"Un giorno da SISTRIANO"
fonte www.lavoripubblici.it / Ambiente
Racconti di questo tipo potrebbero esserne scritti a bizzeffe, ma la realtà è che il mondo dei rifiuti sta vivendo una fase di transizione e se non viene affrontata nella maniera corretta si corre il rischio di vivere in un paese dove confusione, incertezza regnano sovrani lasciando spazio a compromessi, elusioni normative e tanto altro.
Per questo ho pensato fosse utile raccontare la giornata tipo di un SISTRIANO ed in particolare di quell'operatore che all'interno dell'azienda si fa in quattro per organizzare al meglio la gestione dei rifiuti coniugandola tra la tradizionale gestione cartacea e l'innovativa gestione digitale (?). Le sfaccettature che il SISTRI assume a seconda che ci si occupi di trasporto, micro raccolta, impiantistica rendono l'intero quadro sistriano lento dal punto di vista operativo.
Ai non addetti ai lavori sfuggono gli aspetti più paradossali ed "inquietanti" del SISTRI, e non è insolito per tali soggetti pensare che dopo l'avvio dell'operatività del SISTRI quest'ultimo sia diventato un potete sceriffo nei confronti delle eco-mafie, delle discariche incontrollate e dell'illegalità nel mondo dei rifiuti. Purtroppo non è così ed è bene ribadirlo per evitare che l'argomento cada nel dimenticatoio lasciando ai soli addetti ai lavori, eco-corretti, l'intero peso del sistema digitale.
In questo articolo si tenterà di affrontare la giornata tipo di un'operatore all'interno di un'azienda che si occupa di logistica ed in particolare di micro-raccolta. Affrontare tutte le casistiche è ovviamente dispersivo ma vorrei rendere bene l'idea di quale sia la mole di lavoro che tutti i giorni si affronta in uno scenario del genere perché ritengo qualcuno abbia trascurato proprio questa importante variabile nella progettazione del mostro informatico.
Ogni mattina un SISTRIANO si alza e sa che dovrà essere molto più veloce di chiunque altro nel proprio ufficio per stare al passo con il proprio lavoro...
Il Sistriano medio cerca di arrivare prima sul posto di lavoro, accende il proprio computer, magari si prepara un caffè ed inizia la propria giornata controllando quali saranno i ritiri da effettuare il giorno successivo, le tipologie di rifiuti, gli impianti di destinazione, i produttori coinvolti, i mezzi da utilizzare. Vi pare poco? Allora non siete mai stati in un ufficio logistico.
A seconda della dimensione aziendale l'attività si svolge con una organizzazione metodica dei produttori da contattare telefonicamente per concordare l'ora del ritiro, confezionamento dei rifiuti (a volte a carico del trasportatore), quantità stimate dei rifiuti presenti (una delle variabili cosmiche che mettono in crisi il produttore), i codici CER assegnati dal produttore ai suoi rifiuti (altra eresia per il produttore che il più delle volte cade dalle nuvole o commenta la richiesta con un improvviso mutismo selettivo nei confronti dei rifiuti),modalità di accesso per i mezzi, orari di apertura, referenti, contatti telefonici mobili in caso di necessità, eventuale documentazione necessaria per accedere al sito. In generale queste sono le principali variabili da considerare quando si organizza un ritiro, ma è necessario considerare che il nostro SISTRIANO dovrà organizzare una micro raccolta, ossia il ritiro da più produttori di più tipologie di rifiuto.
La micro raccolta si concretizza, in tempi di ristrettezze economiche, nel fare più "prese" possibili nell'arco della giornata lavorativa con un unico mezzo, in fondo tra tasse, contributi,stipendi, costo del carburante, costo di ammortamento delle strutture, costo del mezzo, è importante riuscire a chiudere la giornata almeno in pareggio se non con un qualche utile.
Il nostro operatore pertanto dovrà fare una serie di telefonate cercando di contattare tutti i produttori avvisandoli che il giorno dopo il mezzo passerà da loro per effettuare il ritiro. Anche in questo caso è bene considerare la famosa massima: "ritenta sarai più fortunato" nel senso che non sempre tutti rispondono al telefono al primo colpo. E' cosi che la prima parte della giornata generalmente fugge via in un lampo.
Nel frattempo la logistica di base viene organizzata, e sempre nel frattempo le lancette dell'orologio corrono veloci giungendo a mezzodì. Se il nostro SISTRIANO ipotetico è fortunato sarà riuscito a contattare tutti i produttori e ad organizzare la micro raccolta per ogni suo automezzo e potrà ricompensarsi con il relax dell'ora pranzo.
E' a questo punto che inizia la fase più delicata, ossia la redazione della documentazione che fino ad un mese fa circa consisteva nella redazione dei soli formulari di carico e scarico da consegnare ad autisti già competenti in materia.
La seconda parte della giornata così inizia con il nostro SISTRIANO che inserisce, in un gestionale (quasi tutte le aziende di trasporto di una certa dimensione ne sono oggi dotate), tutti i dati anagrafici necessari per poter compilare i formulari. Ricordiamo che ogni formulario è valido per un singolo produttore e per un singolo codice CER, pertanto tanti saranno i formulari quanti saranno i codici CER da ritirare ed i produttori di rifiuti.
Generalmente in questa fase si manifestano i casi più curiosi. Se l'operatore è attento potrà rendersi conto che la ragione sociale non è corretta o è incompleta, che l'indirizzo è incompleto, ma ciò che più di tutti può mandare fuori dai gangheri è avere tra le mani una partita iva anziché un codice fiscale (Dovrebbe essere ormai chiaro che sono due cose ben distinte ma tant'è...). Qualcuno potrà chiedersi: "E quindi? Che differenza fa?" Purtroppo c'è una bella differenza dato che lo stesso D.Lgs. 152/2006 richiede che sia inserito quello anziché la partita IVA. Scatta quindi la famosa telefonata al produttore chiedendoli i dati corretti., ed in questi casi possono verificarsi due ipotesi:
- Il produttore sa di che si sta parlando e fornisce i dati corretti
- La persona contattata non conosce la differenza tra le due e cade nuovamente dalle nuvole
Certo non è una regola ma capita.
Recuperati tutti i dati, comprese le autorizzazioni degli impianti di
destinazione, i formulari vengono compilati ed il processo di stampa ha
finalmente inizio. Anche qui occorre avere una buona dose di fortuna
perché nulla vieta che in azienda sia presente una vecchia stampante ad
aghi alla quale di tanto in tanto piace mangiucchiare un formulario
senza che l'operatore se ne accorga. Ma il nostro SISTRIANO, già
consumato dall'esperienza ha sempre un occhio attento a riguardo...
Inizia ora la fase SISTRI, ossia quella particolare parte della giornata
in cui l'operatore si isola dal mondo, prende vicino a sé la bibbia
sistriana (manuali operativi) cade in una profonda trance ed inserisce
il dispositivo USB che gli permetterà di accedere al mondo del SISTRI.
Il SISTRIANO è bene sapere essere un animale furbo, e conscio delle
stampanti difettose
del SISTRI ha già ricopiato su un file word o excel, o inciso sui muri,
o sulla propria scrivania, i codici di accesso del proprio account. Già
perché le famose buste cieche del SISTRI sembrano essere molto spesso
afflitte da stampa offuscata o meglio, i codici sono a libera
interpretazione se non hai 12/10 di vista ed una buona abilità nel
risolvere rebus (ciò è ovviamente riferito alla prima lunga serie di
buste cieche che furono rilasciate a buona parte delle aziende di
trasporto e degli impianti che si iscrissero nel lontano 2010).
Ma anche questo è un ostacolo sormontabile. Il dispositivo USB è
inserito ed il mouse clicca sulla schermata di avvio accedendo al
pannello di controllo. Da qui è semplice giungere all'area di creazione
delle schede SISTRI, infatti è sufficiente cliccare sulla voce "accesso"
oppure sulla relativa icona. Ecco che appare una schermata che spiega
in maniera efficiente dove cercare i codici di accesso che verranno
richiesti nella pagina successiva. In fondo alla schermata, cliccando su
un enorme pulsantone si accede all'area più protetta del nostro paese
dati i codici che si dovranno inserire. Innanzitutto viene richiesto il
codice PIN, un codice a 8 cifre. Se l'inserimento è corretto (ed anche
se non è corretto) si accede ad una seconda schermata in cui sarà ora
necessario inserire invece l'UID o meglio conosciuto come username ed
una password. Qui il nostro SISTRIANO si è fatto furbo con l'esperienza e
visto che il primo campo non fa differenza tra maiuscolo e minuscolo
lui accende il "caps-lock" ed inserisce i dati nel primo campo, subito
dopo passa all'inserimento della password, un codice alfanumerico che
deve essere inserito rigorosamente in maiuscolo.
Fatto ciò ecco che finalmente si può accedere al pannello di controllo
vero e proprio, il cuore pulsante del SISTRI, il luogo da dove è
possibile leggere il registro cronologico (la confusione con la quale è
stato creato è a dir poco assurda ed evito di parlarne ma chi lo
gestisce saprà di che parlo), creare schede SISTRI in tutte le salse ed
in tutte le causali di questo mondo che solo una mente malata come il
Jocker di Batman avrebbe mai potuto ideare, ma tant'è che ci sono e bisogna usarle.
Normalmente il SISTRIANO posa il suo puntatore sull'icona per creare una
scheda sistri dedicata alla micro raccolta e qui il dubbio amletico
- Scheda sistri micro raccolta per produttore iscritto
- Scheda sistri micro raccolta per produttore non iscritto
è quanto mai lecito. Ma visto che il Ministero ci ha fatto il dono delle
"semplificazioni" quasi nessun produttore utilizza il SISTRI (tranne i
più masochisti) ed il SISTRIANO può tranquillamente scegliere una scheda
sistri micro raccolta per produttore non iscritto.
Appare quindi una nuova schermata che chiede l'inserimento di tutta una
serie di dati che normalmente vediamo sui formulari rifiuti. Partendo
dall'anagrafica del produttore (e state certi che se dovete fare più
schede sistri per lo stesso produttore il sistema non mantiene i suoi
dati in memoria e quindi occorre inserirli ogni volta, ma in fondo il
SISTRI non è un gestionale...) alla tipologia di rifiuto da inserire,
allo stato fisico del rifiuto, alle caratteristiche di pericolosità del
rifiuto, alle modalità di confezionamento ecc... ogni dato deve essere
inserito. Fortunatamente qualcuno si è reso conto di come alcune
variabili siano difficilmente inseribili in prima battuta, vedasi ad
esempio il peso alla partenza ora non più obbligatorio. Ma una paio di
precisazioni è bene farle, se si compila una normale scheda sistri per
singolo ritiro questo dato è obbligatorio e, almeno per quella che è la
mia esperienza, al termine del ritiro quel dato non è più modificabile
ed il peso riscontrato a destino andrà inserito nelle annotazioni;
inoltre c'è la questione dei menù a tendina. Come è possibile che ogni
qual volta si selezioni una opzione da quei menù l'intera pagina scrolla
verso l'alto? Qualcuno si è reso conto del tempo che si perde se la
navigazione non è proprio fluida, e del momento di incertezza che si
crea quando, convinti che la pagina continui a scorrere verso il basso
ci si ritrova a non aver inserito i dati successivi ma a modificare
quelli precedenti?
Ma andiamo oltre e continuiamo a compilare le varie sezioni che spaziano
dai dati anagrafici del produttore, a quelli sul rifiuto a quelli sul
trasportatore, a quelli sull'impianto di destinazione (per il quale il
numero di autorizzazione deve essere inserito ogni volta manualmente, ma
il SISTRI non è un gestionale ricordiamolo e non si è minimamente
prodigato nella ricerca delle autorizzazioni in fase di iscrizione da
parte delle aziende) all'intermediario dei rifiuti, al consorzio di
recupero, alle annotazioni ecc... Ecco che quando tutti i dati sono
stati inseriti finalmente si giunge alla schermata di riepilogo dove il
nostro SISTRIANO ha la possibilità di ricontrollare ogni dato da lui
inserito e confrontarlo con quelli reali. Ed ora? A questo punto si può
finalmente salvare ed infine firmare la scheda. Questa parte mette ansia
è bene dirlo perché una volta salvati tutti i dati inseriti si ha la
possibilità di firmare, cliccando sul pulsante firma ma ecco
materializzarsi un nuovo dubbio amletico:
sei sicuro di voler firmare? Ai posteri l'ardua sentenza.
Cosa accade quindi quando si è proprio sicuri di voler firmare? Il
sistema ci chiede di inserire il codice PIN e se il nostro SISTRIANO ha
anche la sfortuna di avere un dispositivo USB legato a più delegati sarà
necessario anche inserire username, alias UID e password. Probabilmente
lanciare una testata nucleare richiede meno codici d'accesso e meno
ansie.
Tutto qui? No perché il nostro SISTRIANO non ha firmato la propria
scheda SISTRI ma bensì ha fatto un favore al produttore (e noi tutti
ringraziamo ancora le "semplificazioni") firmando la scheda per lui, ed
ora dovrà nuovamente firmare la scheda accedendo all'area del
trasportatore. Il passaggio è fortunatamente semplice ma il giro di
ansie appena descritto viene nuovamente ripetuto. Finalmente la scheda
SISTRI è bella che firmata ed è possibile scaricarla. Il sistema chiede
al SISTRIANO se vuole salvare la scheda e conservarla elettronicamente
come richiesto dal D.Lgs. 152/2006 e ss.mm.ii. (domande banali? Se è
obbligatorio perché lo chiede?). Se il SISTRIANO avrà il coraggio di
cliccare SI allora si avvierà un lettore di pdf e la scheda potrà essere
finalmente stampata. A questo punto è bene ricordare che la scheda in
formato elettronico viene automaticamente salvata all'interno del
dispositivo USB.
Parliamo quindi della scheda sistri che finalmente è stata stampata.
Anche qui urgono delle considerazioni. Il layout non occupa tutta la
pagina come ci si può aspettare, ma nell'ottica della spendig review
sono stati utilizzati solo ¾ di pagina rendendo di fatto confusionario
capire quali siano realmente i campi da compilare a mano e quali no (
nonostante siano di colori diversi). I dati riportati rispecchiano più o
meno tutti quelli che già trovate sui comunissimi formulari solo che
presentano caratteri più ridotti ed uno schema organizzativo, a parere
dello scrivente, scadente e confusionario. Mi chiedo come mai nessuno si
sia applicato nel renderlo più fruibile considerando i contributi
obbligatori che le aziende hanno versato negli anni. Anche qui "ai
posteri l'ardua sentenza".
Il nostro SISTRIANO ha terminato finalmente la prima scheda del giro di
micro raccolta del giorno successivo, non esce dal suo stato di trance e
continuare ad inserire dati nel tentativo di riuscire a terminare il
proprio lavoro entro le otto ore lavorative, ma sa già che quand'anche
non dovesse riuscirci sarà obbligato a continuare a svolgere il proprio
lavoro per permettere ai suoi colleghi conducenti di poter svolgere al
meglio il proprio.
Facciamo quindi un breve conto ecologico in materia di SISTRI: qual è il
vero risparmio in termini di carta stampata? Qual è il vero risparmio
in termini di semplificazione delle operazioni? Quale'è il vero
significato della tracciabilità dei rifiuti? Qual è il valore economico
di una persona che svolge queste operazioni e che non sempre accede agli
straordinari come hanno fatto i famosi operatori della nota azienda che
ha sviluppato il SISTRI e che fece scandalo un annetto fa circa?
Questo articolo scritto in chiave ironica non vuole prendersi gioco di
chi con il SISTRI lavora tutti i giorni, ma vuole essere una critica
costruttiva a chi deve riprogettare seriamente il sistema informatico
per renderlo fruibile e fruttuoso in termini di risparmio e
tracciabilità.
Le persone importanti che fanno sacrifici e che si impegnano per il bene
del prossimo e della comunità non sono quelle che si mettono in mostra
tra uno scandalo e l'altro e che mai perderanno i propri privilegi ma
sono i lavoratori italiani che nonostante tutte le pressioni, la
continua svalutazione del valore del proprio stipendio, gli orari
impossibili e tutti i sacrifici fatti permettono al nostro paese ancora
di muovere i propri passi verso quello che ci auguriamo sia un futuro
migliore.
Caro SISTRIANO credo sia inutile dirti che ora anche tu hai il sostegno di tutti quanti.
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