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"Pirotecnia: essenziali gli impianti in regola e la formazione del personale"

fonte Inail / Sicurezza sul lavoro

21/09/2011 - Dalle prime rilevazioni condotte dagli inquirenti, dai Vigili del fuoco e dalle direzioni regionali dell'INAIL, la ditta di prodotti pirotecnici di Arpino, distrutta lo scorso 12 settembre da una deflagrazione che ha provocato la morte di sei persone, è risultata in possesso di tutte le autorizzazioni prescritte per le imprese che operano in un settore tanto delicato come quello relativo ai prodotti esplosivi.
Da un punto di vista normativo, dunque, l'azienda era in regola.
Cosa può avere provocato, allora, un incidente dagli esiti tanto drammatici?
Senza entrare, naturalmente, nel merito delle specifiche indagini sul caso che competono alla magistratura, la questione può essere affrontata a livello generale e ipotetico.
"Il comparto della pirotecnia è caratterizzato da una regolamentazione particolarmente stringente, le cui origini risalgono addirittura ai regi decreti del 1931 e del 1940 (Testo unico delle leggi di Pubblica sicurezza, ndr), ai quali nel tempo si sono aggiunti numerosi interventi legislativi, fino ad arrivare al D.Lgs. 81/2008 (Testo unico sulla sicurezza sul lavoro, ndr) e alle sue successive modifiche", afferma Fausto Di Tosto, primo tecnologo presso il dipartimento Certificazione e conformità di prodotti e impianti dell'INAIL.
"Oltre a ciò queste aziende sono sottoposte a numerosi controlli finalizzati al rilascio della licenza da parte di un'apposita commissione tecnica che fa capo alle prefetture e del Certificato di prevenzione incendi da parte del comando provinciale dei Vigili del fuoco".
Le imprese che trattano quantitativi di materiale esplosivo particolarmente rilevanti, poi (ma l’azienda di Arpino non figura tra queste) sono soggette agli adempimenti di cui alla cosiddetta legge "Seveso", la direttiva che riguarda le aziende con pericolo di incidente rilevante.
Stiamo parlando, quindi, di soggetti e di aziende che agiscono all'interno di numerosi regolamenti e che possono essere operativi solo a seguito di verifiche oculate: soggetti e aziende decisamente lontani, dunque, dall'immagine semplicistica e stereotipata di un "Far West" normativo in questo caso inesistente.
Perché, allora incidenti tanto gravi possono verificarsi lo stesso?
Perché, come rivelano i dati diffusi dalla Consulenza statistico attuariale dell'INAIL, nel comparto pirotecnico, dal 2007 al 2010 (escludendo, dunque, il caso di Arpino), si sono verificati 66 incidenti, 11 dei quali mortali?
"Perché si verifichi, una qualunque esplosione deve avere all'origine una fonte di innesco", risponde Di Tosto. "E in linea del tutto generale, senza riferirci all’azienda distrutta, adesso oggetto delle doverose indagini degli inquirenti, le possibili sorgenti di innesco possono avvenire o perché i macchinari, le attrezzature e gli impianti di una azienda non risultano conformi alla regola dell'arte (e, quindi, non rispondono alle norme tecniche specifiche del settore) o perché le specifiche procedure di lavoro e di sicurezza, obbligatoriamente previste per tali attività, non risultano attuate.
È doveroso notare come quest'ultimo aspetto assuma particolare rilevanza nelle aziende legate a procedimenti produttivi di tipo artigianale in cui sono previste operazioni manuali molto delicate relative alla manipolazione ed alla realizzazione del prodotto pirotecnico finito".
Le particolari lavorazioni possono essere soggette a possibili fonti di innesco non controllate dovute ad esempio a scariche di tipo elettrostatico, all'utilizzo di utensili non idonei o, più in generale, alla mancata applicazione delle specifiche procedure di lavorazione.
"Queste evidenze devono fare comprendere quanto sia fondamentale investire nella qualità della formazione di tutti i soggetti che operano nella realtà produttiva e lavorativa", aggiunge Di Tosto. "Non è un caso che l'attuale quadro legislativo e normativo individua nella formazione un elemento strategico necessario al perseguimento dell'obiettivo finale della sicurezza del lavoratore".

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