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"Banche: il rischio rapina e i rischi per la salute e per la sicurezza"
fonte www.puntosicuro.it / Sicurezza sul lavoro
22/01/2014 - Una
tesi di laurea, pubblicata sul sito dell’ Università degli Studi di Siena,
ha affrontato la gestione della sicurezza nei luoghi di lavoro con
riferimento all’evoluzione nel tempo - dal XIX secolo fino ad oggi – e
attraverso la costruzione del
documento di valutazione dei rischi (DVR)
di un gruppo bancario.
Stiamo parlando della tesi di laurea di Serena Murrighile dal titolo “
La
valutazione dei rischi e la definizione di politiche per la sicurezza
nei luoghi di lavoro: Analisi teorica e applicazione a un caso reale”
presentata nell’anno accademico 2010-2011 al Corso di Laurea
specialistica di Ingegneria Gestionale, Facoltà di Ingegneria,
Università degli studi di Siena.
Rimandando i nostri lettori alla
lettura integrale della tesi – riguardo alla storia normativa, al rischio nelle
dimensione finanziaria, al risk management e al sistema di gestione della
salute e sicurezza sul lavoro - ci soffermiamo brevemente sulla
valutazione dei rischi e sulle diverse
tipologie di rischi analizzati.
Innanzitutto i rischi per la
sicurezza che si possono anche denominare rischi di natura infortunistica, “in
quanto sono responsabili di infortuni più o meno gravi in conseguenza di un
impatto che può essere di natura fisica, chimica, biologica, meccanica o
elettrica”:
- “
rischi elettrici: connessi a carenze di sicurezza degli impianti
elettrici sui sistemi di funzionamento o sulle attività
di manutenzione non effettuate o effettuate non correttamente;
-
rischi meccanici: relativi al funzionamento delle macchine e delle
apparecchiature, gli impianti elevatori, gli impianti di movimentazione
merci;
-
rischi strutturali: riguardano le caratteristiche immobiliari degli
spazi dell’ambiente di lavoro e quindi altezze, cubature e superfici, locali
sotterranei e non, pavimenti, muri, soffitti, finestre, lucernari, porte e
portoni, scale, luoghi di lavoro esterni, servizi igienico-sanitari, vie e
uscite di emergenza;
-
rischi da scenari incidentali: riguardano le atmosfere esplosive
per la presenza di sostanze pericolose per es. infiammabili o corrosive,
situazioni di attentati/minacce, eventi naturali, emissione di sostanze
pericolose;
-
rischi incendio: connessi a una mancanza di segnaletica delle
uscite di emergenza, dalla mancanza o dalla scarsa manutenzione delle
attrezzature e delle misure antincendio, mancanza di rilevatori di incendio, di
segnalatori di allarme, presenza di materiale combustibile e/o infiammabile”.
Sono analizzati anche i
rischi per la salute “denominati anche
rischi igienici, in quanto responsabili della compromissione dell’equilibrio
biologico dei lavoratori”:
- “
rischi biologici: si tratta di rischi connessi all’esposizione, e
quindi dal contatto o inalazione, di microrganismi presenti nell’ambiente
lavorativo;
-
rischi fisici: sono connessi a svariati fattori di rischio che
possono essere associati a illuminazione, microclima, radiazioni ionizzanti e
non, radiazioni ottiche artificiali, rumore e vibrazioni;
-
rischi chimici: rischi di esposizione correlati con l’impiego di
sostanze chimiche, tossiche o nocive;
-
rischi da altri agenti: riguardano il fumo di tabacco, igiene e
pulizia, materiali pericolosi, polveri, presenza di insetti e animali”.
Per quanto riguarda i
rischi trasversali - ossia quelli che
impattano sia sulla salute che sulla sicurezza, in quanto derivano dal tipo di
organizzazione e quindi dal clima esistente, dal carico di lavoro fisico e
mentale, dalla presenza, per lo svolgimento di alcune attività, di figure
professionali provenienti da ditte esterne, ... - le diverse tipologie di
rischio si riferiscono a:
- “
rischi da fattori psicologici: riguardanti fenomeni di mobbing,
sindrome da burn out e stress da
lavoro correlato;
-
cantieri temporanei e mobili: riguardano tutte le misure di
sicurezza prese in caso di lavori all’interno di cantieri;
-
fattori ergonomici: connessi a svariati fattori che presuppongono
il rispetto dei livelli di ergonomia, per es. relativi agli arredi all’interno
delle filiali, come sedie rotte, oppure per le posizioni corrette dei video
terminalisti che devono consentire l’adeguamento migliore della propria
postazione;
-
fattori organizzativi: riguardano diversi fattori connessi alla
definizione di organizzazione sia riferita ai locali lavorativi sia riferita
alla gestione di diversi settori come la gestione delle emergenze o proprio la
gestione della sicurezza, o ancora alla considerazione di determinate categorie
di lavoratori come quelli notturni o diversamente abili;
-
rischio rapina: relativo ad una problematica strettamente connessa
alle attività delle filiali”.
Nella tesi si accenna anche ai
rischi ambientali nei quali bisogna
distinguere “quelli che si riferiscono agli impatti diretti sui lavoratori, a
causa dell’emissione nell’ambiente lavorativo di fattori di natura chimica,
fisica e biologica, con conseguenze dirette sul personale, oppure quelli
definiti in senso stretto e quindi che impattano sull’esterno”.
Ci soffermiamo sulle
considerazioni correlate al
rischio
rapina.
Il rischio rappresentativo più
significativo nell’ambito del settore bancario è il rischio rapina.
Esistono delle associazioni “che si occupano proprio di questa problematica
specifica delle banche e che prima fra tutte vedono l’ABI (Associazione
Bancaria Italiana). Si tratta di un rischio complesso che non riguarda solo l’aspetto
patrimoniale delle banche, ma che deve essere incentrato proprio dal punto di
vista della salute e sicurezza del lavoratore non solo dal punto di vista
fisico”. Il gruppo bancario analizzato nella tesi (chiamato BANCA X) ha incluso
“effettivamente il rischio rapina dal 2005 data in cui tale rischio è stato
definito specifico del settore bancario e non più come un qualcosa che
derivasse da una casualità non direttamente imputabile all’attività svolta dal
lavoratore come avveniva prima, considerazione superata vista la stretta
connessione fra l’attività che presuppone il maneggiare contante e chi la
esegue”.
Questo deriva da una “sentenza
della Corte di Giustizia Europea che ha condannato l’Italia” per aver recepito
male “le prescrizioni comunitarie in materia di sicurezza sul lavoro
disciplinando solo i rischi direttamente afferenti all’ambiente di lavoro e non
tutti i rischi oggettivamente presenti. Infatti il rischio rapina viene
riconosciuto specificatamente dal Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro e
deve essere valutato nel documento di valutazione dei rischi (ex art. 4 della
626, ora art. 28 del Testo Unico) e le relative misure di contrasto del
fenomeno sono contenute nei Protocolli d’Intesa per la prevenzione della
criminalità in banca”.
Il rischio rapina è un rischio
complesso “che va attribuito ad una
molteplicità
di fattori:
- “fattore economico e culturale
(livelli di circolazione del contante, utilizzo degli strumenti alternativi di
pagamento);
- prevenzione e contrasto alle
rapine (scelta e adozione di misure di sicurezza presso le banche);
- fattore criminologico
(andamento del fenomeno rapine nell’ambito della criminalità generale)”.
E la peculiarità del rischio
rapina “riguarda la
natura esogena
che lo caratterizza in quanto derivante da un’attività criminosa posta in
essere da terzi; è come se quindi fosse opportuno considerare questo fatto come
causa che limita la responsabilità del datore di lavoro. Ma in realtà questo
presuppone una necessità di intensificare le misure di sicurezza. Quindi tale
rischio non può essere riconducibile ad un’unica causa, ottenendo una
valutazione riduttiva di un fenomeno ampio e complesso”.
Concludiamo riportando quanto
presente nel DVR della BANCA X proprio con riferimento al
rischio rapina:
- “
situazione attuale: la Banca ha costituito una Commissione Misure
di Sicurezza Antirapina Paritetica con il compito di monitorare la situazione
delle misure di sicurezza adottate dalla banca, gli eventuali nuovi sistemi di
sicurezza che potranno affermarsi nell’ambito del sistema e le eventuali
particolarità degli atti criminosi e delle relative circostanze. A questo si
aggiunge l’attività di formazione da erogare a tutto il personale della Banca
compreso il corso di formazione on line sulla gestione dell’evento rapina”;
-
programma di miglioramento: particolare attenzione dovrà essere
riservata a tutti gli aspetti di natura organizzativa che possono incidere
sulla sicurezza antirapina. Verrà ultimata la formazione sul rischio
rapina secondo quanto previsto dal programma formativo. Inoltre verrà
aggiornato il protocollo sanitario con l’introduzione di un sopralluogo
sistematico presso la dipendenza del Medico Competente nei giorni successivi
all’evento rapina, ed a richiesta dei singoli lavoratori, l’assistenza agli
stessi con eventuali interventi successivi”.
“ La valutazione dei rischi e la definizione di politiche per la
sicurezza nei luoghi di lavoro: Analisi teorica e applicazione a un caso reale”,
tesi di laurea di Serena Murrighile presentata nell’anno accademico 2010-2011, Corso
di Laurea specialistica di Ingegneria Gestionale, Facoltà di Ingegneria, Università
degli studi di Siena. Relatore: Gianluca Murgia (formato PDF, 2.45 MB).
RTM
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