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"Asiago: rogo dei caseifici, mancava l'antincendio"

fonte redazione antincendio / Rischio incendio

06/05/2011 - Il 17 novembre 2007 un devastante incendio si sviluppò all'interno della sede del consorzio dei caseifici di Asiago, in provincia di Vicenza. L'allarme arrivò alla centrale operativa dei Vigili del fuoco di Vicenza alle ore 20.00, quando dei passanti riferirono di vedere del fumo provenire dal tetto dello stabilimento. Immediatamente fu allertato il distaccamento dei Vigili del fuoco di Asiago che nel giro di pochi minuti intervenne sul posto, ma il violento rogo si era già propagato all'intera copertura del tetto interessando completamente la struttura del reparto magazzino. Sul posto, in rinforzo alla squadra dei Vigili del fuoco del distaccamento, intervennero le squadre della centrale dei VV.F. di Vicenza, del distaccamento di Bassano del Grappa, di Schio, una squadra di Padova ei volontari del distaccamento di Thiene. L'intervento dei Vigili del fuoco permise il salvataggio della parte produttiva dello stabilimento e il contenimento dei danni della parte adibita ad uffici. Andò invece completamente distrutto il tetto del deposito di stagionatura dei formaggi dove si trovavano in deposito oltre 50.000 forme di formaggio. I danni furono ingenti. Dopo più di tre anni, si è scoperto che furono una serie di negligenze a favorire il devastante incendio. Per questo è stato condannato ad un anno e tre mesi di reclusione l'allora presidente del consorzio. Secondo il giudice e il pm che hanno seguito le indagini, egli non prese tutte le misure necessarie per prevenire eventuali focolai che potevano causare, come poi avvenne, un incendio. Tra le inadempienze determinate dagli inquirenti, la totale mancanza di una rete idrica antincendio. Inoltre il materiale potenzialmente infiammabile non era isolato dalla zona dove gli operai operavano con fiamme libere per la marchiatura delle forme di formaggio. E, secondo i magistrati, è proprio da questa zona che partì l'incendio. Già nella fase di istruttoria il pm, basandosi sulla relazione del perito dei Vigili del fuoco, concluse che all'origine dell'incendio ci sarebbero state imprudenze nella fase di marchiatura delle forme. La difesa ha sempre sostenuto invece che se da una parte era vero che il magazzino era privo di anello idrico (in programma da alcuni anni), era anche vero che il consorzio, proprio in virtù della mancanza dell'anello, aveva predisposto una grande riserva d'acqua che ha poi permesso il contenimento dell'incendio. Proprio su suggerimento dei periti, il consorzio aveva prima predisposto il rifacimento dell'impianto di refrigerazione, vecchio di 35 anni, con un nuovo impianto a fluido refrigerante considerato prioritario visto che i magazzini di stagionatura erano classificati a basso rischio d'incendio. Ora al consorzio spetta un nuovo capitolo giudiziario; a giorni si terrà l'udienza che vede il consorzio contrapposto alle assicurazioni per riscuotere il risarcimento danni, che gli permetterebbe di ripartire a pieno ritmo e di far fronte ai pagamenti in parte congelati da oltre 3 anni.

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