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"Rischio rumore: la nuova frontiera degli otoprotettori attivi"
fonte www.puntosicuro.it / Salute
10/05/2012 - Abbiamo già visto come diverse relazioni presentate al 74° Congresso
Nazionale SIMLII “2011 - Dall’Unità d’Italia al Villaggio Globale. La Medicina
del Lavoro di fronte alla globalizzazione delle conoscenze, delle regole, del
mercato” (Torino, dal 16 al 19 novembre 2011) si siano occupate del rischio
da rumore.
I
materiali prodotti per questi importanti incontri, pubblicati in questo caso
sul numero di luglio/settembre 2011 del Giornale Italiano di Medicina del Lavoro ed Ergonomia – non
solo sono in grado di dare un immagine reale delle ricerche e delle conoscenze
attuali di medicina del lavoro e di igiene industriale, ma permettono di
anticipare le
novità per la tutela della
salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, ad esempio in relazione agli studi
su nuove tecniche
di lavoro e su
nuovi dispositivi di
protezione.
Nel
contributo dal titolo “
La prevenzione
individuale del Trauma Acustico Cronico: la nuova frontiera degli otoprotettori
attivi” - a cura di Carlo Giordano, Marco Cociglio, Juri Nadalin,
Fabrizio Bronuzzi, Luca Raimondo, Giuseppe Riva,Enrico Pira, Maurizio Coggiola
e Tom Victorian – viene infatti presentato un
prototipo di DPI che permette al lavoratore di essere oto-protetto e,
nello stesso tempo, di migliorare sia l’aspetto comunicativo sia la percezione
dei segnali di allarme acustici.
Nella
parte introduttiva dell’intervento - con riferimento all’articolo 193 del Decreto legislativo 81/2008 - si
ricorda che, per quanto riguarda la funzione uditiva, “i DPI sono destinati a
proteggere l’ apparato
uditivo di chi li indossa creando una barriera tra l’apparato uditivo del
soggetto esposto e le onde sonore presenti nel campo acustico in cui lo stesso
viene a trovarsi”.
In
particolare i dispositivi
di protezione individuale per l’udito si possono dividere in
2 gruppi: “quelli che intervengono
nell’attenuazione per via aerea (cuffie e inserti o tappi) e quelli che
intervengono attenuando anche la trasmissione del suono per via ossea,
avvolgendo in tutto o in parte il capo del soggetto esposto, ad esempio caschi
o elmetti acustici”.
Il
resoconto testuale dell’intervento, che vi invitiamo a leggere, riporta i
mezzi di protezione acustica più utilizzati:
-
cuffie auricolari passive;
-
cuffie auricolari attive;
-
inserti auricolari;
-
elementi acustici o caschi.
Questi
in linea di massima i
criteri di scelta
dei vari otoprotettori:
-
“cuffie auricolari per alti livelli di rumore, predominanza di alte frequenze,
uso non continuativo;
-
archetto auricolare per livelli di rumore medi e uso non continuativo;
-
inserti auricolari per livelli di rumore medio/alti, predominanza di basse
frequenze anche per uso continuativo e in ambiente caldo e umido”.
L’intervento
riporta poi molti dati e indicazioni relative agli
otoprotettori.
Ne
riproponiamo alcune:
-
“la norma UNI 458 (1995) definisce i principi base per scelta, uso e
manutenzione degli otoprotettori”. Ad esempio tale norma “specifica che l’ uso
degli otoprotettori deve tener conto di fattori quali marcatura e
certificazione, requisiti di attenuazione sonora, comfort del portatore,
caratteristiche dell’ambiente di lavoro e dell’attività lavorativa, assenza di
controindicazioni mediche al loro uso e compatibilità con altri dispositivi di
protezione”;
-
“perché siano efficaci, i protettori
auricolari devono essere indossati durante tutto il periodo di esposizione
al rumore. Se i protettori vengono tolti anche per brevi periodi, la protezione
si riduce sensibilmente”;
-
riguardo al
comfort del portatore, “alla
luce delle attuali conoscenze tecniche, non è possibile definire un criterio
standard per valutare la caratteristica quantitativa assoluta (indice di
confortevolezza)”;
-
le caratteristiche dell’ambiente di lavoro e del tipo di attività lavorativa “risultano
fondamentali per una corretta scelta dell’otoprotettore”;
-
la norma UNI EN 457 “prevede che il segnale acustico di pericolo debba essere
percepito e riconosciuto da qualsiasi persona presente nell’area di ascolto e
che debba essere superata la soglia di mascheramento. Il livello di pressione
acustica ponderata A del segnale acustico di avvertimento deve essere maggiore
di 15 dB rispetto al livello di pressione acustica del rumore ambientale”.
Il
problema è che spesso i
comuni DPI, “pur
fornendo una buona protezione acustica, possono isolare completamente
l’utilizzatore dal contesto ambientale aumentando i rischi sul lavoro di natura
infortunistica legati alla percezione di segnali acustici ed impedendo al
medesimo una comunicazione efficace e confortevole con i colleghi di lavoro.
Inoltre i DPI tradizionali sono a volte mal sopportati in quanto la sensazione
di occlusione fisica e di surriscaldamento dei padiglioni auricolari e/o del
CUE crea ulteriori disagi per l’utilizzatore”.
Per
questi motivi un team di ricerca multidisciplinare “ha ideato e creato un
protocollo di ricerca sperimentale su un
prototipo di otoprotettore attivo con la finalità di prevenire il danno
uditivo da rumore e di migliorare il comfort comunicativo del lavoratore in
ambienti di lavoro rumorosi”. Questo nuovo protettore deve: “essere
standardizzato, avere facilità d’uso, essere comodo da indossare e resistente
nel tempo, avere un costo accettabile ed essere in grado di interfacciarsi con
altri dispositivi wireless”. E, in un prossimo futuro, “l’otoprotettore attivo
dovrà essere implementato con un sistema di attivazione automatico al passaggio
da un ambiente silenzioso ad uno rumoroso e viceversa”.
Per
valutare l’adeguatezza del
grado di
protezione offerto da un dispositivo otoprotettore,
la norma UNI EN 458 “fa riferimento a un livello di rumore di 80 dB (A) con un
valore di esposizione personale quotidiana (Lex) compreso tra 80 e 65 dB. Se
tale valore supera gli 80 dB, il grado di protezione sarà pertanto
insufficiente, mentre se è inferiore a 65 dB si ha una condizione di
iper-protezione. Di conseguenza non sempre i dispositivi di protezione con
valori di attenuazione maggiori, risultano essere più performanti”.
Gli
studi sul prototipo di nuovo otoprotettore attivo nascono dall’esperienza
condotta su un “sistema di protezione personale, specifico per i cacciatori, in
grado di amplificare i rumori ambientali e di collegarsi wireless attraverso
un loop induttivo ad eventuali sistemi
di intercomunicazione individuali, riducendo allo stesso tempo il rischio di
danno determinato dal rumore dello sparo”.
Lo
studio con i prototipi è stato
suddiviso in
3 fasi:
-
“1° fase: 24 volontari non lavoratori dell’industria sono stati sottoposti ad
un protocollo di sperimentazione ad hoc;
-
2° fase: 6 dipendenti di una ditta di estrazione mineraria a cui è stato
somministrato lo stesso protocollo della fase 1;
-
3° fase: misure oggettive dei valori di attenuazione dei DPI utilizzati nelle
fasi 1 e 2, effettuate c/o il laboratorio di acustica del dipartimento di
Energetica del Politecnico di Torino”.
L’
otoprotettore attivo progettato ha “un
funzionamento dinamico correlato all’intensità sonora al quale è esposto ed è in
grado di fornire una leggera amplificazione quando il rumore ambientale non
supera i 65/70 dB (A) riducendo poi, in modo progressivo, l’intensità sonora
quando i livelli di rumore salgono e superano gli 80-85 dB (A)”.
L’intervento si conclude indicando che dall’
analisi dei risultati della fase 3 “emerge
come l’efficacia del presidio oggetto dello studio sia sovrapponibile in
condizione passiva all’archetto auricolare o ai tradizionali otoprotettori
passivi”, garantendo quindi una protezione del lavoratore adeguata alle vigenti
norme.
In
modalità attiva l’otoprotettore
attivo, “nonostante l’amplificazione del rumore esterno rispetto
all’otoprotettore passivo, garantisce comunque una adeguata otoprotezione”.
Inoltre la possibilità di impiego in modalità attiva permette a chi indossa
l’otoprotettore attivo “di avere una migliore comunicazione verbale rispetto ai
comuni DPI in ambienti con livelli di rumore contenuto o assente (livelli
d’intensità sonora inferiori a 70 dB (A)); inoltre permette di ascoltare più
efficacemente i segnali acustici di allarme e consente, all’utilizzatore, di
non dover rimuovere il presidio quando le condizioni ambientali sono modificate
(spostamenti - pause - comunicazioni interne etc.) favorendo una maggior
compliance; infine, quando sussistano condizioni ambientali molto gravi di
rumore, l’otoprotettore attivo permette di abbinare una tradizionale cuffia
antirumore”.
È
allo studio “la modifica di un parametro sull’amplificatore che consenta di
ridurre la potenza in uscita dell’otoprotettore attivo da 85 dB SPL a 75 dB
SPL, che di fatto migliorerebbe i valori di protezione quando l’otoprotettore
in esame è in modalità attiva”.
Ricordiamo
che nel documento sono presenti diverse
tabelle
esplicative, ad esempio in relazione al riconoscimento delle parole in
campo libero e al confronto dell’attenuazione con archetto auricolare e
otoprotettore attivo.
“ La
prevenzione individuale del Trauma Acustico Cronico: la nuova frontiera degli
otoprotettori attivi”, a cura di Carlo Giordano, Juri Nadalin, Luca
Raimondo e Giuseppe Riva (I Clinica ORL, Dipartimento di Fisiopatologia
Clinica, Università degli Studi di Torino), Marco Cociglio (Starkey Italia),
Fabrizio Bronuzzi (Dipartimento di Energetica, Politecnico di Torino), Enrico
Pira e Maurizio Coggiola (Dipartimento di Traumatologia, Ortopedia e Medicina
del Lavoro, Università degli Studi di Torino), Tom Victorian (Starkey USA), relazione
al 74° Congresso Nazionale SIMLII “2011 - Dall’Unità d’Italia al Villaggio
Globale. La Medicina del Lavoro di fronte alla globalizzazione delle
conoscenze, delle regole, del mercato”, pubblicata in Giornale Italiano di
Medicina del Lavoro ed Ergonomia, Volume XXXIII n°3, luglio/settembre 2011 (formato
PDF, 774 kB).
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