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"Il rischio Radon negli ambienti di lavoro"

fonte ISPESL / Sicurezza sul lavoro

11/03/2010 - Si è tenuto nei giorni scorsi a L’Aquila un seminario organizzato dall’Ispesl dal titolo: “Il rischio Radon negli ambienti di vita e di lavoro”. Esperti e ricercatori dell’Istituto hanno illustrato i rischi e i possibili rimedi rispetto ai danni alla salute provocati dal Radon, un gas radioattivo naturale, chimicamente inerte, privo di odore, colore, sapore ed estremamente volatile. Esso viene emanato principalmente dai terreni, in particolar modo da lave, tufi, pozzolane, rocce ed in minor misura dall’acqua nella quale è solubile tanto che può trovarsi anche nelle falde acquifere superficiali e sotterranee. Ma è presente anche in alcuni materiali da costruzione. Stando alle statistiche e alle ricerche dell’Ispesl è possibile affermare che l’inalazione del gas Radon rappresenta per l’uomo la seconda causa di tumore al polmone dopo il fumo della sigaretta. Un dato che senza dubbio lascia riflettere, se si pensa all’elevato numero di persone che ogni anno si ammalano di tumore proprio per gli effetti cancerogeni del Radon. Ma con semplici accorgimenti, applicabili in alcune situazioni, si può ridurre notevolmente il rischio. Mario Mariani - Direttore del dipartimento dell’Ispesl Installazioni di Produzione e Insediamenti Antropici – ha spiegato che “un accorgimento immediato e semplice per proteggersi dall’accumulo di radon in un locale consiste nell’aerazione continua del locale specialmente quando questo sia interrato o a contatto diretto del terreno: infatti il Radon essendo un gas, ha la capacità di attraversare la porosità del terreno, le fessure e le crepe dei pavimenti, le giunture delle mura oltre a fluire dai pori dei materiali da costruzione”. Il direttore generale dell’Ispesl - Umberto Sacerdote – ha evidenziato “la necessità assoluta di bonificare dal radon gli ambienti chiusi di vita e di lavoro quando in essi la concentrazione di gas supera il valore di guardia. Alcuni interventi di bonifica sono di facile realizzazione in quanto consistono nell’aerazione continua dei locali, altri sono più costosi poiché prevedono interventi tendenti a limitare o a eliminare i punti di infiltrazione accompagnati dalla depressurizzazione del suolo per impedire la risalita del gas Radon. Oggi è possibile effettuare un monitoraggio autonomo dei propri locali grazie ad economici rilevatori (dosimetri) che facilmente si trovano sul mercato”.

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