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"La sicurezza sul lavoro e la percezione del rischio nelle aziende"

fonte www.puntosicuro.it / Sicurezza sul lavoro

22/04/2013 - La corretta percezione dei rischi lavorativi è un elemento fondamentale per il successo di qualunque politica di prevenzione degli infortuni professionali e di tutela della salute dei lavoratori.
 
Di percezione dei rischi parla un documento pubblicato sul sito della Confindustria Avellino, relativo a percorsi formativi realizzati da Ricerche e Studi Srl e destinati alle diverse figure professionali addette alla gestione della sicurezza nei luoghi di lavoro.
 
In “ La percezione del rischio”, materiale in slide elaborato da Vincenzo Vegnente, si affrontano i concetti di pericolo/rischio/danno, prevenzione/protezione, si danno indicazioni relativi alla valutazione del rischio, al Decreto legislativo 81/2008, ai principali soggetti coinvolti dal Testo Unico, ai vari obblighi e responsabilità e, in particolare agli obblighi di informazione e formazione.
 
Rimandando il lettore alla lettura integrale del documento, ci soffermiamo su quanto indicato in merito alla percezione del rischio:
- “l’occhio è l’organo sensoriale più prezioso;
- la vista ci permette di conoscere il mondo che ci circonda;  
- attraverso l’occhio l’individuo riceve quasi il 90% di tutte le percezioni sensoriali;
- ma basta distrarsi per una frazione di secondo per essere condannati a dover trascorrere il resto della vita nel buio completo”.
 
Il documento inquadra poi efficacemente le dimensioni del problema riportando i dati (aggiornati in alcuni casi al 2008) relativi agli infortuni sul lavoro, agli incidenti stradali e agli incidenti domestici, soffermandosi poi sull’interpretazione della realtà in merito ai rischi lavorativi.
Questi i caratteri del problema:
- “il rischio è presente in ogni aspetto della vita umana;  
- i danni ricadono sul singolo, sui gruppi, sulla collettività;  
- il sistema azienda, il sistema casa, il sistema ambiente come sottoinsiemi del sistema globale;  
- le componenti del sistema: tecniche, umane, ambientali, economiche;  
- la sicurezza agisce trasversalmente: gli incidenti avvengono per diverse, concomitanti cause;   - il 78% degli incidenti sono causati dal fattore umano ( unsafe acts), il 20% dal fattore tecnico ( unsafe conditions) ed il 2% dal fattore accidentale ( misfortune)”.
 
Questi invece sono i limiti evidenziati:
- l’evoluzione della cultura della prevenzione negli ambienti di vita, di lavoro e della tutela dell’ambiente non ha il passo dell’evoluzione tecnologica;  
- la sicurezza, la salute e la tutela dell’ambiente sono considerati come costi;  
- gli infortuni e gli incidenti sono considerati inevitabili e connaturati con le attività di produzione;  
- la concezione: prevenzione = vigilanza e repressione;  
- un quadro normativo complesso;  
- le caratteristiche del sistema produttivo”.
 
Dopo aver riportato diverse tabelle con i dati relativi a diversi parametri (ad esempio casi mortali in relazione alla dimensione dell’azienda o per problema di sicurezza), l’autore offre alcune indicazioni relative al cambiamento in corso, anche in relazione all’evoluzione della normativa:  
- “la legislazione diventa più organica, più orientata nel senso degli indirizzi, più stimolante che repressiva;  
- il rischio non è più un fatale onere economico né un incombente pericolo penale ma deve essere gestito in modo pianificato e razionale come una qualsiasi altra problematica aziendale;
- l’imprenditore assume l’iniziativa in tema di sicurezza gestendone le variabili;  
- la riduzione del rischio è intimamente connessa al miglioramento della qualità dei prodotti ed alla salvaguardia dell’ambiente esterno;
- le spese per la prevenzione costituiscono investimenti produttivi;  
- il bene sicurezza è condiviso nella convinzione che le persone costituiscono un capitale aziendale;  
- l’esperienza dimostra che per prevenire con efficacia occorre lavorare nel proprio gruppo coinvolgendo tutti i soggetti lavorativi;  
- la dimensione prevalente è quella soggettiva e progettuale e di partecipazione attiva;  
- da errore umano a errore dell’organizzazione”.
 
In questo senso e con riferimento anche alla valutazione del rischio:
- “un luogo di lavoro ‘sicuro’, un’organizzazione ‘sicura’ sono il risultato di un’azione quotidiana di accrescimento e di condivisione della conoscenza;
- il coinvolgimento, la partecipazione, la condivisione devono permettere la trasformazione della percezione della sicurezza da obbligo a contenuto professionale della mansione;
- le persone rappresentano il vero valore aggiunto di un’organizzazione, il suo fattore di eccellenza e di ‘vantaggio competitivo’. Dalle persone dipendono i risultati di un’organizzazione e la qualità dei suoi processi interni”.
 
Le slide si concludono con alcune indicazioni sulla comunicazione, importante elemento della percezione del rischio.
 
In particolare vengono riportate le “ Sette Regole dell'Arte di Ascoltare” (M. Sclavi, 2000):
- non avere fretta di arrivare a delle conclusioni. Le conclusioni sono la parte più effimera della ricerca;
- quel che vedi dipende dal tuo punto di vista. Per riuscire a vedere il tuo punto di vista, devi cambiare punto di vista;
- se vuoi comprendere quel che un altro sta dicendo, devi assumere che ha ragione e chiedergli di aiutarti a vedere le cose e gli eventi dalla sua prospettiva;
- le emozioni sono degli strumenti conoscitivi fondamentali se sai comprendere il loro linguaggio. Non ti informano su cosa vedi, ma su come guardi. Il loro codice è relazionale e analogico;
- un buon ascoltatore è un esploratore di mondi possibili. I segnali più importanti per lui sono quelli che si presentano alla coscienza come al tempo stesso trascurabili e fastidiosi, marginali e irritanti, perché incongruenti con le proprie certezze;
- un buon ascoltatore accoglie volentieri i paradossi del pensiero e della comunicazione interpersonale. Affronta i dissensi come occasioni per esercitarsi in un campo che lo appassiona: la gestione creativa dei conflitti;
- per divenire esperto nell'arte di ascoltare devi adottare una metodologia umoristica. Ma quando hai imparato ad ascoltare, l'umorismo viene da sé”.
 
 
 
Confindustria Avellino, Ricerche e Studi Srl, “ La percezione del rischio”, slide a cura di Vincenzo Vegnente (formato PDF, 953 kB).
 

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