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"Imparare dagli errori: quando un operaio cade in un vano tecnico"
fonte www.puntosicuro.it / INFORTUNI
19/05/2016 - Spesso nel comparto edile gli
imbianchini, i
gessatori, che rifiniscono le costruzioni grezze realizzate dai muratori, ma anche
stuccatori e
intonacatori,
sono tra gli utilizzatori di ponteggi, di opere provvisionali, di
scale, maggiormente esposti al rischio di infortunio. Infortuni che
avvengono non solo per una sottovalutazione dei rischi e per l’uso di
cattive prassi, ma spesso anche a causa di ritmi di lavoro serrati che
inducono a improvvisare a scapito della sicurezza.
Ci soffermiamo dunque ancora sui pericoli dei lavori in quota e su infortuni che, come abbiamo visto riguardo all’ installazione di pannelli solari, hanno a che fare con lo sfondamento di pavimenti che non sono portanti.
Presentiamo in particolare una
scheda di un infortunio – dal titolo “
Caduta di 21 m in un vano tecnico” - pubblicata sul sito di Suva, istituto svizzero per l'assicurazione e la prevenzione degli infortuni, e correlata alla campagna elvetica “ Visione 250 vite”.
Una scheda che racconta la caduta, durante attività di rifinitura
di un edificio in costruzione, di un lavoratore che entra in un vano
tecnico e sfonda due sbarramenti antincendio.
Il caso
L’operaio, impiegato da otto anni
in un’impresa di gessatura, riceve l’incarico di svolgere dei lavori di
picozzatura al quarto piano di un
edificio in costruzione.
È in piedi su un ponteggio da gessatore vicino a un’apertura nella
parete.
Le assi che dovevano servire come protezione anticaduta erano
state rimosse prima di iniziare i lavori per poter applicare l’intonaco fino ai
bordi dell’apertura. Dietro l’apertura si trova un vano tecnico.

L’operaio inizia a lavorare, ma
per motivi sconosciuti entra nel vano e mette il piede sullo sbarramento
antincendio che però non è stato coperto con un rivestimento resistente alla
rottura.
L’operaio precipita per 21 metri
e sfonda un ulteriore sbarramento.
Nella caduta riporta lesioni gravi. Rimane invalido ed è
costretto ad essere assistito per il resto della sua vita.
Perché l’incidente è avvenuto?
La scheda di Suva indica che:
1. “le assi con le quali
l’apertura era stata messa in sicurezza erano state rimosse prima di iniziare i
lavori di gessatura. In questa situazione tutti gli addetti ai lavori avrebbero
dovuto dire subito STOP” e fermare i lavori;
2. l’operaio “lavora nei pressi
di un punto pericoloso. L’indagine svolta non ha permesso di chiarire perché ha
deciso di entrare nel vano”;
3. nel vano tecnico “sono stati
inseriti due sbarramenti antincendio. Tuttavia, non sono stati coperti con
rivestimenti resistenti
permanentemente alla rottura (ad es. grigliati, barre di metallo o lamiere
bugnate). Questo può aver dato l’impressione (sbagliata) di trovarsi su un
pavimento tecnico portante. Nessuno si è accorto di questa trappola mortale”.

Dunque, riepilogando, questi sono
i principali
fattori causali
dell’infortunio:
- “le assi a protezione
dell’apertura vengono rimosse e non sostituite;
- l’operaio lavora in prossimità
del punto pericoloso;
- i pannelli antincendio nel vano
tecnico non sono resistenti allo sfondamento”.
Prevenzione
Come con altre schede di Suva,
per favorire la prevenzione di questa tipologia di infortuni sono proposti
approfondimenti tratti da un documento. In questo caso il documento “
Otto regole vitali per pittori e gessatori”.
Ricordiamo brevemente le
regole:
1. Non improvvisare
2. Utilizzare i ponteggi
3. Mettere in sicurezza i lati
aperti
4. Controllare i ponteggi ogni
giorno
5. Impiegare correttamente le
scale a pioli
6. Mettere in sicurezza le
aperture nel pavimento (regola rilevante per il caso in questione)
7. Mettere in sicurezza le aperture
nelle pareti (regola rilevante per il caso in questione)
8. Utilizzare i dispositivi di
protezione individuale
Riguardo alle due regole
rilevanti, riprendiamo brevemente alcuni suggerimenti, come contenuti nel Vademecum.
La
sesta regola “
Mettiamo in
sicurezza le aperture nel pavimento con coperture resistenti alla rottura”
indica di “passare in rassegna le diverse aperture nel pavimento all’interno
dell’edificio e sui tetti: aperture per le scale, ascensori, condotte di
ventilazione e di installazione, pozzi luce, lucernari,
ecc.”.
Ma
come metterle in sicurezza?
Ci sono “due modi semplici per
mettere in sicurezza correttamente le aperture scoperte:
- “sbarrare l’apertura con una
protezione laterale a tre elementi;
- coprire l’apertura con una
copertura resistente alla rottura e inamovibile” (nel vademecum sono presenti
diverse foto esplicative).
Aspetti importanti:
- “usare assi da ponte, non
pannelli da casseratura;
- il legno non deve presentare
danni visibili come fessure o buchi;
- non creare nuovi intralci;
- gli sbarramenti antincendio
devono essere resistenti
allo sfondamento”
E se “mancano materiali,
attrezzi, competenze per mettere in sicurezza le aperture, è necessario
rivolgersi a una ditta esterna”.
Infine veniamo alla
settima
regola “
Lavoriamo solo se le
aperture nelle pareti sono state messe in sicurezza”.
Ogni lavoratore deve lavorare in
prossimità delle aperture nelle pareti solo se queste sono state messe in
sicurezza. Se c’è un pericolo di caduta, bisogna mettere in sicurezza le
aperture con una protezione laterale o comunque segnalare il pericolo ai
superiori.
E se in casi eccezionali, “ad
esempio per dipingere il telaio di una finestra, non è possibile mettere in
sicurezza un’apertura, i lavoratori devono proteggersi con un dispositivo
di ritenuta”.
N.B.: Gli eventuali
riferimenti legislativi contenuti nei documenti di Suva riguardano la realtà
svizzera, i suggerimenti indicati possono comunque essere utili per tutti i
lavoratori.
Suva, “ Caduta di 21 m in un vano
tecnico”, dinamica di un incidente correlata alla campagna elvetica “Visione
250 vite” (formato PDF, 701 kB).
Suva, “ Otto
regole vitali per pittori e gessatori”, (formato PDF, 196 kB).
Suva, “ Otto regole vitali per pittori e gessatori. Vademecum”,
versione gennaio 2011 (formato PDF, 984 kB).
Tiziano Menduto
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