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"Cantieri: come realizzare idonei impianti elettrici e impianti di terra"
fonte www.puntosicuro.it / RISCHIO ELETTRICO
11/03/2016 - Come abbiamo più volte raccontato su PuntoSicuro, un’idonea
gestione della salute e sicurezza nei cantieri edili passa attraverso
un’adeguata
pianificazione e organizzazione del cantiere.
Ad esempio con riferimento alla sistemazione delle aree di
cantiere, all’analisi delle interazioni possibili tra il sito e il
contesto ambientale, alla realizzazione di una viabilità adeguata e di
idonei e sicuri impianti di cantiere (elettrico e di terra, di
protezione contro le scariche atmosferiche, di illuminazione,
idrico-sanitario, d’aria compressa, antincendio, ...).
Per soffermarci su quest’ultimo
aspetto, gli
impianti di cantiere,
riprendiamo alcuni contenuti del documento Inail “ La progettazione
della sicurezza nel cantiere”, elaborato dal Dipartimento Innovazioni
Tecnologiche e Sicurezza degli Impianti, Prodotti ed Insediamenti Antropici e a
cura di Raffaele Sabatino e Antonio Di Muro.
Diamo brevemente qualche
informazione sull’
impianto elettrico.
Si ricorda che “la responsabilità
della relativa progettazione resta a carico di chi firma la
dichiarazione di conformità, vale a
dire dell'installatore. L' impianto
elettrico deve essere allestito da personale qualificato e abilitato” - ai
sensi del DM 37 del 22 gennaio 2008 - che, al termine delle opere, “deve
redigere la dichiarazione di conformità ai sensi dell'art. 7. Con il rilascio
di tale dichiarazione viene omologato anche l'impianto di terra, ai sensi del
d.p.r. 462 del 22 ottobre 2001; copia della dichiarazione di conformità sarà
inviata, a cura del datore di lavoro, all'INAIL e all'ARPA/ASL competenti per
territorio, nel caso di Sportello Unico non operante. Senza la dichiarazione di
conformità l'impianto elettrico di cantiere non è, pertanto, utilizzabile”.
Dopo aver riportato un elenco
degli elaborati da allegare alla dichiarazione, il documento ricorda che l'
impianto elettrico di cantiere si
compone, essenzialmente:
- “dei collegamenti elettrici
(condutture o cavi) dal punto di consegna dell'azienda elettrica distributrice
fino al quadro elettrico generale e da questo ai sottoquadri di settore, dove
sono presenti gli interruttori magnetotermici e differenziali;
- delle masse metalliche infisse
o inglobate nel terreno, al fine di disperdere nello stesso le eventuali
correnti di guasto o le scariche atmosferiche (rete di dispersione
dell'impianto di messa a terra), dei captatori e degli scaricatori
dell'impianto di protezione contro le scariche atmosferiche (dove questo è
presente), dei conduttori di terra, di equipotenzialità e di protezione, aventi
al funzione di connettere elettricamente le carcasse metalliche degli
utilizzatori elettrici con l'impianto di messa a terra”.
Si ricorda poi che l'impianto di
protezione contro le scariche
atmosferiche “va connesso elettricamente all'impianto di terra” e sono
invece “
esclusi dall'impianto elettrico
di cantiere:
- i collegamenti elettrici
alimentati dalle prese dei quadri elettrici terminali;
- gli impianti elettrici dei
locali di servizio di un cantiere, quali uffici, spogliatoi, sale riunione, spacci,
ristoranti, mense, dormitori, servizi igienici, officine meccaniche ecc.;
- le spine e i cavi di
alimentazione di apparecchi utilizzatori portatili o trasportabili derivati
dalle prese dei quadri elettrici terminali, della cui verifica sono responsabili
i datori di lavoro delle diverse imprese che vi allacciano le attrezzature;
- i locali di produzione e
consegna dell'energia elettrica, indipendentemente dalla loro ubicazione,
interna o esterna al recinto di cantiere (si considerano infatti locali di
servizio); i circuiti alimentanti il cantiere debbono comunque essere protetti
in accordo con le prescrizioni della CEI 64-8, anche se traggono origine da
quadri elettrici posti entro locali di servizio”.
Si sottolinea che bisogna
prestare particolare attenzione all' impianto elettrico nel
cantiere “in quanto tale ambiente risulta, generalmente, particolarmente
polveroso ed esposto alle intemperie. Inoltre gli apparecchi elettrici sono
sottoposti a forte usura, che deteriora l'isolamento delle parti attive, urti e
vibrazioni; i conduttori sono esposti a frequenti calpestii e trascinamento sul
terreno, e logorii di varia natura. In queste situazioni potrebbero venir meno
le misure di protezione contro i contatti diretti con parti in tensione, con
gravi rischi per gli operatori. Per questo motivo tutti i circuiti che
alimentano prese e spine dovranno essere protetti da interruttori differenziali
ad alta sensibilità (30mA)”.
Inoltre la protezione contro i contatti
diretti “è possibile anche mediante l'impiego della bassissima tensione di
sicurezza (BTS) tramite trasformatori di sicurezza, ma con scarse possibilità
di applicazione viste le elevate potenze in gioco. È possibile, inoltre, la
protezione mediante la separazione dei circuiti tramite trasformatore di
isolamento (TST) alimentando ogni singola presa con un suo trasformatore (non
senza problemi di costo e ingombro). I componenti fissi debbono possedere grado
di protezione minimo IP44 ad eccezione dei quadri per la distribuzione
dell'energia: la pubblicazione I EC 439-4 prevede che tali quadri abbiano grado
di protezione non inferiore a IP43 (ridotto a IP21 quando la porta viene aperta
per brevi periodi, dovendo azionare o manovrare i dispositivi in esso
contenuti); se il quadro contenesse prese e spine il grado di protezione dovrà
comunque essere, durante il loro impiego, IP43. I quadri da cantiere,
generalmente, contengono dispositivi di protezione e manovra ed è bene che
siano oggetto di particolare attenzione da parte
del CSP (CSE), che dovrà provvedere a farli installare in situazioni più
riparate rispetto all'impianto che interessa l'intera area del cantiere”.
Il documento si sofferma in
particolare su alcuni punti: quadri di alimentazione principale, quadri di distribuzione, condutture, prese e
spine, ...
Ad esempio riguardo ai
quadri di alimentazione principale si
segnala la necessità di installare “tutti quei dispositivi di protezione
necessari per la sicurezza e il buon funzionamento dell'impianto elettrico”.
Inoltre è “sempre opportuno:
- predisporre un collegamento di
terra efficiente (da allacciare all'apposito morsetto sulla carcassa o in
morsettiera);
- predisporre una protezione
meccanica del cavo di alimentazione proveniente dal punto di consegna
dell'energia elettrica;
- proteggere adeguatamente i
circuiti utilizzatori contro i sovraccarichi e i corto circuiti;
- offrire un sufficiente potere
dì interruzione contro i corto circuiti”.
Rimandando ad una lettura
integrale del documento, diamo qualche informazione sull’
impianto di terra.
IL documento ricorda che la protezione
dal contatto indiretto con elementi metallici non facenti parte di impianti
elettrici, ma accidentalmente in contatto con sorgenti di elettricità, “si
effettua mediante la messa a terra di tutti gli elementi metallici (carcasse di
macchine, scatole di interruttori, involucri metallici di utensili portatili,
ponteggi e casseforme metalliche, gru) suscettibili di trovarsi sotto tensione
(e cioè con un'interruzione automatica del circuito), oppure utilizzando
apparecchiature provviste di sistema a doppio isolamento (classe II). La messa
a terra è il collegamento delle parti metalliche ad un dispersore conficcato
nel terreno, in modo che le parti metalliche ed il terreno abbiano lo stesso
potenziale”.
L'impianto di terra costituisce dunque
una “protezione essenziale e obbligatoria per scaricare a terra un'eventuale
corrente di guasto o per il cedimento di un isolamento che metta sotto tensione
oggetti del cantiere, normalmente non in tensione, con cui possano venire a
contatto gli addetti ai lavori (per esempio la carcassa di un motore, la
struttura di una betoniera ecc.). Quindi, tutti gli elementi degli impianti
suscettibili di venire in contatto con elementi che trasportano energia o con
parti soggette ad attrarre i fulmini debbono essere efficacemente messe a terra”.
Dopo aver presentato i vari
componenti dell’impianto di terra (dispersore, nodo principale di terra, conduttori
di protezione, conduttori di terra, conduttori equipotenziali principali), il
documento ricorda le modalità di denuncia dell’impianto di terra.
Concludiamo questo primo articolo
sugli impianti di cantiere offrendo qualche indicazione sull’
impianto di protezione contro le scariche
atmosferiche, un impianto che protegge “dalle scariche
atmosferiche che possono colpire le grandi masse metalliche presenti nel
cantiere, quali ponteggi, attrezzature di notevoli dimensioni, sili per
cemento, serbatoi per l'acqua ecc.”.
La necessità dell'impianto “deve
essere valutata secondo il disposto di cui alla norma CEI EN 62305” e deve
essere realizzato “quando dal calcolo risulti che la struttura non è
autoprotetta (cioè il rischio è inferiore a quello tollerabile ammesso dalla
norma); tale condizione deve essere attestata da una relazione firmata da un
tecnico abilitato”.
L'impianto si realizza “collegando
i dispersori, costituiti da picchetti o corda di rame o tondino di acciaio
zincato, all'impianto di terra per la protezione contro i contatti indiretti,
mentre non è necessario collegare ad anello i dispersori fra di loro in quanto
la continuità viene assicurata dalla struttura metallica stessa. La pratica di
collegare tra loro i diversi elementi del ponteggio per garantire la continuità
elettrica è eccessiva nonché dispendiosa. L'impianto deve essere, al pari di
quello di terra, denunciato agli enti competenti e copia della denuncia deve
essere conservata in cantiere. Anche tale impianto deve essere opportunamente
mantenuto”.
Rimandiamo infine a futuri
approfondimenti del giornale la trattazione di altri impianti come l’impianto
di illuminazione e l’impianto antincendio.
INAIL - Dipartimento Innovazioni
Tecnologiche e Sicurezza degli Impianti, Prodotti ed Insediamenti Antropici, “ La progettazione della sicurezza nel cantiere”, documento
curato da Raffaele Sabatino (INAIL, Dipartimento Innovazioni Tecnologiche) e
Antonio Di Muro (Professore a contratto presso l'Università degli Studi di Roma
"La Sapienza", Coordinatore della sicurezza in fase di progettazione
ed esecuzione per conto di Enti pubblici e privati), con la collaborazione di
Andrea Cordisco e Daniela Gallo, edizione 2015 (formato PDF, 12.43 MB).
Algoritmo cantieri (Formato XLS, 260 kB).
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abbonati dedicata a “ Progettazione
della sicurezza nei cantieri edili”.
RTM
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