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"Imparare dagli errori: quando non c’è manutenzione nei muletti"
fonte www.puntosicuro.it / Sicurezza Macchine ed Attrezzature
11/06/2015 - La
mancanza o carenza di manutenzione
dei
carrelli elevatori può
aumentare esponenzialmente i rischi sia per gli operatori che li
utilizzano che per gli altri lavoratori con cui il carrello può venire
in “contatto”. Per la prevenzione degli incidenti in queste attrezzature
è molto importante che sia svolta una
regolare manutenzione per favorire sempre, oltre che l’efficienza del mezzo, anche la sicurezza degli operatori.
Questo breve capitolo sulla manutenzione si aggiunge al lungo
viaggio, fatto da PuntoSicuro in questi mesi sugli infortuni, sulle
dinamiche degli incidenti e sulle misure di prevenzione relative all’
utilizzo dei carrelli elevatori. Un viaggio che ha affrontato vari aspetti dal rischio ribaltamento ai
pericoli di investimento, dall’uso improprio alla mancanza di adeguate
protezioni, dai comportamenti non sicuri alla mancanza di piani di viabilità nelle aziende.
Come sempre, prima di presentare casi di infortunio e indicazioni per la prevenzione, ricordiamo ai nostri lettori:
- che la nostra fonte per le dinamiche e le analisi degli incidenti è costituita dalle schede presenti nella banca dati di INFOR.MO.;
- che il
carrello elevatore semovente con conducente a bordo è tra le attrezzature di lavoro per le quali l’ Accordo Stato-Regioni inerente le attrezzature di lavoro, pubblicato il 22 febbraio 2012, richiede una specifica abilitazione degli operatori.
I casi
Il
primo caso riguarda un incidente che poteva essere evitato con un’adeguata
manutenzione.
Una lavoratrice deve spostare con
una collega, mediante l’ausilio di un carrello elevatore trasportatore, un
sacco di materiale di risulta. Percorrendo circa 80 m devono raggiungere
l’ascensore montacarichi.
La lavoratrice si trova alla
guida, mentre la collega è al suo fianco. Giunte in prossimità della
saracinesca chiusa dell’ascensore/montacarichi la collega si accorge che il
carrello non arresta la sua corsa e scende repentinamente. L’altra lavoratrice
a bordo del carrello con le forche abbassate prosegue la sua corsa sfondando la
saracinesca e precipitando nel vano dell’ascensore fino al piano sottostante
rimanendo incastrata tra le pareti. Muore per frattura della parete toracica
sinistra.
Dai sopraluoghi si è rilevato che
il
sistema frenante del carrello
elevatore utilizzato non era funzionante a causa della mancanza di olio nel
circuito idraulico.
Nel
secondo caso l’incidente è sicuramente favorito da alcune carenze
del muletto.
Una lavoratrice sta attraversando
il piazzale per recarsi negli spogliatoi antistanti lo stabilimento di
produzione di una ditta conserviera. Improvvisamente viene investita da un
carrello elevatore che sta trasportando dei barattoli di mais. La donna cade
violentemente a terra battendo la testa e morendo sul colpo. L'operaio che
conduce il muletto non si accorge neppure dell'impatto. Entrambi i lavoratori
sono stagionali non alla prima esperienza in azienda.
E' stato successivamente
verificato “che il muletto era stato caricato a tal punto che la luce dei
fanali anteriori di marcia puntava sul materiale riducendo così la capacità
illuminante dei fanali stessi, dei fanali supplementari solo uno era
funzionante e inoltre orientato male. Il muletto era inadeguato all'uso
notturno dato che mancava un fanalino posteriore ed il segnalatore acustico di
retromarcia era assente. Il piazzale risultava scarsamente illuminato e non era
presente né la segnaletica orizzontale né la cartellonistica di sicurezza” per
avvertire del traffico dei carrelli elevatori nel piazzale.
Vari i
fattori causali riscontrati:
- “guidava carrello con carico
eccessivo che rendeva pericolosa la guida”;
- “muletto non idoneo all'uso
notturno”;
- “illuminazione scarsa del
piazzale”;
- “ mancanza
della segnaletica di sicurezza nel piazzale”.
La prevenzione
È evidente che i pericoli
potenziali per i lavoratori aumentano se le attrezzature non sono efficienti,
se l’ambiente di lavoro non è predisposto o se non vengono rispettate le
corrette procedure di lavoro.
Per avere qualche indicazione sul
mantenimento in efficienza del carrello elevatore possiamo fare riferimento al
documento, curato dalla Regione
Toscana, “
Lista di controllo
Carrelli Industriali Semoventi”, un documento presentato sul sito dell’ ASL
Monza e Brianza in relazione al Piano Mirato di Prevenzione “ Carrelli
elevatori e viabilità sicura in azienda”.
Secondo il documento “ogni
carrellista, ad inizio turno di lavoro, seguendo la lista riportata dal
costruttore nel manuale di uso e manutenzione, deve eseguire i controlli
giornalieri e quindi segnalare l’esistenza di eventuali anomalie al datore di
lavoro, al capo reparto o altro referente definito nelle procedure aziendali”.
Inoltre il carrello elevatore
deve essere
sottoposto a
manutenzione periodica secondo le
indicazioni del costruttore. Il D.Lgs. 81/2008 al paragrafo 3.1.2 dell’allegato
VI –in relazione alle disposizioni concernenti l’uso delle attrezzature di
lavoro che servono a sollevare e movimentare carichi - prescrive che
le funi e le catene debbono essere
sottoposte a controlli trimestrali in mancanza di specifica indicazione da
parte del fabbricante.
La lista indica che “considerando
che nei carrelli
elevatori i manuali indicano il controllo delle catene e relativa
periodicità, di norma ne consegue che l’unico riferimento per la tempistica
diventa il manuale di uso e manutenzione. La tempistica viene indicata quasi
sempre in ore di lavoro o in periodi di tempo tenendo come limite quella delle
due scadenze che cade prima. In caso di carrelli usati in modo molto saltuario
in ambienti non aggressivi o insudicianti la tempistica potrà essere
modificata, mantenendo comunque non meno di un controllo all’anno, su eventuali
indicazioni del costruttore o del suo servizio di assistenza autorizzato. In
ogni caso il conta ore deve essere presente e funzionante per programmare e
verificare le manutenzioni in modo efficiente”.
La manutenzione viene eseguita da
personale qualificato in modo specifico
e viene documentata?
Il documento segnala che gli
interventi di manutenzione, riparazione, ecc. devono essere eseguiti:
- “da personale interno in
possesso delle attrezzature necessarie, di esperienza e di competenze
professionali e tecniche adeguate per individuare ed eliminare, in condizioni
di sicurezza, gli eventuali guasti e per garantire al carrello una manutenzione
secondo la regola dell’arte;
- oppure da una ditta
specializzata”.
E la normativa vigente prevede
che il datore di lavoro “debba prendere le misure organizzative necessarie
affinché le attrezzature siano oggetto di idonea manutenzione da parte di
personale qualificato in modo specifico. La strada più semplice per garantire
il rispetto di questa prescrizione è quella di stipulare un contratto di
manutenzione con ditta qualificata. Nel caso il carrello sia fornito dal
costruttore con il libretto dei tagliandi lo stesso deve essere mantenuto
aggiornato”.
Si ricorda poi la necessità di
effettuare
controlli periodici e/o
straordinari per assicurare il buono stato di conservazione ed efficienza
ai fini della sicurezza. I carrelli
elevatori devono infatti essere “sottoposti a controlli periodici, secondo
indicazioni fornite dal costruttore ovvero, in assenza di queste, dalle
pertinenti norme tecniche o dalle buone prassi o da linee guida”.
Riguardo alla manutenzione di
parti specifiche dei muletti e, in particolare, del
sistema frenante, possiamo fare riferimento infine alla
pubblicazione Inail “ Movimentazione
merci pericolose. Carico, scarico, facchinaggio di merci e materiali. Manuale
sulla sicurezza destinato agli addetti al carico, scarico, facchinaggio di
merci e materiali pericolosi”, realizzata dalla Direzione Centrale
Prevenzione dell’Inail in collaborazione con Parsifal Srl.
Sterzo e freni sono elementi
vitali del carrello
elevatore: “anomalie di funzionamento o, addirittura, guasti possono avere
conseguenze pesantissime. È per questo che vanno tenuti costantemente sotto
controllo da parte dell’operatore, che segnalerà prontamente ai propri
superiori eventuali difetti riscontrati”.
Durante le operazioni di
manutenzione programmata, riguardo allo
sterzo
andranno controllati: giochi della scatola di guida; precisione degli
accoppiamenti, gioco dei perni, stato dei cuscinetti; per lo sterzo a catena,
usura della catena e allungamenti delle maglie (recuperando eventuali giochi);
per lo sterzo idraulico, stato delle tubazioni, assenza di trafilamenti”.
Riguardo agli
pneumatici “bisogna verificare l’usura,
l’assenza di tagli e la corretta pressione di gonfiaggio. I punti di snodo
vanno sempre tenuti correttamente lubrificati, rimuovendo sporcizia e
incrostazioni”.
Infine dei
freni, bisogna verificare:
- “livello del liquido;
- gioco e azionamento del pedale;
- efficienza (prove di frenata).
E il liquido utilizzato “deve essere specifico per
freni ed è assolutamente sconsigliabile usare contemporaneamente fluidi
diversi. Anche il freno di stazionamento deve essere provato, conformemente a
quanto indicato nel manuale di uso e manutenzione”.
Pagina introduttiva del sito web di
INFOR.MO.: nell’articolo abbiamo presentato le schede numero
1952a e
173a. (archivio incidenti 2002/2010).
Tiziano Menduto
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