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"Comunicazione: le definizioni, i modelli e gli stili comunicativi"
fonte puntosicuro.it / Formazione ed informazione
16/11/2011 - Attraverso la presentazione degli interventi al 73° Congresso
Nazionale SIMLII PuntoSicuro si è più volte soffermata sull’
importanza della comunicazione e, in
particolare, sull’influenza che può avere un buona o cattiva comunicazione
sulle strategie di prevenzione nei luoghi di lavoro.
Torniamo
sull’argomento attraverso alcuni materiali formativi pubblicati sul portale della campagna
straordinaria di formazione VIVERSICURA, campagna promossa dall’Assessorato
alle Politiche della Formazione della Regione Veneto con l’obiettivo
di diffondere la cultura della sicurezza sul posto di lavoro.
Nel
documento dal titolo “
Comunicazione:
modelli e stili” - relativo ad un intervento promosso dalla Cooperativa
Sociale Consorzio Provinciale
Intesa – il relatore si sofferma sulla definizione di comunicazione, sui
modelli e sugli stili comunicativi.
Riguardo
alla
definizione di comunicazione si
indica che:
-
“la comunicazione
può essere definita una trasmissione di informazioni, conoscenze, pensieri tra
due o più soggetti;
-
la comunicazione - pur avendo una base volontaria - contiene elementi non
sempre coscienti e controllati;
-
la comunicazione si serve sempre di un sistema di traduzione (linguaggio) e di
un mezzo attraverso il quale il messaggio possa raggiungere il destinatario”.
Inoltre
in merito al
rapporto tra comunicazione,
comportamento, interazione e informazione si sottolinea che:
-
il comportamento è “qualsiasi azione percepibile compiuta da un individuo sia
consapevole che inconsapevole o riflessa”;
-
“la comunicazione
è un comportamento ma non tutti i comportamenti
sono comunicazione;
-
esistono comportamenti senza intenzionalità comunicativa”;
-
l’interazione è “qualsiasi forma di contatto, volontaria o involontaria,
diretta o mediata, tra due o più individui”;
-
“la comunicazione è sempre una forma di interazione ma esistono interazioni
senza intenti comunicativi (ad es. interazioni casuali)”;
-
l’informazione è un “flusso di dati, conoscenze e messaggi espressi
generalmente attraverso un linguaggio decodificabile”;
-
“la comunicazione
non solo comporta un atto informativo ma presuppone l’intenzione dell’individuo
di veder riconosciuto il proprio atto comunicativo”.
In
merito ai modelli e all’
apparato strutturale
della comunicazione (fonte: sede del messaggio da indirizzare; destinatario:
partner del processo di comunicazione, individuo/i a cui il messaggio é
indirizzato; linguaggio: intermediazione attraverso un sistema di segni condiviso;
canale: supporto per la comunicazione; rumore: elemento ambientale che può
disturbare la trasmissione del segnale; …) il documento si sofferma sul
modello psicologico (Bateson, 1972;
Watzlawick et al., 1967), sul modello relativo alla comunicazione “come veicolo
delle manifestazioni osservabili nella relazione”.
Riportiamo
alcuni
assiomi della comunicazione
relativi al modello psicologico:
-
é impossibile non comunicare: “il comportamento non ha il suo opposto. Non
esiste qualcosa che sia non comportamento
e non é possibile avere un non comportamento. Qualsiasi interazione (attività,
inattività, parole, silenzio...) ha valore di messaggio. Qualsiasi interazione
influenza gli altri e questi rispondono. La comunicazione ha luogo non solo
quando é conscia, intenzionale e/o efficace”;
-
la comunicazione implica almeno 2 livelli: un livello di contenuto e un livello
di relazione;
-
importanza della metacomunicazione: “è possibile non solo comunicare ma anche
meta comunicare” (metacomunicazione = comunicazione sulla comunicazione);
-
importanza della punteggiatura: ”la comunicazione
é una serie ininterrotta di scambi. Ogni elemento della sequenza di scambi é contemporaneamente stimolo, risposta e
rinforzo”;
-
comunicazione numerica e analogica: dove la comunicazione numerica è la
comunicazione verbale, mentre la comunicazione analogica è la comunicazione non
verbale.
Rimandandovi
al documento in merito alla definizione del processo di scismogenesi, alle
indicazioni relative alla comunicazione paradossale, alla teoria del doppio
legame, alla comunicazione non verbale e alle diverse forme di contatto, ci
soffermiamo su
empatia e ascolto, sul
“mettersi nei panni dell'altro, immedesimarsi nell'altro, assumere il suo punto
di vista, il suo modo di leggere la realtà”.
Riguardo
all’
ascolto si sottolinea che, per
rendere funzionale ed efficiente la comunicazione in un gruppo, è “necessario
sviluppare alcune competenze relative a:
-
saper ascoltare;
-
saper conquistare l’attenzione;
-
saper dialogare”.
E
l’ascolto presuppone:
-
“
ricezione del messaggio:
sintonizzarsi sull’interlocutore e distogliere l’attenzione dalle nostre idee
accogliere e registrare tutto senza critiche
e pregiudizi;
-
elaborazione del messaggio:
cerchiamo di comprendere il punto di vista dell’altro, mettiamo ‘a fuoco’ la
sua richiesta, dal suo modo di presentarsi ci possiamo chiedere come ‘vuole
apparire’ nel gruppo, sentiamo le sue emozioni e quello che ci trasmettono
(convinzione o sfiducia? Ottimismo o negatività?);
-
risposta al messaggio: evitando
risposte di tipo aggressivo o intimidatorio, è possibile anche fare domande per
avere chiarimenti, sintetizzare per essere certi di aver capito...)”.
Infine
qualche indicazione sugli
stili comunicativi:
-
“
stile passivo: lasciare che vengano
violati i propri diritti e che gli altri ne traggano vantaggio,
non raggiungere i propri obiettivi, lasciare
che gli altri scelgano per se stessi;
-
stile aggressivo: violare i diritti
altrui per trarne vantaggio, raggiungere i propri obiettivi a spese degli altri,
stare sulla difensiva e attaccare l’altro, intromettersi nelle scelte altrui;
-
stile assertivo: proteggere i propri
diritti rispettando i diritti
altrui, raggiungere i propri obiettivi senza offendere gli altri, avere un
senso di autostima equilibrato, essere socialmente ed emotivamente espressivi, decidere
per se stessi”.
Essere
assertivo vuol dire:
-
“essere sincero con sé e con gli altri;
-
essere capace di dire apertamente ciò che si vuole, si prova, o di cosa si ha
bisogno, ma non a scapito degli altri;
-
essere sicuro di sé ed essere positivo, capire i punti di vista degli altri;
-
comportarsi in modo razionale ed adulto;
-
reagire modo appropriato alla cultura, alla situazione e alle altre persone;
-
essere soddisfatto del modo in cui si è gestita una situazione anche quando non
si è riuscito a influenzare il risultato;
-
avere rispetto per se stessi e per gli altri”.
In
questo senso l’
assertività:
-
“è lo stile della comunicazione efficace;
-
è la tendenza di comportamento
a comunicare in modo chiaro e diretto, la volontà di affermare i propri diritti
e le proprie posizioni rispettando e tenendo conto dei diritti altrui;
-
è basata su una filosofia di responsabilità personale e consapevolezza dei
diritti delle altre persone”.
“ Comunicazione:
modelli e stili”, a cura della Cooperativa Sociale Consorzio Provinciale
Intesa, documento presentato nel portale ViverSicura (formato PDF, 1.51 MB).
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