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"Il carrello tocca i cavi elettrici due operai fulminati ad Aprilia"

fonte la Repubblica, M. Lugli / Sicurezza sul lavoro

13/10/2009 - APRILIA (LT) - Uccisi all'istante da una scarica di 70 mila volt. Una nuova, drammatica, tragedia sul lavoro all'indomani delle parole del presidente Giorgio Napolitano che ha insistito sulla prevenzione e ricordato quante vittime si potrebbero evitare con una puntuale applicazione della legge. Il dramma si è consumato, poco dopo le 15,10, in via del Tronco, una stradina alla periferia di Aprilia, a una quarantina di chilometri da Latina. Le vittime sono il figlio del titolare di una piccola impresa edile, Alessandro Protettore e un operaio albanese, Eric Erjon, 22 anni, che lavorava in nero. Impossibile, almeno in questa fase, stabilire che si sia trattata solo di una atroce fatalità o se, anche in questo caso, alcune norme di sicurezza siano state trascurate. Il pm Raffaella Falcione della procura di Latina ha aperto un'indagine per omicidio colposo. I due giovani stavano lavorando agli ultimi ritocchi della tinteggiatura di una villetta giallo ocra che si staglia su via del Tronco, al numero civico 16. La pittura era ormai conclusa e l'impresa, intestata a Bruno Protettore, padre di Alessandro, stava per smontare tutto. Alessandro e il ragazzo albanese erano appena scesi da un "trabattello", una sorta di ponteggio mobile montato su ruote. A un certo punto, l'intelaiatura è slittata e i due operai hanno tentato di rimetterla a posto. Proprio in quel momento, forse per una raffica del vento, violentissimo, che ha imperversato nel pomeriggio sulla capitale e sull'hinterland, uno dei cavi dell'alta tensione ha toccato la struttura di ferro. La scarica elettrica si è propagata, all'istante, per tutto il "trabattello" e i due ragazzi non hanno avuto il tempo di mettersi in salvo. Folgorati, sono rimasti attaccati al ferro dell'impalcatura, tra le urla d' orrore degli inquilini della zona e dei padroni di casa. Sul posto sono intervenuti il 118, i vigili del fuoco e i carabinieri del maggiore Luca Nuzzo, comandante della compagnia di Aprilia. Il padre di Alessandro, Bruno, molto conosciuto ad Aprilia dove lavora e vive da oltre trent'anni ha cercato di spiegare la situazione del dipendente albanese: «Erano diversi giorni che cercavo di metterlo in regola, stavamo facendo le pratiche». «Non sta a noi dire se ci sono colpe, sembra sia stata una fatalità» dice il sindaco Domenico D'Alessio. Ma il segretario generale della Fillea Cgil di Latina ricorda che nella zona gli ispettori del lavoro non hanno mezzi per controllare il territorio.

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