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"Il rischio di sovraccarico biomeccanico nell’industria delle confezioni"
fonte www.puntosicuro.it / Rischio Movimentazione dei Carichi
11/05/2015 - Nel settore del tessile e dell’abbigliamento,
che nel nostro paese dà occupazione a circa 272mila addetti (in
maggioranza lavoratrici), si è assistito ad una riduzione sensibile
degli incidenti nel quinquennio 2009-2013, ma è ancora molto alta è la
percentuale delle malattie professionali indennizzate che hanno
riguardato le donne. E in particolare, nel 2013, l’88% di queste
malattie erano dovute al
sovraccarico biomeccanico dell’arto superiore (101 casi).
Per conoscere meglio i livelli di
rischio di sovraccarico biomeccanico
nell’industria delle confezioni presentiamo brevemente quattro diverse
schede presenti nel
secondo volume
Inail della monografia dal titolo “ Schede
di rischio da sovraccarico biomeccanico degli arti superiori nei comparti della
piccola industria, dell’artigianato e dell’agricoltura”.
Le schede riguardano in
particolare le attività di
cucitura a
macchina di capi in pelle, di
cucitura
a macchina di camicie, di
cucitura
con macchina rammagliatrice e di
realizzazione
maglieria a macchina.
Ricordiamo che se le schede
rappresentano uno strumento consultabile ai fini della redazione della
valutazione dei rischi secondo le procedure
standardizzate, di cui al Decreto
Interministeriale del 30 novembre 2012, tuttavia i risultati valutativi
stimati “sono riferibili alle specifiche caratteristiche (lay-out,
macchinari/attrezzature utilizzate, organizzazione del lavoro, ciclo di lavoro,
ecc.) descritte per ciascun compito; ne consegue che, per un corretto utilizzo
dei dati illustrati nelle schede, sarà necessario tener conto delle specificità
di ogni singola realtà lavorativa”.
Scheda 13 - Confezione di abbigliamento in pelle e similpelle -
Cucitura a macchina di capi in pelle
Nell’azienda visionata, “dove
venivano prodotti capi in pelle di alta gamma ed il lavoro era di precisione,
si realizzavano i capi in linea, cioè ogni addetto eseguiva la stessa serie di
lavorazioni su ogni capo che poi passava all’addetto successivo”. L’attività
analizzata prevede delle “fasi iniziali per ogni serie di capi da realizzare:
preparazione dei rocchetti di filo e relativo inserimento nella macchina da
cucire, prova della cucitura su degli scarti di pelle, regolazione della
macchina”. E l’attrezzatura manuale “utilizzata nel compito consiste in:
martello, forbici, spillatrice, spillone. In alcuni casi, per permettere una
migliore adesione delle parti in pelle viene anche applicata colla”.
In particolare è stata analizzata
la cucitura a
macchina dei giromanica di un capo in pelle. L'operatore “preleva il capo
da lavorare e, per entrambi i giromanica, provvede a togliere gli sfridi
(materiali di scarto della lavorazione, ndr) di pelle con le forbici. Poi
rigira la pelle con entrambe le mani e, con la destra martella sulle parti da
cucire in seguito, per facilitarne la cucitura. Procede quindi alla cucitura,
ruotando man mano il capo. Oltre alle martellate per fissare il tessuto vengono
messi dei punti con la graffettatrice. Finita la cucitura e tagliati i fili,
l’addetto, con uno spillone, provvede ad asportare le graffette”.
Riguardo al rischio di sovraccarico
biomeccanico per gli arti superiori nell’attività si ha un
rischio medio per entrambi gli arti già da 4h di lavoro e si arriva
ad un
rischio elevato per l’arto
destro per attività di 6h e per l’arto sinistro per attività di 8h.
Per
prevenire questo rischio è possibile “un’adeguata rotazione fra i
compiti ripetitivi (in azienda sono previsti anche altri compiti) ed un’idonea
gestione delle pause”, misure che potrebbero rendere il compito “meno
sovraffaticante”. Inoltre “sarebbe auspicabile l’utilizzo di attrezzatura
manuale che permette di accoppiare la pelle (rulli o altro) in alternativa,
almeno parzialmente, al martello”.
Scheda 14 - Confezione di camicie, T-shirt, corsetteria e altra
biancheria intima - Cucitura a macchina di camicie
In questo caso l’operatore,
“nell’ambito di un’azienda dedita al confezionamento di camicie per uomo,
procede all’attaccatura e ribattitura delle maniche delle camicie. Viene fatto
uso di macchina da cucire lineare”.
In particolare l’operatore è
responsabile di:
- “prelevare il capo in
lavorazione da un contenitore posizionato lateralmente alla postazione di
lavoro;
- procedere all’effettuazione
delle cuciture con uso di macchina da cucire lineare;
- riporre il capo lavorato in un
ulteriore contenitore posto sempre lateralmente alla postazione di lavoro”.
Nel compito analizzato si ha un
rischio medio per l’arto destro da 4h
di lavoro in poi e per l’arto sinistro da 6h in poi.
Interventi di prevenzione:
- “è opportuno garantire
un’idonea progettazione della postazione di lavoro, con spazi sufficientemente
ampi ed il corretto posizionamento delle attrezzature adoperate;
- con un’adibizione giornaliera
alla suddetta attività inferiore a 4 ore, il rischio
a carico degli arti superiori potrebbe essere anche di entità molto
lieve/accettabile”.
Scheda 15 - Fabbricazione di pullover, cardigan ed altri articoli simili
a maglia - Cucitura con macchina rammagliatrice
Il compito consiste nella
“cucitura delle varie parti di un capo in maglia (collo, spalle, ecc.)
utilizzando macchine rammagliatrici che differiscono per la finezza degli aghi.
L’operatore sovrappone i singoli punti a maglia delle parti del capo da cucire
insieme, infilandoli negli aghi della macchina rammagliatrice”.
Nel compito analizzato si ha un
rischio medio per l’arto destro da 4h
di lavoro in poi e un
rischio elevato
da 8h in poi. Mentre per l’arto sinistro si ha un
rischio medio da 6h in poi.
Riguardo agli
interventi di prevenzione, anche in
questo caso è opportuno garantire “una idonea progettazione della postazione di
lavoro, con spazi sufficientemente ampi ed il corretto posizionamento delle attrezzature
adoperate”. Tuttavia dal momento che “difficilmente possono essere ipotizzate
significative modifiche dei valori di produttività (ad esempio riducendo la
velocità del lavoro) ed al contempo delle modalità operative (incremento del
personale adibito al compito) è indispensabile programmare:
- idonei tempi di pausa e
recupero;
- la rotazione giornaliera del
personale adibito al lavoro con la macchina rammagliatrice, su postazioni meno
inficianti per gli arti superiori”.
Si ricorda che con un’adibizione
alla suddetta attività “pari o inferiore a 2 ore, il rischio a carico di
entrambi gli arti superiori, potrebbe essere di entità molto
lieve/accettabile”.
Scheda 16 - Fabbricazione pullover, cardigan ed altri articoli simili a
maglia - Realizzazione maglieria a macchina
Il caso analizzato è riferito ad
un “laboratorio artigianale gestito totalmente dal titolare, che si occupa
direttamente di tutte le fasi del ciclo produttivo: dalla gestione del cliente,
alla realizzazione del modello della maglia su misura, all’approvvigionamento
del filato alla lavorazione a maglia e infine alla rifinitura. Il lavoro alla
macchina per maglieria richiede alcune fasi di preparazione e impostazione dei
parametri voluti (grandezza e tensione del filato, ecc.)”. La produzione di
ogni maglia richiede mediamente “tre ore di utilizzo della macchina per maglia
rettilinea”.
Nel compito presentato nella
scheda l’operatore “realizza capi di maglieria azionando manualmente la
macchina per maglieria rettilinea, che prevede l’avanzamento del carrello,
collegato alla spola, attraverso la spinta impartita col braccio sx impugnando
una manopola; con la mano dx vengono impostati o ripresi i punti che richiedono
sovrapposizione del filato, ad esempio per calature o trecce, mediante
l’utilizzo di un piccolo pettine metallico. L’utilizzo della macchina prevede
la postura in piedi”.
In questa attività si ha un
rischio medio di sovraccarico
biomeccanico
solo per l’arto dx
dalle 6 h di lavoro in poi (e un rischio lieve anche per l’arto sinistro dalle
6 h di lavoro in poi).
Concludiamo la presentazione di
queste schede facendo riferimento ai possibili
interventi di prevenzione nell’attività di realizzazione di
maglieria a macchina.
La scheda indica che il fattore
più sfavorevole è “senz’altro la presa in pinch della mano sia destra che
sinistra per cui gli interventi di prevenzione dovrebbero essere mirati a
migliorare ad esempio l’utensile utilizzato: si potrebbe progettare un
‘pettine’ con un’impugnatura meno disergonomica, sia dal punto di vista della
forma sia come materiale, in modo che risulti limitato anche l’impatto delle
compressioni dovute al tipo di attività e altrimenti difficilmente
eliminabili”.
Contarp Inail, “ Schede di rischio da sovraccarico biomeccanico degli arti
superiori nei comparti della piccola industria, dell’artigianato e
dell’agricoltura”, volume II, edizione 2014, pubblicazione realizzata da
Consulenza Tecnica Accertamento Rischi e Prevenzione (Contarp) di Direzione
Regionale Marche, Direzione Regionale Friuli Venezia Giulia, Direzione
Regionale Liguria, Direzione Regionale Toscana, Direzione Regionale Umbria; Autori:
Ugo Caselli, Chiara Breschi, Raffaella Compagnoni, Laura De Filippo, Maria
Angela Gogliettino, Elena Guerrera, Marina Mameli, Eleonora Mastrominico,
Daniela Sarto con la collaborazione di Silvia Mochi (formato PDF, 2.07 MB).
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schede di valutazione del rischio lavorativo”.
RTM
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