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"Scia, Durc e sicurezza, dalle Regioni modifiche al DL del fare"

fonte www.edilportale.com / Normativa

17/07/2013 - Edilizia, appalti, gestione delle terre e rocce da scavo, sicurezza sul lavoro, scuole. Si concentrano su questi elementi le osservazioni della Conferenza delle Regioni sul Decreto Legge del Fare.

Scia
Secondo la Conferenza delle Regioni, dovrebbe essere soppressa una parte del comma 1 dell’articolo 30, in base al quale nei centri storici (zone omogenee A), per gli interventi o le varianti a permessi di costruire che implicano una variazione della sagoma dell’edificio, si può ricorrere alla Segnalazione Certificata di Inizio Attività (Scia), ma i lavori non possono iniziare prima di 20 giorni dalla presentazione della Scia. La norma, si legge nelle osservazioni presentate dalla Conferenza delle Regioni, è in contrasto con l’istituto della Scia, che permette l’inizio dei lavori nello stesso giorno in cui è presentata la domanda, e contrasta anche con l’intento della semplificazione, che mira alla riduzione del numero di titoli edilizi.

Durc
La Conferenza delle Regioni propone di eliminare l’obbligo per l'impresa di indicare, in sede di partecipazione ad una gara d’appalto, tutte le condanne riportate. Nella prassi si sarebbe infatti assistito a molte esclusioni per aver omesso di dichiarare condanne riportate anche in tempi lontani per reati di lieve entità, che non pregiudicano la moralità professionale e non hanno arrecato gravi danni allo Stato.

Inoltre, per la Conferenza delle Regioni, il Durc dovrebbe avere una durata di 180 giorni non solo per i contratti pubblici di lavori, servizi e forniture, ma anche per fruire di benefici normativi e contributivi. Al momento, invece, se il Documento di regolarità contributiva è richiesto per accedere a finanziamenti e sovvenzioni ha una durata mensile, costringendo in molti casi a ricercare continuamente la certificazione e ritardare l’erogazione del finanziamento.

Sicurezza sul lavoro
A detta della Conferenza delle Regioni, il DL del Fare abbassa il livello di sicurezza e tutela per i lavoratori. La facoltà, per i settori a basso rischio, di scegliere tra la redazione del Documento Unico di Valutazione dei Rischi da Interferenze (Duvri), e l’indicazione di un incaricato che dovrebbe riuscire a eliminare i rischi interferenziali ( leggi tutto), creerebbe una serie di criticità.

In primo luogo, si potrebbe fare confusione sulla sua individuazione dal momento che questa figura professionale non rientra tra quelle previste dal Testo Unico della sicurezza sul lavoro, D.lgs 81/2008. In secondo luogo, si creerebbe una differenza normativa tra appalti pubblici, con maggiori livelli di tutela, e appalti privati.

Per quanto riguarda il limite dei dieci uomini/giorno, sotto il quale decade l’obbligo di compilazione del Duvri, la Conferenza delle Regioni osserva che il rischio derivante da interferenze non è conseguente o proporzionale alla durata delle attività.
 
Terre e rocce da scavo
La Conferenza delle Regioni non condivide la limitazione del DM 161/2012 sull’utilizzo delle terre e rocce da scavo solo ai materiali che provengono da attività o opere soggette a valutazione d’impatto ambientale o ad autorizzazione integrata ambientale. Come si legge nella relazione, il DM 161 risultava esteso a tutte le attività di movimentazione materiali, mentre con la nuova norma si potrebbe tornare alla situazione di incertezza che aveva reso necessaria l’emanazione di un decreto con i criteri in base ai quali considerare sottoprodotti e non rifiuti i materiali estratti. A detta della Conferenza delle Regioni, il DM 161/2012 dovrebbe quindi essere applicato a tutte le attività che prevedono uno scavo superiore ai 6 mila metri cubi.
 
Edilizia scolastica
Dopo aver manifestato apprezzamento e soddisfazione per lo stanziamento di risorse a favore dell’edilizia scolastica, la Conferenza delle Regioni suggerisce che il Piano straordinario venga adottato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, d’intesa con i Ministeri dell’istruzione e delle infrastrutture e trasporti, sulla base della programmazione Miur-Regioni-Enti locali. In questo modo si eviterebbero stanziamenti di risorse non rispondenti alle reali esigenze dei territori.

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