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"Rapporto Istat: la crisi riduce gli impatti ambientali"

fonte agi / Ambiente

01/06/2010 - Un effetto positivo, anche se paradossale, la crisi economica in Italia lo ha già ottenuto: meno consumi, quindi meno inquinamento, meno rifiuti, meno emissioni di gas serra. Il rapporto Istat 2009 fotografa un ambiente che forse è l'unico beneficiario delle ristrettezze a cui sono costrette le famiglie italiane: nel 2008 i prelievi diretti di risorse naturali dal territorio nazionale diminuiscono per il terzo anno consecutivo e anche l'approvvigionamento di risorse naturali dall'estero, in crescita dal 1996 al 2007, registra nel 2008 una secca battuta d'arresto. Per il terzo anno consecutivo è diminuita anche la quantità di materiali dissipati nell'ambiente naturale o accumulati in rifiuti deposti nelle discariche o in infrastrutture o edifici (circa 765 milioni di tonnellate). Lieve battuta d'arresto anche per la produzione dei rifiuti urbani, che nel 2008 è calata dello 0,2 per cento rispetto all'anno precedente. Con circa 543 kg di rifiuti per abitante, l'Italia si colloca sotto la media Ue15 (565 kg), ma sopra quella Ue27 (524 kg). Gli italiani vanno al risparmio soprattutto sull'elettricità: la domanda nel 2009 è diminuita del 6,5%, una riduzione senza precedenti addirittura dal 1949. Anche le emissioni di gas serra continuano a diminuire, soprattutto per effetto della crisi economica (-2 per cento nel 2008 e -9 per cento nel 2009), ma è ancora lontano il conseguimento degli obiettivi del Protocollo di Kyoto (-6,5 per cento rispetto ai valori del 1990 entro il 2012) e della strategia europea integrata su energia e cambiamenti climatici (-30 e -85 per cento rispettivamente al 2020 e al 2050). A contribuire a un miglioramento complessivo nella qualità dell'aria, anche la diffusione delle automobili Euro 4, più che quadruplicate nel 2009 rispetto al 2005. Il rinnovo del parco veicolare contribuisce a ridurre l'inquinamento da polveri sottili. Nei comuni capoluoghi di provincia, dove l'inquinamento dell'aria è sottoposto a monitoraggio, diminuisce costantemente il numero medio di giornate nelle quali si è verificato il superamento del valore limite fissato a tutela della salute (-27,6 per cento tra il 2005 e il 2008).

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