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"Sorveglianza sanitaria, malattie professionali e piani di prevenzione"
fonte www.puntosicuro.it / Malattia Professionale
09/03/2016 - Spesso si dimentica – ed è lo stesso
Piano Nazionale della Prevenzione 2014
‐
2018 a ricordarlo – che un grande numero di morti legate al lavoro è dovuto alle malattie professionali. E uno dei
macro obiettivi del Piano nazionale della Prevenzione è dedicato proprio alla prevenzione di infortuni e malattie professionali (MP).
Per affrontare l’efficacia di questi piani, nazionali e regionali, ci soffermiamo su un intervento al seminario SNOP “ Le
patologie professionali e miglioramento delle notizie sullo stato di
salute dei lavoratori: l’occasione dei Piani regionali di prevenzione
2015-2018” che si è tenuto il 18 settembre 2015 a Milano.
Nell’intervento “
Piani regionali prevenzione, piani mirati,
progetti di ricerca attiva delle patologie professionali, l'analisi dei dati da
allegato 3B: quali indicazioni emergono per la programmazione degli interventi”,
a cura di Battista Magna (ASL Milano) e Laura Bodini (SNOP), sono ricordati gli
obiettivi centrali della Piano Nazionale Prevenzione rispetto al macro
obiettivo evidenziato:
- implementare il grado di
utilizzo dei sistemi e degli strumenti informativi;
- incrementare la collaborazione
tra operatori sanitari per favorire l’emersione e il riconoscimento delle malattie
professionali;
- sostenere il ruolo di RLS/RLST
e della bilateralità;
- promuovere/favorire l’adozione
da parte delle imprese di buone prassi e percorsi di Responsabilità
sociale;
- promuovere/favorire programmi
di miglioramento del benessere organizzativo nelle aziende;
- coinvolgere l’istituzione
scolastica nello sviluppo delle competenze in materia di SSL nei futuri
lavoratori;
- promuovere il coordinamento
dell’attività di vigilanza e l’approccio di tipo proattivo dei servizi pubblici
attraverso l’adozione di piani integrati di prevenzione degli infortuni;
- migliorare la qualità e
l’omogeneità dell’attività di vigilanza anche attraverso l’incremento
dell’utilizzo di strumenti di
enforcement
quali l’audit.
L’intervento si sofferma nel
dettaglio di alcuni aspetti rilevanti per la prevenzione, anche con riferimento
ai Piani Regionali di Prevenzione (PRP).
Ad esempio riguardo al grado di
utilizzo dei sistemi di conoscenza dei
rischi e dei danni si riportano alcune indicazioni:
-
elementi innovativi: tutte le Regioni dichiarano un forte impegno
per il raggiungimento di questo obiettivo, attraverso: il miglioramento e
l’incremento dei sistemi
nazionali di sorveglianza MALPROF, INFORMO, Flussi Informativi INAIL
Regioni; formazione specifica degli operatori; reportistica;
-
criticità: “evidenti differenze tra le Regioni sul grado di
avanzamento dei sistemi informativi; poco evidenziate le difficoltà legate all’utilizzo
di OCCAM per problemi di
flussi INPS e strumenti informatici ‘obsoleti’; non sempre valorizzato il
flusso allegati 3B (presente nei PRP Friulì, Emila Romagna, Piemonte,
Lazio,..); non si insiste sulla necessità di poter accedere agli archivi INAIL
/INPS ex esposti ad amianto per aggiornare registri e organizzare sorveglianza
sanitaria”;
-
proposte: “utilizzo fondi sanzioni (art. 13 comma 6 D.Lgs. 81/2008)
per adeguare strumenti informatici e formare gli operatori; predisporre liste
locali di aziende basate sugli allegati 3B; disporre dei nominativi degli ex
esposti nei Flussi Informativi INAIL-Regioni”.
L’intervento si sofferma poi
sull’incremento del sistema MALPROF
e sulle esperienze relative all’applicazione dell’articolo 40 del D.Lgs.
81/2008:
Articolo 40 - Rapporti del
medico competente con il Servizio sanitario nazionale
1. Entro il primo trimestre
dell’anno successivo all’anno di riferimento il medico competente trasmette,
esclusivamente per via telematica, ai servizi competenti per territorio le
informazioni, elaborate evidenziando le differenze di genere, relative ai
dati collettivi aggregati sanitari e di rischio dei lavoratori, sottoposti a
sorveglianza sanitaria secondo il modello in ALLEGATO 3B.
2. Le Regioni e le Province
autonome di Trento e di Bolzano trasmettono le informazioni di cui al comma
1, aggregate dalle aziende sanitarie locali, all’ISPESL.
(...) |
Un altro aspetto su cui si
soffermano i relatori è l’obiettivo di “
incrementare la collaborazione tra
operatori sanitari per favorire l’emersione e il riconoscimento delle malattie
professionali”.
Queste alcune indicazioni:
-
elementi innovativi: “in tutti i PRP viene illustrato il dato di contesto
e l’andamento delle malattie professionali; in alcuni PRP oltre alle fonti sui
danni (Malprof, INAIL) citate fonti sui rischi (CAREX- Piemonte); emersione
delle MP anche per settori; collaborazione con tutti i medici (competenti,
ospedalieri, universitari, patronati MMG,..)”;
-
criticità: “le malattie professionali rappresentano solo
parzialmente lo «stato di salute (o non salute) dei lavoratori»; non sempre ben
distinta l’emersione a fini medico legali assicurativi, e a fini epidemiologico
preventivo (troppo spesso come indicatore usate le denunce INAIL e non denunce
ex 139); non affrontato il tema sulle idoneità”;
-
proposte: “migliorare la conoscenza dello stato di salute dei
lavoratori non limitandosi alle malattie professionali; avviare una riflessione
approfondita sul tema della idoneità”.
Un altro aspetto rilevante è il “
miglioramento della qualità della sorveglianza
sanitaria”:
-
elementi innovativi: “in tutti i PRP si pone l’attenzione sulla
qualità della sorveglianza sanitaria da parte dei medici competenti; viene
valorizzata la «rete sanitaria» cioè la collaborazione tra operatori sanitari
appartenenti a diversi enti”;
-
criticità: “non completamente approfondito il tema dell’efficacia
della sorveglianza sanitaria e dell’eventuale inutilità di alcuni
accertamenti”;
-
proposte: - approfondire il tema EBP (Evidence Based Prevention) in
medicina del lavoro; “in tema di sorveglianza sanitaria per ex esposti ad
amianto insistere per accedere agli archivi INAIL/INPS”.
E riguardo ai “
rischi lavorativi e settori”:
-
elementi innovativi: “nei PRP vengono considerati i piani
nazionali: edilizia, agricoltura, rischio chimico e tumori, patologie muscolo
scheletriche, stress”;
-
criticità: “poco affrontato il tema dei rischi in settori diversi
da agricoltura ed edilizia; non sempre viene dato il giusto peso all’igiene del
lavoro in edilizia”;
-
proposte: “considerare anche settori diversi da edilizia e
agricoltura, che comunque presentano rischi professionali evidenti”.
Sono poi indicate alcune
“asimmetrie” dei
Piani Regionali di
prevenzione:
- “poco valorizzata la questione
comunicazione moderna (siti web, materiali disponibili, trasparenza, app, ...);
- poco presente la questione
legalità come presupposto” anche se “il peso del tema diseguaglianze (provenienza
geografica, precarietà contrattuale) è bene sottolineato in tutti i PRP”;
- un po’ silente (ad eccezione
del PRP FVG) la questione invecchiamento e lavoro
mascherato nella promozione della salute e nella prevenzione della cronicità;
- poco dettagliati i comparti
critici sui quali intervenire ad esempio quelli indicati da UE su stress (sanità,
trasporti …)”.
E oltre alla necessità di avere attività
di provata efficacia anche in medicina del lavoro, si segnala, infine, che,
oltre ai Seminari e alle analisi, “occorre ottenere in tutte le Regioni /ASL:
- un sistema di confronto stabile
sui vari temi;
- una maggiore e più moderna
capacità comunicativa (siti web migliori, report, trasparenza, materiali
disponibili…);
- il pieno utilizzo dei fondi
delle sanzioni (articolo 13 comma 6 del Dlgs 81/2008) tanto faticosamente
ottenuto e poco valorizzato nei PRP”.
In conclusione di articolo e in
relazione all’articolo 40 ricordiamo infine a tutti i medici competenti la
scadenza del
31 marzo 2016 relativa
all’obbligo di trasmissione ai servizi competenti per territorio dei dati
aggregati sanitari e di rischio dei lavoratori sottoposti a sorveglianza
sanitaria.
Queste informazioni, elaborate
evidenziando le differenze di genere, devono essere inviate esclusivamente per
via telematica entro il primo trimestre dell’anno successivo a quello di
riferimento. Per l’invio è stato predisposto, come già ricordato da PuntoSicuro,
uno specifico applicativo
web, in base all’intesa in Conferenza Unificata del 20 dicembre 2012 (atto
n.153/CU), strutturato secondo modalità semplificate e standardizzate in modo
tale da consentire l'inserimento dei dati così come previsto dall’allegato II
(all.3 B del d.lgs 81/2008) del decreto
interministeriale del 9 luglio 2012.
“ Piani regionali prevenzione,
piani mirati, progetti di ricerca attiva delle patologie professionali,
l'analisi dei dati da allegato 3B: quali indicazioni emergono per la
programmazione degli interventi” a cura di di Battista Magna (ASL Milano) e Laura
Bodini (SNOP), intervento al seminario “Le patologie professionali e
miglioramento delle notizie sullo stato di salute dei lavoratori: l’occasione
dei Piani regionali di prevenzione 2015-2018” (formato PDF, 4.39 MB).
RTM
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