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"Produzione vinicola: microclima, rischio chimico e rischio incendio"
fonte www.puntosicuro.it / Sicurezza sul lavoro
07/09/2012 - Malgrado le variazioni dovute alle condizioni climatiche, alle zone di
produzione, al vitigno e al tipo di vino che si vuole ottenere, in queste
settimane molti lavoratori sono impegnati nelle
operazioni di vendemmia, di raccolta e di trasformazione dell’uva.
È
dunque l’occasione per tornare a parlare dello studio in
tre volumi della CONTARP (Consulenza Tecnica Accertamenti Rischi e
Prevenzione) dell’Inail riguardo ai rischi
professionali nell’attività di produzione del vino e dell'olio, con
particolare riferimento al secondo volume dal titolo “ Il comparto vinicolo e oleario: Le cantine” dedicato ai
vari rischi correlati all’attività vinicola.
Nei
mesi scorsi ci siamo soffermati su alcuni rischi di infortuni
(trasporto e scarico uve, pigiatura e diraspatura, fermentazione, pressatura
delle vinacce, maturazione, imbottigliamento, ...), affrontiamo ora le
possibili
misure di prevenzione
relative al rischio chimico (con particolare attenzione agli ambienti
confinati), ai rischi microclimatici e al rischio incendio.
Rischio chimico
La
presenza di anidride carbonica correlata alla fermentazione delle uve
“impoverisce l’aria di ossigeno: ciò rende necessaria una buona
aerazione dei locali attraverso
aperture o ricambi forzati dell’aria specie in concomitanza dello svolgimento
di tutte le fasi di lavoro nelle quali i livelli di concentrazione di CO2
aerodispersa risultano più elevati (pressatura, fermentazione, maturazione,
pulizia dei tini e operazioni di travaso)”.
Sempre
in relazione al rischio chimico il volume si sofferma sull’
utilizzo e stoccaggio di bombole contenenti gas a pressione.
Infatti
“oltre al rischio specifico per l’inalazione dei gas contenuti nelle bombole
(anidride solforosa, azoto e anidride carbonica), anche il contatto cutaneo con
azoto o anidride carbonica può provocare lesioni da raffreddamento causate
dalla loro bassissima temperatura”.
Per
evitare il rischio di infortuni è necessario approntare diverse misure
prevenzionistiche riportate dal documento dell’Inail. Ad esempio “le bombole
devono essere provviste della prescritta etichettatura, stoccate in un locale
apposito aerato e riparato dall’irraggiamento solare, lontano da altri
materiali infiammabili o che costituiscano un elevato carico di incendio.
Inoltre le bombole stoccate devono essere
legate in modo che sia impossibile la loro caduta.
Il rubinetto deve essere protetto contro
possibili urti accidentali mediante apposito cappellotto di acciaio.
Particolare cautela deve essere posta durante la movimentazione delle bombole,
per le quali è opportuno utilizzare appositi carrelli. Infine i lavoratori
devono essere adeguatamente informati e formati rispetto all’utilizzazione dei
gas in pressione e alla manipolazione e
stoccaggio delle bombole che li contengono”.
Il
documento riporta anche i dispositivi di protezione individuale necessari per
la protezione dai rischi connessi alla sviluppo e alla manipolazione di
inquinanti chimici e particolari indicazioni
in
caso di operazioni da condurre in ambienti confinati e in quota.
Operazioni in
ambienti confinati
Rimandando
i lettori alle indicazioni del Decreto
del Presidente della Repubblica 177/2011 e dunque al regolamento relativo
alla qualificazione di imprese e lavoratori autonomi operanti in ambienti
sospetti di inquinamento o confinati, ricordiamo che nel settore vinicolo
un’operazione particolarmente rischiosa è la
pulizia dei vasi vinari. Infatti in questi anni si sono verificati
diversi infortuni, anche mortali, per asfissia indotta dagli effetti delle fermentazione
delle uve per l’elevato arricchimento dell’aria in anidride carbonica.
Prima
di entrare nei vasi per effettuare lavori di pulizia “è necessario garantire al
loro interno un sufficiente ricambio d’aria ed accertare preventivamente
l’efficacia dei sistemi adottati a tal fine”.
Nel
caso non sia possibile evitare di operare all’interno di ambienti
confinati, il volume riporta alcuni esempi di
misure di prevenzione per ridurre al minimo l’entità del rischio.
Ne
riportiamo alcune:
-
“verificare che l’apertura di accesso abbia dimensioni adeguate per consentire
l’agevole recupero di una persona priva di sensi;
-
utilizzare apparecchiature per la verifica della qualità dell’aria quali, ad
esempio, ossimetri per il monitoraggio del livello di O2 all’interno
dell’ambiente confinato”;
-
“disporre e utilizzare apparecchi
per la protezione delle vie respiratorie adatti al rischio ricorrendo ad
autorespiratori più che a dispositivi a filtro;
-
assicurare formazione e addestramento adeguati degli operatori;
-
formulare e diffondere procedure scritte e dettagliate per gli interventi di
emergenza e soccorso”.
Operazioni in quota
Nelle
attività vinicole a volte è necessario svolgere
operazioni sulla sommità dei tini di stoccaggio ed è evidente che
“nelle operazioni che espongono il lavoratore al pericolo di caduta dall’alto
(verso il vuoto o all’interno del tino pieno di mosto), l’eventuale presenza di
gas asfissianti (anidride carbonica), tossici (anidride solforosa) e di vapori alcolici
può aggravare il rischio”. Dunque “a fini prevenzionistici è necessario che il
lavoratore indossi una
cintura di sicurezza o imbracatura adeguatamente
fissata alla monorotaia o al soffitto e la scala portatile di cui fa uso
dovrebbe essere dotata di appositi rampini per essere fissata al bordo
superiore del tino e di basi di appoggio al pavimento con rinforzi in gomma
antiscivolo”.
Microclima
Generalmente
non sono presenti condizioni di rischio
da stress calorico legato alla presenza di fonti radianti o dovuto a
temperature ambientali troppo basse. Comunque i parametri “sono influenzati
dall’andamento climatico tipico del periodo nel quale ha luogo l’attività di
vendemmia; particolarmente evidente è la situazione in corrispondenza delle
fasi di diraspatura e di pressatura delle uve, svolte o in esterno o in aree
direttamente comunicanti con esso”.
In
particolare gli ambienti di produzione
vanno “classificati come
ambienti di tipo
moderato”: eventuali condizioni di discomfort sono correlate generalmente
“più che con l’andamento stagionale della temperatura, con il lay-out aziendale
e con le condizioni operative tipiche delle operazioni di cantina”.
Rischio incendio
Riportiamo
brevemente alcune
indicazioni generali
relative al rischio incendio riportate nel volume, ricordando la necessità
di tenere in debito conto le condizioni particolari di ogni sito produttivo:
-
“ridurre i materiali combustibili (cartoni e pallets) ai quantitativi
strettamente necessari per soddisfare le esigenze produttive di una stagione;
qualora detti quantitativi risultassero ancora notevoli rispetto al locale dove
sono stivati, si potrà adottare una compartimentazione con classe di resistenza
di almeno REI 60;
-
controllare con frequenza lo stato e il funzionamento degli impianti elettrici
e meccanici presenti nel locale procedendo alla loro sostituzione o riparazione
tempestiva qualora presentino anomalie di funzionamento;
- usare tutte le precauzioni possibili quando
si procede a lavori di manutenzione o riparazione all’interno di detti locali,
come l’esecuzione di saldature o taglio di metalli con smerigliatrici; si
ricorda, a titolo d’esempio, che l’uso di dischi abrasivi per metalli può
proiettare particelle incandescenti a notevole distanza, e quindi innescare
l’incendio dei cartoni e degli altri materiali combustibili presenti;
- fare divieto assoluto di fumare in detti
locali; si ricorda che l’innesco d’incendi generato da fumatori è una delle
cause più frequenti d’incendio;
- mantenere le vie d’uscita sempre in ordine e
sgombre da ostacoli;
- le
attrezzature
antincendio (estintori) siano in numero adeguato, con una capacità
estinguente in funzione della classe di incendio e del livello di rischio del
locale servito;
- l’inalazione di vapori degli acidi presenti
negli accumulatori elettrici viene limitata effettuando la ricarica in locale
separato adeguatamente aerato. Se l’aerazione naturale non è sufficiente è
necessario un sistema di aspirazione. In alternativa possono essere utilizzati
apparecchi di ricarica chiusi e posti sotto aspirazione. Una ulteriore
soluzione può essere quella di mettere sotto carica la
batteria del muletto lasciandola a bordo del mezzo stesso”. Il
volume riporta anche alcune indicazioni per le operazioni di movimentazione per
la sostituzione delle batterie;
-
“per ridurre i rischi derivanti dalla ricarica degli
accumulatori elettrici è necessario effettuare questa operazione in
locale separato dai restanti locali di lavoro; tale ambiente deve essere
adeguatamente aerato. L’impianto elettrico deve rispondere alle norme per gli
ambienti a maggior rischio in caso di incendio (CEI 64-8). È opportuno che in
tale locale non siano presenti altri materiali infiammabili. In caso di
ricarica sotto aspirazione localizzata, i parametri geometrici dell’impianto di
aspirazione devono essere adeguatamente dimensionati in relazione alla velocità
di aspirazione, per evitare che si formino miscele esplosive con l’aria. La
protezione antincendio deve prevedere la presenza almeno di estintori a
polvere, del tipo omologato. Nei casi a rischio più elevato può essere
opportuno installare un impianto di spegnimento automatico (ad esempio del tipo
a CO2). È necessaria la valutazione
dettagliata del rischio d’incendio in base a quanto previsto dal D.M. del
10.03.98”.
Il
documento riporta anche alcune indicazioni relative alla presenza di bombole
contenenti gas in pressione.
Ricordiamo
infine - rimandando i lettori alla visione diretta del volume - che il documento riporta anche indicazioni
relative al rischio biologico, ad alcuni rischi fisici (rumore e vibrazione) e
al rischio elettrico.
Inail
- Consulenza Tecnica Accertamenti Rischi e Prevenzione e Direzione Centrale
Prevenzione, “ Il
comparto vinicolo e oleario: Le cantine” (formato PDF, 2.74 MB).
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