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"Come progettare gli impianti di videosorveglianza urbana?"
fonte www.puntosicuro.it / Sicurezza
13/04/2016 - Oggi le pubbliche amministrazioni sono sempre più innamorate degli
impianti di videosorveglianza urbana e
questa particolare attività impiantistica assorbe una quota
significativa del fatturato delle aziende specializzate nel settore.
Tuttavia non sempre i progettisti, che sviluppano i capitolati di
appalto di questi impianti, tengono presenti alcune regole fondamentali,
per garantire che questi impianti abbiano vita lunga e soddisfacente,
per i committenti e i cittadini in genere.
Quando gli amministratori
comunali vogliono mettersi in bella luce presso i propri amministrati, una
delle soluzioni più spesso adottate è quella di proporre la installazione di un
impianto di videosorveglianza urbana. Se questo impianto è già stato
installato, gli amministratori propongono un ampliamento, magari per coprire
delle zone cittadine, dove l’indice di criminalità è aumentato in misura
significativa.
Nessuno può dubitare del fatto
che gli impianti di videosorveglianza siano oltremodo utili per ricostruire eventi criminosi, se però
le telecamere sono state correttamente posizionate. Parimenti, nessuno più
dubita del fatto che gli impianti di videosorveglianza possono costituire un
deterrente, inducendo la criminalità spicciola od organizzata a spostare le
proprie basi operative in zone meno sorvegliate.
È un’esperienza diretta di chi
scrive che la installazione di un impianto di videosorveglianza in un comune
porta, a breve distanza di tempo, ad uno spostamento delle attività criminose
nei comuni vicini, che a loro volta si vedono quasi costretti ad installare un
impianto di videosorveglianza, e così via.
Purtroppo spesso i professionisti
che progettano i capitolati per la fornitura di questi impianti di
videosorveglianza non hanno una esperienza specifica e si concentrano su
aspetti tecnologici, che potrebbero avere un impatto non particolarmente
rilevante sulle caratteristiche dell’impianto e, soprattutto, sul
soddisfacimento delle esigenze, per cui quell’impianto venne installato.
Non per nulla, il ministero degli
interni si attivò in modo appropriato, emanando una
circolare, che forniva preziose indicazioni a tutte le amministrazioni
comunali che fossero in procinto di installare impianti di videosorveglianza. La
circolare è parimente utile per le amministrazioni che hanno già installato
questi impianti e che desiderano allinearli con le più moderne tecnologie e,
soprattutto, con le esigenze evolutive delle forze dell’ordine e della
cittadinanza.
Il video management software
Dal momento che il numero delle
telecamere che vengono installate tende sempre a crescere, sia perché
l’impianto iniziale è consistente, sia perché il successo dell’impianto
inizialmente installato porta ad installare ulteriori telecamere, una
componente fondamentale per gestire questi sistemi sta nell’installazione di un
video management software, che sia
in grado di gestire in modo snello e intuitivo le telecamere installate, non
solo nelle quantità attualmente presenti, ma anche con ampia riserva per fare
fronte ad ampliamenti dell’impianto esistente. Oggi sono disponibili numerosi
applicativi, prodotti da aziende di buon livello e si ha solo l’imbarazzo della
scelta, se però si è deciso di fare una scelta!
Ad esempio, una caratteristica
fondamentale di questi applicativi deve essere la estrema semplicità di uso, in
modo che gli operatori non abbiano bisogno di tempo, sempre prezioso, e
speciali competenze, non sempre disponibili, per utilizzare rapidamente
l’impianto.
Un’altra caratteristica di questo
applicativo riguarda la “
scalability”,
vale a dire la capacità dell’applicativo di gestire con facilità numeri
crescenti di telecamere. Un sistema ben progettato deve poter gestire con
facilità l’ampliamento del parco telecamere, che comporta anche un aumento
della dimensione delle memorie del sistema e della potenza del server. Quando
si amplia un sistema, infatti, non si interviene solo sul numero delle
telecamere, ma anche sulle dimensioni e le capacità di memoria dell’apparato
centrale.
Le caratteristiche di integrazione
Un video management software
spesso non deve solo gestire le immagini provenienti dalle telecamere, ma deve
anche poter acquisire informazioni provenienti da altri impianti, come ad
esempio sistemi di controllo accessi, sistemi di rivelazione di intrusione ed
altri sistemi, forniti da una grande varietà di fornitori e che utilizzano
apparati quanto mai diversificati.
La capacità di operare una
integrazione funzionale di questi
apparati, che spesso sono assai diversi fra di loro come caratteristiche
funzionali e protocolli d’uso, rappresenta un aspetto fondamentale che deve
essere sempre inserito in qualsiasi capitolato di fornitura.
Pertanto l’utilizzo di una
piattaforma aperta deve essere una caratteristica indispensabile di ogni video
management software.
Ecco la ragione per la quale,
soprattutto in nuove forniture, l’utilizzo di telecamere conformi allo standard
ONVIF rappresenta un elemento oltremodo positivo, che permette di integrare con
facilità nuovi e vecchi apparati, a condizione appunto che presentino certe
caratteristiche di compatibilità.
L’affidabilità funzionale
Qualunque cosa accada, bisogna
che le
immagini registrate siano
comunque sempre accessibili, onde garantire la ragione stessa per la quale
l’impianto è stato installato.
Oggi sono disponibili sistemi
ridondanti, ad un costo anche contenuto, che sono in grado di garantire questa
elevata affidabilità, che evidentemente deve applicarsi a tutte le componenti
critiche dell’impiantistica.
È ben vero che le moderne
intelligenti telecamere possono disporre di una capacità di memoria, a bordo,
in grado di memorizzare le immagini, ove le connessioni con il sistema centrale
non siano disponibili o siano disturbate, ma è evidente che non si può abusare
di questa capacità locale di memoria, che ha un costo significativo e che
comunque non può archiviare immagini per un periodo troppo lungo.
L’utilizzo di norme di
riferimento, che prevedono appunto vari livelli di protezione contro possibili
disfunzioni del sistema, rappresenta un elemento di professionalità, che non
deve mai essere trascurato.
Gli applicativi VCA
Questi applicativi, che tengono
sotto controllo le immagini provenienti da ogni singola telecamera e sono in
grado di mettere in evidenza situazioni potenzialmente anomale, rappresentano
un’altra componente essenziale di qualunque impianto di
videosorveglianza, soprattutto quando il numero delle telecamere da tenere
sotto controllo è molto elevato.
Sappiamo tutti benissimo che un
operatore non può tenere sotto costante controllo le immagini e occorre
quindi delegare questa funzione a degli
applicativi, che si sostituiscono all’operatore, con un livello di efficienza
ed efficacia, che è solo sorprendente per chi non li conosce a fondo.
Questi applicativi possono essere
installati in periferia, oppure possono essere installati al centro, in
funzione della disponibilità e larghezza
dei canali di trasmissione.
Un moderno impianto di
videosorveglianza, privo di applicativi di video content Analysis, è un
impianto che nasce con gravissimi handicap di progettazione.
Il protocollo IP
Un’ultima raccomandazione che mi
permetto di fare a coloro che progettano questi impianti, riguarda il fatto che
sia bene specificare, per nuove forniture, che le telecamere digitali debbano
utilizzare un
protocollo IP v.6. È
ormai noto che il protocollo V. 4 sta esaurendo le sue capacità di fornitura di
indirizzi e quindi tanto vale fin da adesso già orientarsi su questo nuovo
protocollo, che dovrebbe soddisfare le esigenze del mondo intero per parecchie
diecine di anni a venire, almeno secondo le dichiarazioni di chi propone questo
protocollo.
Oggi molte fra le migliori
fabbriche fornitrici di telecamere sono perfettamente in grado di fornire
telecamere, il cui flusso di dati in uscita è conforme al protocollo IP V.6,
sol che nel capitolato questa caratteristica venga indicata!
Ad ulteriore edificazione dei
lettori, mi permetto di riportare in allegato la ormai famosa
Circolare del ministero degli interni
che, se pur non perfetta sul piano tecnico, per lo meno mette in evidenza
aspetti significativi, da soddisfare in fase di progettazione e realizzazione
di gestione di impianti di videosorveglianza a copertura
urbana.
Ministero dell’Interno - Circolare
N. 558/SICPART/421.2/70 del 2 marzo 2012 - Sistemi di videosorveglianza in
ambito comunale – Direttiva (formato PDF, 179 kB).
Adalberto Biasiotti
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