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"L'ONU prevede un'imminente impennata dei rifiuti elettronici"

fonte Cordis - Commissione europea / Ambiente

25/02/2010 - Un importante rapporto finanziato dall'UE e realizzato in collaborazione con l'Università delle Nazioni Unite (UNU) mette in guardia contro un significativo aumento dei rifiuti provenienti da prodotti elettronici (e-waste) nel corso dei prossimi dieci anni. L'aumento vertiginoso nelle vendite di telefoni cellulari, computer e altri prodotti elettronici influenzerà probabilmente la salute pubblica e l'ambiente nei paesi non attrezzati appropriatamente per gestire la crescita dei rifiuti. Il rapporto, intitolato "Recycling - from E-Waste to Resources", ha ricevuto finanziamenti dalla direzione generale dell'Ambiente della Commissione europea. È stato redatto in collaborazione con l'EMPA (Laboratori federali svizzeri per i test e la ricerca sui materiali), l'Umicore e l'UNU - tutti membri del gruppo di ricerca StEP (Solving the E-waste Problem). Il rapporto presenta i risultati dei dati raccolti in 11 paesi in via di sviluppo in tutto il mondo sulle politiche nazionali, le capacità, le reti di raccolta dei rifiuti e il riciclaggio informale. I risultati vengono usati per illustrare l'attuale problema creato dai rifiuti elettronici e per prevedere le tendenze future a livello globale. In confronto alle statistiche del 2007, il rapporto prevede che i rifiuti di vecchi computer saliranno del 400% sia in Cina che in Sud Africa entro il 2020. I rifiuti provenienti dai frigoriferi gettati via saranno il doppio o il triplo in India, mentre i vecchi telefoni cellulari in questo paese aumenteranno di 18 volte. Entro il 2020, i rifiuti elettronici provenienti dai computer in paesi come il Senegal e l'Uganda aumenteranno dalle quattro alle otto volte. La Cina è il secondo più grande contenitore di rifiuti elettronici (sebbene l'importazione di rifiuti elettronici sia stata proibita, il paese riceve ancora rifiuti dai paesi sviluppati). Con circa 2,3 milioni di tonnellate, la Cina segue gli Stati Uniti, che sono al primo posto con 3 milioni di tonnellate. Significativamente, la maggior parte dei rifiuti elettronici della Cina vengono smaltiti in modo improprio, con metodi che provocano il rilascio di inquinamento tossico. Achim Steiner, sottosegretario generale dell'ONU, direttore esecutivo del programma delle Nazioni Unite per l'ambiente (UNEP), ha commentato: "Questo rapporto ci spinge a stabilire processi ambiziosi, formali e regolamentati per raccogliere e gestire i rifiuti elettronici attraverso l'apertura di stabilimenti grandi ed efficienti in Cina". Ha aggiunto che la Cina non è il solo paese che si troverà ad affrontare questo problema. La minaccia di danni ambientali e problemi di salute in seguito a un non adeguato riciclaggio dei rifiuti elettronici si profila anche per Brasile, India, Messico e altri paesi. Streiner ha spiegato che, oltre a ridurre le emissioni di gas, prevenire i problemi di salute e recuperare metalli di valore, un miglior riciclaggio dei rifiuti può creare posti di lavoro. "Agendo adesso e facendo programmi per il futuro, molti paesi possono trasformare un problema in un'opportunità", ha detto. Konrad Osterwalder sottosegretario dell'ONU ha concluso: "Questo rapporto descrive nuove tecnologie e meccanismi intelligenti che, insieme a politiche nazionali e internazionali, possono trasformare i rifiuti in risorse, creando nuove aziende che offrono posti di lavoro verdi. Allo stesso tempo, i paesi possono contribuire a diminuire l'inquinamento legato all'estrazione di minerali, alla produzione e allo smaltimento di vecchi apparecchi elettronici".

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