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"Il 65% delle cadute è letale. Le ispezioni sono in aumento"

fonte Giorno - Milano / Sicurezza sul lavoro

08/04/2010 - «QUELLO DELLA MICROSOFT? E' un cantiere difficile, per i sindacati è quasi inaccessibile». A parlare è Geber Shawky, rappresentante della Fillea Cgil. Insieme a una collega della Feneal Uil, Cristina Bosia, Shawky si è presentato alle 13 di ieri ai cancelli della Vitali Spa, a San Bovio. L'intento era quello di accedere all'area di costruzione, per cercare di capire dinamica e modalità dell'incidente che, alcune ore prima, aveva portato alla morte di un operaio e al ferimento di un altro. «Mi spiace, ma qui non entra nessuno», è stata la risposta che i due sindacalisti hanno ricevuto da un incaricato dell'impresa edile. Solo in un secondo momento, un addetto al marketing della Vitali ha raggiunto i rappresentanti dei lavoratori e fornito qualche breve, frammentaria informazione sull'accaduto. Il colloquio, di poche battute, è avvenuto nell'area esterna al cantiere. «Non è la prima volta che ci viene impedito l'accesso», ha dichiarato a caldo il referente della Cgil. «L'azienda dimostra una certa chiusura al dialogo e al confronto. Eppure, noi vogliamo solo cercare di fare chiarezza». Il cantiere di via Toscana è stato aperto due anni fa. Nei periodi di pun di frequente ta, arriva a impiegare 60 manovali tra italiani e stranieri. «Se tutto è a norma e le misure di sicurezza vengono rispettate, perché non ci è permesso entrare?», si chiede Shawky. E aggiunge: «Forse qualche anomalia c'è, se in meno di un anno sono già due le persone decedute nell'area lavori». NON LA PENSANO allo stesso modo gli operai che fanno il turno nei cantieri vicini e che, almeno di vista, conoscevano Gianbattista Rota, il 56enne morto ieri per una caduta. «Quello di via Toscana è un ambiente sicuro, l'attenzione per le misure anti-infortunio è massima, quasi maniacale», afferma Beniamino Carfora, socio e operaio di una società che collabora con la Vitali. «Purtroppo, anche nei contesti pi rigorosi possono succedere fatti imprevedibili, come quello di oggi (ieri per chi legge, ndr)». Secondo le statistiche, l'edilizia si conferma uno dei comparti a più alta incidenza d'infortuni. Nella sola Lombardia, sono già una decina gli addetti del settore che hanno perso la vita dall'inizio dell'anno ad oggi. Nella mappatura del rischio, le cadute dall'alto sono tra le situazioni più temibili: nel 65 per cento dei casi questi eventi si rivelano letali perché accompagnati da politraumi. Seguono, nella classifica della pericolosità, gli incidenti dove il lavoratore viene travolto da un mezzo in azione e gli incidenti da carico, nei quali l'operaio è urtato da un peso. Per cercare di prevenire le situazioni pi critiche, la Asl Milano 2 ha stretto un'alleanza strategica con 32 dei 50 Comuni della sua area di competenza. Il patto si chiama protocollo per la sicurezza in edilizia ed è partito in via sperimentale nel 2005 con l'obiettivo d'intensificare i controlli nei cantieri attraverso una sinergia tra i tecnici dell'ente sanitario e i nuclei di polizia locale. Ad oggi, le ispezioni eseguite sono oltre mille. Le imprese che non rispettano le norme anti-infortunio vengono colpite da multe salate; nei casi pi gravi si dispone l'interruzione dei lavori.

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