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"La crisi taglia anche gli infortuni"

fonte Italia Oggi, S. D'alessio / Sicurezza sul lavoro

18/11/2009 - Diminuiscono in Italia gli infortuni e le vittime sul lavoro, complice anche la crisi economico-occupazionale. Nei primi sei mesi del 2009, infatti, gli incidenti sono scesi del 10,6% rispetto all'anno precedente (397.980 contro i 444.958 del 2008), mentre i casi mortali hanno registrato un -12,2% (da 558 del 2008 a 490 del primo semestre dell'anno in corso). A rilevarlo l'Inail, che ieri a Roma ha illustrato gli ultimi dati. Secondo l'istituto guidato da Marco Sartori, è possibile stimare che 5-6 punti percentuali del calo siano da attribuire alla congiuntura sfavorevole, e al massiccio ricorso alla cassa integrazione. Il decremento è più contenuto per gli infortuni in itinere (quelli che avvengono durante il tragitto tra casa e lavoro, e viceversa) con un -5,8% per il totale degli incidenti ed un -9,2% dei casi mortali, ell'effettivo esercizio dell'attività (-11,1% e -13,1% i casi letali); c'è, poi, da evidenziare la consistente riduzione delle vittime sulla strada «in occasione di lavoro» (-20,5%). Quanto ai settori produttivi, ha puntualizzato l'Inail, l'industria ha fatto la parte del leone (-21,5% gli incidenti e -18,7% i casi mortali) con un picco nel comparto metalmeccanico (-27,3% gli infortuni, -20% le vittime), il ramo ad aver sofferto di più degli effetti della crisi. Molti meno infortuni per i lavoratori del settore delle costruzioni (15,8%), ma una contrazione più modesta delle morti (-3,9%). È andata un pò peggio nell'agricoltura e nei servizi, aree produttive in cui la flessione non è stata particolarmente marcata: gli infortuni nei campi sono scesi del 2,2% (-6,8% le morti), mentre per il terziario la diminuzione è stata rispettivamente del 2,2% (-5,1 % le vittime). Sul territorio nazionale, come ha osservato «con orgoglio» Sacconi è stata la sua zona di provenienza, l'industrializzato Nordest, a raccogliere il miglior risultato in termini di riduzione degli incidenti (-14,3% gli infortuni, -20,9% i casi mortali), tuttavia una discesa sensibile si è avuta anche nel Nordovest (-9,1% gli infortuni, -19,5% quelli mortali). In controtendenza è, invece, il Centro della Penisola, contraddistinto da un calo complessivo degli incidenti (-9,2%) e, nel contempo, da un'impennata dei casi letali (+9,2%). Nel Meridione, infine, la diminuzione infortunistica si è attestata al 7,9% e il dato relativo ai lavoratori che hanno perso la vita si è ridotto dell'11,5%. I numeri, sebbene siano da «salutare con soddisfazione», non debbono fare «abbassare la guardia», ha affermato Sacconi «Dobbiamo spezzare una sorta di zoccolo duro ed essere incoraggiati ad andare oltre», ha sottolineato il responsabile del Welfare, aggiungendo che non bisogna «ritenere che, in qualche modo, il sistema si stia orientando verso una dimensione fisiologica, perché l'unica fisiologia che accettiamo è lo zero», ovvero l'assenza di vittime di incidenti sul lavoro. Il ministro ha confermato come la discesa degli incidenti sia legata a stretto filo con la caduta delle ore lavorate a cui, di conseguenza, corrisponde una minore esposizione al rischio. Tuttavia, le politiche governative in materia di sicurezza «hanno sicuramente contribuito a far diminuire gli infortuni». Gli investimenti sulla prevenzione, si è inserito Sartori, «stanno dando dei frutti», così come il costante contatto dell'Inail (lodato anche da Sacconi) con le parti sociali e con l'Anmil, l'Associazione degli invalidi sul lavoro, sta mettendo «il fenomeno infortunistico in una luce più positiva di quanto sia stato fatto fino a oggi»;

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