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"Lavoro e rischio cancro: quale prevenzione?"

fonte www.insic.it / Salute

07/02/2013 - Il 4 febbraio scorso si è celebrata la Giornata mondiale contro il cancro, con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica sui temi della prevenzione e protezione.
La tematica riguarda da vicino anche il mondo del lavoro, con particolare riferimento al rischio di sviluppo di patologie cancerose sul luogo di lavoro.

Secondo l’EU-OSHA è necessario dare maggiore visibilità ai dati relativi allo sviluppo di queste patologie, evidenziando le categorie di lavoratori più esposti. Si tratta spesso di gruppi vulnerabili e "nascosti", i cui dati sono spesso sottorappresentati ai fini della valutazione del rischio e dell’individuazione delle più opportune strategie di prevenzione e protezione.
Il rischio cancro sul luogo di lavoro è stato oggetto di un workshop europeo "Agenti cancerogeni e il cancro connesso con il lavoro", organizzato dall'EU-OSHA sull’argomento nel settembre 2012 e ospitato dal Ministero tedesco del lavoro e gli affari sociali.

Da quell’evento emerse che le attività di ricerca sullo sviluppo dei tumori lavorativi richiederebbe maggiore impegno da parte delle istituzioni comunitarie: secondo l’EU-OSHA sarebbe infatti necessario aumentare la consapevolezza dei lavoratori sul rischio cancro, e fornire dati e prove sui rischi emergenti.
Dagli studi raccolti e commentati nel workshop berlinese, è emerso che le esposizioni al cancro sono più diffuse in gruppi tipici di lavoratori, al punto di far parlare proprio di “Tumori socialmente discriminanti”. Tali gruppi tipici sono, ad esempio, i lavoratori migranti, i lavoratori a tempo parziale, coloro che operano in lavorazioni subappaltate, le professioni che operano nel settore “servizi” e che sono a contatto con ambienti a rischio chimico, di cui abbiano bassa consapevolezza.
In base alle conclusioni emerse dal workshop, bisogna avere una visuale più ampia della cause del cancro legate al lavoro, cause che non riguardano solo l’esposizione del lavoratore a sostanze chimiche, ma contemplano anche lo stile di vita, fattori come l'obesità, il fumo di tabacco, consumo di alcol nonché le caratteristiche dell’ambiente di lavoro ad esempio, l'insicurezza economica, l'accesso ad alimenti sani, un facile accesso alle bevande alcoliche durante il lavoro, l’organizzazione del lavoro.

Fondamentale resta anche la conoscenza delle sostanze chimiche pericolose cui il lavoratore potrebbe essere esposto, tuttavia un certo numero di prodotti cancerogeni, chimici e non chimici, non rientrano nel quadro del regolamento REACH: si tratta di prodotti realizzati “involontariamente” durante i processi di lavorazione: ci si riferisce, ad esempio, alle emissioni di motori diesel, all polvere di legno o ai fumi di saldatura, la cui esposizione professionale non è spesso presa in considerazione.

I report berlinesi sottolineano altresì che non sono nemmeno particolarmente sviluppate le strategie per il reintegro del lavoratore malato sul luogo di lavoro: si tratta di un processo lento che richiede anche una riorganizzazione del lavoro, almeno in una fase iniziale. Studi recenti invece testimoniano che la maggior parte dei lavoratori affetti da cancro non riescono a tornare al loro posto di lavoro e spesso diventano disoccupati.

La raccomandazione che viene dai report dell’EU-OSHA è di facilitare l'accesso alle informazioni e una formazione specifica e di orientamento sulla prevenzione dai rischi cancerogeni per le autorità competenti e gli ispettorati del lavoro. In tal senso, lo scambio di esperienze e di strategie delle autorità di controllo nazionali, può essere favorito dalla partecipazione all'ECHA SLIC Forum.

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