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			"Profilo di rischio per l’addetto alla movimentazione carichi"
fonte www.puntosicuro.it / Sicurezza sul lavoro
 
			
			
			07/11/2013 - PuntoSicuro ha presentato in questi anni numerosi articoli, documenti, check-list, circolari, manuali operativi sul tema della 
movimentazione dei carichi. Un’attività diffusa in moltissimi comparti e spesso correlata a varie tipologie di incidenti e malattie professionali.
 
	
	
		Alla ricerca di materiali utili per la prevenzione, con riferimento alla ricerca Inail “  Profili
 di rischio nei comparti produttivi dell'artigianato, delle piccole e 
medie imprese e pubblici esercizi: Industrie Meccaniche”, ci soffermiamo su una scheda Inail/ex Ispesl relativa al "
	Profilo di Rischio" degli 
	addetti alla movimentazione manuale e meccanica dei carichi.
	
	
	 
	 
	 
	 
	 
	 
	 
	 
	 
	 
	 
	 
	 
	 
	 
	 
	 
	 
	 
	 
	 
	
	
			
			
			
			Come per le altre schede anche in
“  
			S.P.R.1_Addetto alla
movimentazione manuale e meccanica dei carichi” si danno innanzitutto
informazioni sulla mansione in oggetto.
	L’attività di questo lavoratore,
specializzato nella movimentazione di materie prime, semilavoratori e prodotti
finiti, consiste in:
	- “scaricare la materia prima da
lavorare in arrivo e stoccarla in magazzino;
	- trasporto in reparto della
materia prima da lavorare (approvvigionamento);
	- eventuale trasporto in altro/i
reparto/i;
	-   stoccaggio
del prodotto finito in magazzino per la successiva spedizione;
	- stoccaggio degli scarti della
lavorazione/rifiuti in apposite aree”.
	Questi sono i 
		principali fattori di rischio:
	- “traumi, lacerazioni,
contusioni, ferite, provocati da   cadute
al piano, scivolamenti, caduta materiale;
	- elettrocuzione o ustioni
causate dal contatto con parti in tensione delle macchine;
	- lesioni a carico dell’apparato
uditivo (ipoacusia, perdita dell’udito) causate dall’  elevato rumore
(macchine/impianti in reparto produttivo);
	- lombalgie e traumi al rachide
dovuti alle vibrazioni trasmesse al corpo intero (vibrazioni trasmesse dalle
attrezzature per il trasporto materiale e dalle macchine/impianti a terra in
reparto produttivo);
	- esposizione a radiazioni
ottiche artificiali (nel caso di lavorazioni a caldo che emettono radiazione
luminosa infrarossa – residuo in reparto);
	- esposizione a campi
elettromagnetici (nel caso di utilizzo per la produzione di forni ad induzione
magnetica – residuo in reparto);
	- stress termico provocato dal
microclima (sbalzi di temperatura: esterno-interno, stagioni)
	- malattie respiratorie,
dermatologiche e a carico dell’apparato digerente dovuto rispettivamente ad
inalazione, contatto o ingestione di prodotti chimici (residuo in reparto e
dipende dalle sostanze/prodotti utilizzati);
	- lesioni a carico dell’apparato
muscolo-scheletrico causate da   lavoro
ripetitivo e dalla MMC”.
	Ci soffermiamo ora sulle 
		misure di prevenzione 
		e protezione.
	Queste le misure di prevenzione
per i 
		rischi infortunistici
presentate nella scheda:
	- “i pavimenti dei luoghi di
lavoro devono essere fissi, stabili ed antisdrucciolevoli, nonché esenti da
cavità o piani inclinati pericolosi;
	- mantenere l’area di lavoro in
ordine ed evitare l’accumulo di materiale che possa intralciare i movimenti
dell’operatore;
	- dotare gli ambienti di lavoro
di sufficiente illuminazione naturale e/o artificiale;
	- dotare l’ambiente di lavoro di
idonea segnaletica di sicurezza e vietare l’accesso alle persone non
autorizzate e progettare in modo adeguato le vie di circolazione per veicoli e
pedoni al fine di evitare investimenti, incidenti tra mezzi e ribaltamenti;
	- nei lavori in quota devono
essere adottati idonei parapetti o altre precauzione adatte ad eliminare il
pericolo di caduta dall’alto;
	- prevedere idonee procedure ed
istruzioni operative per lo scarico e lo   stoccaggio
in magazzino di materie prime;
	- utilizzare scaffalature,
bancali, ecc. idonei a sostenere e trattenere il carico da immagazzinare;
	- prevedere idonee procedure ed
istruzioni operative per l’approvvigionamento del materiale dal magazzino ai
reparti di produzione al fine di evitare un’interferenza con le attività di
reparto e ribaltamenti;
	- prevedere idonei sistemi di
trattenuta e idonei accessori per imbracatura (catene, fasce, funi);
	- prevedere idonee procedure ed
istruzioni operative per l’attrezzaggio di impianti e macchine;
	- in caso di inceppamento della
macchina, vietare la rimozione delle protezioni per intervenire e attendere
l’intervento di personale specializzato;
	- verificare che le macchine e
attrezzature siano dotate dei RES di cui alla Direttiva Macchine o alla
specifica Direttiva di Prodotto;
	- verificare che le
macchine/impianti immesse sul mercato dopo il 21/09/1996 siano corredate da Marcatura
CE, Manuale d’istruzione, Dichiarazione di conformità;
	- verificare che le attrezzature
di lavoro di cui all’Art. 70 co.2 del D.Lgs. 81/2008 siano conformi ai
requisiti di sicurezza di cui all’Allegato V del medesimo decreto;
	- verificare che nel corso della
valutazione dei rischi siano stati individuati i rischi palesi;
	- eseguire manutenzione periodica
e programmata delle macchine e delle attrezzature di lavoro al fine di
mantenere l’efficienza dei RES;
	- prevedere specifiche procedure
o Istruzioni Operative per svolgere tutte le attività che comportano lo
stoccaggio,il trasporto e la manipolazione di agenti chimici pericolosi per la
salute e la sicurezza dei lavoratori;
	- prevedere procedure di
emergenza da attuare in caso di primo soccorso, lotta antincendio ed
evacuazione dei lavoratori e di pericolo grave ed immediato;
	- verificare la sicurezza di
apparecchiature elettriche prima del loro utilizzo. Sottoporre attrezzature
elettriche difettose o che presentano anomalie sospette ad ispezione ed
eventuale riparazione da parte di un tecnico elettricista qualificato e
mantenere i cavi elettrici in ordine”.
	In relazione ai 
		rischi fisici la scheda si sofferma sui
rischi correlati al 
		rumore, alle 
		vibrazioni (sistema mano-braccio e
corpo intero), ai 
		campi elettromagnetici,
alle 
		radiazioni ottiche artificiali (ROA)
e al 
		microclima.
	Rimandando i nostri lettori ad
una lettura integrale della scheda, ci soffermiamo sul alcuni dei rischi
descritti.
	In relazione alle 
		vibrazioni trasmesse al corpo intero,
se dalle misurazioni strumentali risulta esserci un’esposizione è necessario
applicare misure preventive:
	- “pianificare una regolare   manutenzione
dei macchinari, con particolare riguardo alle sospensioni, ai sedili ed al
posto di guida degli automezzi;
	- identificare le condizioni
operative o i veicoli che espongono ai più alti livelli di vibrazioni ed
organizzare laddove possibile turni di lavoro tra operatori e conducenti idonei
a ridurre le esposizioni individuali;
	- pianificare laddove possibile i
percorsi di lavoro scegliendo quelli meno accidentati oppure, dove possibile,
effettuare lavori di livellamento stradale;
	- pianificazione di una politica
aziendale di aggiornamento del parco macchine, che privilegi l'acquisto di
macchinari a basso livello di vibrazioni e rispondenti a criteri generali di
ergonomia del posto di guida”.
	In relazione ai 
		campi elettromagnetici (CEM), se dalle
misurazioni strumentali risulta esserci un’esposizione, anche in questo caso è
necessario applicare misure preventive:
	- “utilizzare metodi di lavoro
che comportano una minore esposizione;
	- verificare l’esistenza di
attrezzature di lavoro alternative progettate per ridurre i livelli di
esposizione;
	- utilizzare altre soluzioni
tecniche come protezioni fisse o analoghi sistemi di sicurezza;
	- minimizzare la durata e l’intensità
dell’ esposizione;
	- effettuazione di manutenzione
regolare e periodica degli utensili”.
	In merito ai 
		rischi microclimatici, è necessario mantenere:
	- un “
		corretto quantitativo di aria salubre nei luoghi di lavoro chiusi”
(aerare sufficientemente l’ambiente di lavoro anche tramite l’ausilio di
impianti di aerazione; controllo, manutenzione, sanificazione e pulizia degli
impianti di condizionamento quando presenti);
	- un’
		adeguata temperatura dei locali di lavoro (“modificare la
temperatura dell’ambiente o se non è possibile utilizzare tecniche localizzate
per difendere il lavoratore da temperature troppo alte o troppo basse;
proteggere il lavoratore mediante dispositivi di protezioni individuale;
interrompere l’attività lavorativa frequentemente e svolgere altre lavorazioni;
prevedere idonee aree ristoro con clima adeguato e bevande fredde e calde”).
	Rimandando a quanto già indicato
nella scheda di profilo dell’  addetto
alla sabbiatura riguardo al 
		rischio
chimico, concludiamo parlando di 
		rischio
biologico, di 
		movimentazione manuale
dei carichi e di 
		movimenti
ripetitivi.
	Per il 
		rischio biologico, laddove presente, è bene attuare: 
	- “profilassi medica adeguata;
	- sostituzione periodica degli
olii emulsionabili”.
	Se dalla valutazione dei rischi
risulta una possibile esposizione al rischio di 
		movimentazione manuale dei carichi (MMC) è necessario adottare le
seguenti misure:
	- “adottare le misure
organizzative necessarie e ricorrere ai mezzi appropriati, in particolare
attrezzature meccaniche, per evitare la necessità di una   movimentazione
manuale dei carichi da parte dei lavoratori;
	- “intervenire dal punto di vista
tecnico/organizzativo per ridurre il rischio dovuto a: caratteristiche del carico
(peso, ingombro, equilibrio, posizione); sforzo fisico richiesto (eccessivo,
torsione tronco, movimenti bruschi, posizione instabile); caratteristiche
dell’ambiente di lavoro (spazio insufficiente, pavimentazione, microclima);
fattori individuali di rischio;
	- se necessario eseguire
l’attività con due o più operatori ed elaborare procedura relativa”.
	Infine in merito al 
		lavoro ripetitivo, se dalla valutazione
risulta una possibile esposizione a questo rischio è necessario adottare le
seguenti misure:
	- “adottare interventi a livello
strutturale con il fine di migliorare le posture e i movimenti incongrui, la compressione
degli arti superiori e l’uso della forza: interventi sul lay-out, ergonomia
postazione di lavoro, ergonomia attrezzature;
	- interventi a livello
organizzativo con il fine di migliorare la frequenza e la ripetitività dei
gesti lavorativi e la carenza dei tempi di recupero: ritmi, pause, rotazione
delle mansioni”.
	Profili di rischio nei comparti
produttivi, “  S.P.R.1_Addetto alla movimentazione manuale e meccanica dei
carichi”, Inail/ex Ispesl (formato PDF, 192 kB).
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di rischio: addetto alla movimentazione manuale e meccanica dei carichi”. 
	RTM
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