definite “sono efficaci se nel contempo vengono soddisfatte alcune
condizioni essenziali” che vengono riportate nelle slide dell’intervento che vi
invitiamo a visionare. E il non rispetto di queste condizioni di base “genera
situazioni di rischio che rientrano nell’uso non conforme”.
Veniamo dunque chiarire il
significato dei termini di
uso conforme
o non conforme:
-
uso conforme: “la Macchina viene progettata e costruita per
svolgere determinate funzioni, nel rispetto dei limiti e delle condizioni d’uso
previste dal fabbricante. Solo in tali condizioni viene garantita la conformità
della macchina ai requisiti applicabili della direttiva macchine. L’uso della
macchina in tali condizioni determina il cosiddetto uso conforme della stessa”;
-
uso non conforme: “qualora l’utilizzatore abbia particolari
esigenze non contemplate nell’uso previsto, le cui caratteristiche non vengono
adeguatamente valutate e comunicate al costruttore con conseguenti possibili
situazioni di rischio, funzionamento anomalo della macchina e manipolazione di
alcune predisposizioni di sicurezza, si può venire a determinare un uso non
conforme della macchina”.
Per comprendere ancora meglio il
significato d’
uso scorretto
ragionevolmente prevedibile, con riferimento alle norme armonizzate, il
relatore indica che le fasi che “più tipicamente possono comportare usi
scorretti e manomissioni sono: operazioni normali; operazioni di emergenza;
manutenzione”. E per limitare l’uso scorretto ragionevolmente prevedibile “le
norme armonizzate prevedono varie modalità d’uso e definiscono le condizioni di
sicurezza da soddisfare”. Con riferimento alle macchine utensili a controllo
numerico “i modi d’uso considerati sono: modo manuale, modo automatico, modo di
regolazione, modo di servizio, modo speciale (in discussione in sede
normativa)”.
A titolo esemplificativo la
relazione si sofferma su quanto previsto nella
norma ISO 23125 sulla sicurezza
dei torni a controllo numerico per i vari modi d’uso.
Ne riprendiamo brevemente alcuni
elementi:
-
modo manuale: “nel modo manuale l’operatore ha il completo
controllo del processo senza operazioni programmate. In questo modo operativo
sono eseguibili alcune funzioni a ripari aperti ma con molte limitazioni”
(nell’intervento vengono presentati alcuni esempi di limitazioni). “Questa
funzione per i
torni a controllo
numerico è opzionale. Le capacità operative del tornio risultano molto limitate.
Il cliente deve valutare se ritiene necessario disporre di questo modo di
operare, in relazione alle sue esigenze di intervento. In ogni caso, se si
applica, devono essere soddisfatti tutti i requisiti previsti dalla norma”;
-
modo automatico: nelle macchine a controllo numerico “rappresenta
il normale modo d’uso. Nel modo automatico il tornio funziona tipicamente a
ripari chiusi e attivi, è però ammesso che a ripari aperti siano possibili
alcuni movimenti, ad es. l’apertura e chiusura del dispositivo di fissaggio del
pezzo e i movimenti della contropunta” (nelle slide sono presentati anche altri
movimenti possibili). Ciò consente – continua il relatore - di “eseguire le
operazioni manuali di carico/scarico del pezzo e di sostituzione degli utensili,
senza modificare il modo di operazione”. In relatore sottolinea che la
frequenza di esposizione al rischio “dipende dalla durata del ciclo di
lavorazione (se è molto breve vengono normalmente utilizzati sistemi di
alimentazione automatici). La durata dell’intervento è limitata al tempo
occorrente alla sostituzione del pezzo e/o utensile e l’area di intervento è
ridotta. Se è necessario attuare operazioni di regolazione più complesse si
deve passare al modo di regolazione”;
-
modo di regolazione: “gli interventi di regolazione vengono
tipicamente eseguiti a ripari aperti. La frequenza di esposizione al rischio è
generalmente bassa, ma la durata di esposizione può essere significativa e
l’area d’ intervento estesa”. L’intervento si sofferma in particolare sui
requisiti restrittivi e indica che “questa funzione è obbligatoria per i torni
a controllo numerico e serve a predisporre le condizioni necessarie per lo
svolgimento delle successive operazioni di lavorazione”;
-
modo di servizio: “modo d’uso consentito al solo personale di
servizio formato e autorizzato dal costruttore. Viene fornito un dispositivo di
servizio che può essere connesso all’ equipaggiamento
elettrico della macchina e che non consente altri modi di funzionamento
fintantoché è connesso. Le limitazioni d’uso sono tali da non consentire la
lavorazione dei pezzi (comunque vietata)”. Anche in questo caso vengono
presentate alcune funzionalità consentite e i requisiti previsti. Si indica poi
che “questo modo è opzionale. Il cliente
deve valutare se ritiene necessario disporre di questo modo di operare, in
relazione alle sue esigenze di intervento. In ogni caso, se si applica, devono
essere soddisfatti tutti i requisiti previsti dalla norma”.
L’intervento affronta poi –
sempre con riferimento ai torni - anche gli
usi speciali.
Infatti se le misure previste
dalla norma ISO 23125 permettono di affrontare “in modo corretto e sicuro le
varie attività tipicamente consentite per i torni a controllo numerico”,
esistono tuttavia “situazioni particolari che non riescono ad essere risolte
con le soluzioni previste dalle norme; in tal caso dovrebbero essere aggiunti
modi operativi alternativi o speciali rispetto a quelli previsti dalle norme”.
E questo – continua il relatore – “comporta notevoli problemi, per via della
‘specialità’ delle soluzioni che ne rendono difficile la normalizzazione”. Ed è
quindi generalmente “preferibile risolvere queste criticità restando negli usi
‘normali’ adottando soluzioni innovative”. Su questo tema è in corso un’ampia
discussione in ambito normativo.
Rimandando alla lettura dei vari
esempi riportati nelle slide dell’intervento, concludiamo riportando alcune
note finali del relatore.
Si indica che i costruttori delle
macchine sono “costantemente impegnati nel rispondere alle esigenze degli
utilizzatori, che a loro volta devono rispettare le condizioni essenziali per
l’uso corretto e sicuro, e comunicare eventuali esigenze d’uso particolari e
circoscritte”.
Inoltre le norme armonizzate sono
da considerare “la fonte primaria per definire cosa si deve intendere per uso
corretto e uso scorretto ragionevolmente prevedibile” e sono la
“rappresentazione dello stato dell’arte”. Devono perciò essere “costantemente
aggiornate per tener conto dell’evoluzione della tecnica, che consente di dare
risposte più efficaci alle varie necessità produttive e di sicurezza”. Si
sottolinea poi che l’individuazione di modi alternativi e speciali “può essere
utile in alcuni casi per consentire di rispondere a esigenze d’uso particolari
e ben circoscritte; non deve però diventare la strada preferita per la
formazione”.
In definitiva è importante “
una stretta collaborazione fra costruttori
di macchine, fornitori di componenti e parti, utilizzatori, legislatori,
normatori, organismi di controllo”. È una condizione fondamentale per
“poter definire misure di sicurezza efficaci ed efficienti, capaci di tener
conto delle esigenze produttive, di sicurezza e salute e delle evoluzioni
tecnologiche”. Sforzi che devono trovare un “giusto compromesso fra sicurezza e
utilizzabilità di un mezzo e devono premiare chi investe in innovazione”.
“ Manipolazione e uso scorretto ragionevolmente prevedibile nelle
macchine utensili : casi di studio”, intervento a cura di Bruno Maiocchi
(Direzione tecnica UCIMU-SPP e coordinatore tecnico Federmacchine), seminario “La
manipolazione dei dispositivi di sicurezza... Un rischio da non correre”
(formato PDF, 598 kB).
RTM
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