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"Problematiche di ergonomia ambientale: il fattore odore"
fonte www.puntosicuro.it / Salute
09/12/2013 - L’
ergonomia, termine che deriva dalle
parole greche “ergon” (lavoro) e “nomos” (legge), è una disciplina scientifica
che si occupa della comprensione delle interazioni fra l’uomo e gli altri
elementi di un sistema. Una disciplina che non si occupa solo, come
erroneamente si tende a pensare, di postura e movimento corporeo, ma anche di
altri aspetti come i fattori ambientali, informazioni ed operazioni
(ottenimento di informazioni, controlli, relazioni tra i video ed i controlli),
organizzazione del lavoro, ...
Per affrontare un aspetto dell’ergonomia
meno conosciuto, quello relativo ai
fattori
ambientali, possiamo fare riferimento ad un convegno - promosso dalla Regione Piemonte e
organizzato da Corep - che
si è tenuto qualche anno fa, il 22 febbraio 2010, a Torino, dal titolo “
Ergonomia e innovazione - Modelli per la
gestione dell’ergonomia per la sicurezza sui luoghi di lavoro”.
Nel convegno, che ha fornito
nuove idee per interpretare l’ergonomia come elemento di miglioramento della
produttività e del benessere
dei lavoratori, un intervento si è soffermato proprio sui
fattori ambientali.
In “
Problematiche di Ergonomia ambientale”, a cura del Prof. Ciro
Isidoro (Medicina Ambientale Applicata - Università del
Piemonte Orientale, Dipartimento di Scienze Mediche) si forniscono
innanzitutto alcune definizioni.
Se l’ergonomia può essere intesa
come “disciplina scientifica che si occupa della comprensione delle interazioni
fra l’uomo e gli altri elementi di un sistema”, permettendo di “ottimizzare il
benessere dell’uomo e la prestazione dell’intero sistema”, bisogna anche
ricordare la stessa
definizione di
salute (O.M.S, 1948): “non solo assenza di malattia ma stato di completo
benessere fisico, psicologico e sociale”.
Di cosa si occupa l’ergonomia ambientale in relazione alla sicurezza
nei luoghi di lavoro?
Ad esempio di:
- “interazione tra lavoratore e
ambiente fisico;
- percezione e benessere del
lavoratore;
- progettazione del luogo di
lavoro seguendo le esigenze del lavoratore;
- salvaguardia della salute
fisica e della sicurezza del lavoratore”.
In particolare i
fattori ambientali considerati sono:
- “microclima;
- rumore;
- illuminazione;
- qualità dell’aria;
- odori”.
Se questi fattori non sono
controllati e adeguati alle esigenze fisiologiche in relazione alla tipologia
del lavoro svolto, possono determinarsi situazione di
disagio per il lavoratore con potenziali conseguenze negative sulla sua
salute e sicurezza.
RTM
Uno dei fattori ambientali che
viene probabilmente sottovalutato è quello relativo agli
odori.
Il relatore ricorda, a questo
proposito, che gli odori “sono immediatamente avvertiti dall'olfatto e generano
una risposta neurofisiologica soggettiva di piacere o di disgusto”.
Un ambiente maleodorante è
“percepito come sgradevole e provoca fastidio e disturbi neurovegetativi (senso
di nausea, cefalea, ecc)”.
Dunque l’odore presente nell’aria
“indoor”, anche se non dannoso o tossico in sé, può avere “effetti negativi sul
lavoratore”. E anche gli odori “gradevoli” (profumi) “se troppo intensi possono
avere effetti negativi provocando alterazioni dello stato di coscienza”.
Alcune
note riportate dall’autore:
- “soglia olfattiva degli odori
(dipende dalla sostanza chimica);
- effetti soggettivi (dipendono
da condizioni di ipersensibilità);
- gli odori hanno una importante
funzione di allarme (presenza di gas potenzialmente tossici o pericolosi) e
pertanto non devono prodursi effetti di ‘mascheramento’ artificiale utilizzando
vaporizzatori profumati”.
L’intervento, che vi invitiamo a
visionare, riporta molti dati, molti grafici tratti dalla letteratura in
materia e un’analisi della normativa vigente in Italia.
E se nella normativa si parla ad
esempio di fattore rumore, illuminazione, microclima e salubrità dell’aria, non
si accenna al fattore odore.
Sono riportate anche indicazioni
relative alla normativa tecnica, ad esempio con riferimento a emissioni
termiche, rumore e illuminazione nei
luoghi di lavoro.
Concludiamo riportando alcune
indicazioni, non esaustive, per uno
strumento
integrativo dell’analisi uomo-sistema in relazione al
fattore odore:
- “valutare se sono presenti
odori sgradevoli causato da condizioni che, pur non determinando un rischio
concreto di infortunio o malattia professionale, determinano disagio nei
lavoratori;
- se sono presenti odori
sgradevoli, individuare la causa di tali odori e, se possibile, prendere in
considerazione delle misure che migliorino il comfort del lavoratore;
- verificare che nei processi
produttivi in cui sono utilizzate e/o prodotte sostanze con un elevato valore
di percettibilità olfattiva siano prese delle misure che diminuiscano tale
valore;
- verificare la presenza (se
necessaria) di sistemi di ventilazione tenendo in considerazione il tipo di
processo ed la presenza di personale addetto;
- verificare la presenza (se
necessaria) di sistemi di trattamento
dell'aria al fine di ridurre la concentrazione dei composti odorigeni”.
Dopo aver riportate altre check
list e strumenti integrativi in relazione a vari fattori ambientali (rumore,
qualità dell'aria, emissioni termiche, illuminazione, microclima, ...),
l’intervento si conclude ricordando che sono stati considerati “quei fattori
(di natura chimica, fisica e biologica) presenti nell’ambiente interno di
lavoro che possono alterare la percezione o lo stato di benessere e di
attenzione/concentrazione del lavoratore con possibili ricadute negative sulla
sicurezza individuale (personale e collettiva) e degli impianti/edifici”.
Tuttavia, è bene ricordare, che
“il malessere/disagio è spesso il risultato di
sinergismi” tra i vari fattori.
“ Problematiche di Ergonomia ambientale”, a cura del Prof.
Ciro Isidoro (Medicina Ambientale Applicata - Università del Piemonte
Orientale, Dipartimento di Scienze Mediche), intervento al convegno “Ergonomia
e innovazione - Modelli per la gestione dell’ergonomia per la sicurezza sui luoghi
di lavoro” (formato PDF, 790 kB).
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