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"La responsabilità della sicurezza è del DDL e non può essere delegata"

fonte www.puntosicuro.it / Normativa

21/10/2013 - Nella seconda giornata di Ambiente Lavoro un convegno di EFEI – Ente Paritetico Bilaterale Nazionale per la Formazione - per fare il punto sulle responsabilità dei datori di lavoro alla luce del DLgs.81/2008, sono intervenuti Procuratore Generale dott. Raffaele Guariniello e l’Onorevole Renata Polverini, Vicepresidente dell’XI commissione Lavoro Pubblico e Privato alla Camera dei Deputati.
 
Un richiamo forte alle responsabilità penali e amministrative dei datori di lavoro in materia di sicurezza è arrivato dal Procuratore Generale dott. Raffaele Guariniello, intervenuto ieri 17 ottobre all’interno del convegno ‘ D.Lgs. 81/08 Testo Unico sulla Sicurezza nei Luoghi di Lavoro: La parola al Legislatore’ organizzato da EFEI (Ente Paritetico Bilaterale Nazionale per la Formazione) all’interno di Ambiente Lavoro, il Salone dedicato alla sicurezza e alla salute nei luoghi di lavoro, organizzato da BolognaFiere e Senaf, che si tiene in concomitanza con SAIE presso i padiglioni del polo fieristico di Bologna.

Il datore di lavoro ha un ruolo cruciale nella gestione della sicurezza nei luoghi di lavoro ed è chiamato, dalla normativa, ad essere il responsabile della sicurezza all’interno della sua azienda. Egli ha un ruolo attivo nella stesura di una politica aziendale in materia di sicurezza e nella creazione di un servizio preposto alla prevenzione e protezione, in prima battuta; e poi è chiamato alla verifica costante delle condizioni di lavoro all’interno della propria azienda. Due obblighi a cui non può demandare. Come ha ricordato, inoltre, il Procuratore Generale, grazie alle recenti disposizioni, alla responsabilità penale del datore di lavoro si aggiunge una componente di responsabilità amministrativa, che si traduce in sanzioni pecuniarie che possono arrivare fino al blocco di finanziamenti e delle attività lavorative. Una responsabilità che non sembra essere ancora recepita dalle imprese che continuano a non avere dei modelli organizzativi e di gestione che mettano nero su bianco le valutazioni fatte sui rischi che i lavoratori possono correre durante l’attività lavorativa.
 
La valutazione dei rischi è infatti un obbligo che il Testo Unico (D.Lgs. 81/2008) imputa al datore di lavoro, una figura giuridica molto complessa che non sempre è facilmente individuabile, come ha ricordato il dott. Guariniello. Il datore di lavoro è colui che all’interno di un’azienda ha il potere decisionale e di spesa, e quindi la possibilità di decidere quanto e come investire in sicurezza. L’obbligo di valutazione dei rischi e il ruolo di datore di lavoro non possono essere delegati ad altri. Spetta al datore di lavoro controllare “gli indici di sicurezza” come li ha definiti Guariniello: “ Così come si controllano e verificano gli indici di andamento delle attività, allo stesso modo il datore di lavoro deve avere un costante monitoraggio degli infortuni e delle malattie professionali, pretendendo relazioni periodiche dagli organi di vigilanza e del medico competente. Il datore di lavoro ha l’obbligo di vigilanza”.   
 
Il Testo Unico è stato rivisto in un’ottica di semplificazione dal Decreto del Fare. Cauto il giudizio di Guariniello sulle modifiche; il Procuratore ha infatti affermato a margine del convegno che “quella del Testo Unico è una struttura ben disegnata e che non è stata intaccata dal Decreto del Fare. È ancora presto per capire le reali ripercussioni del Decreto, ma credo che il problema del nostro Paese non sia legislativo, dato che abbiamo la migliore giurisprudenza al mondo in questa materia, ma piuttosto ci siano problemi di applicazione della normativa da parte degli organi di vigilanza e della magistratura. Nonché un problema di cultura della sicurezza”.
 
Dello stesso avviso, l’Onorevole Renata Polverini, Vicepresidente dell’XI commissione Lavoro Pubblico e Privato alla Camera dei Deputati, che è intervenuta al convegno:
 
"Per quanto riguarda la giurisprudenza sulla sicurezza nei luoghi di lavoro siamo avanti rispetto a tanti Paesi. Purtroppo, però, a questo progresso non corrisponde un livello di cultura adeguato  sull'argomento. Dobbiamo continuare a lavorare  per aumentare la consapevolezza e ciò non può che avvenire nei circuiti scolastici. E' fondamentale far crescere il valore della cultura per la sicurezza e la prevenzione già dalle scuole perché qualsiasi ruolo un giovane svolgerà nella società lo saprà sicuramente affrontare con determinazione. D'altro canto, non bisogna accettare quello che invece, nel nostro Paese, è ancora un sentimento forse troppo consolidato, ovvero che la normativa sulla sicurezza è fatta di 'lacci e lacciuoli'. Da parte mia, mi impegnerò per continuare a vigilare sul decreto del Fare affinché si mantenga alta la guardia sulla salute e la sicurezza dei lavoratori.”
 
 
RPS
 
 
 

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