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"Le polveri di legno e gli impianti di aspirazione localizzata"
fonte www.puntosicuro.it / Salute
27/01/2014 - Il
Piano Mirato di Prevenzione (PMP) “ Applicazione del vademecum per il miglioramento della sicurezza e della salute con le polveri del legno”, dell’ Azienda sanitaria locale della provincia di Monza e Brianza, fa riferimento ad un vademecum di comparto prodotto adottato con Decreto della Regione Lombardia ( Decreto n. 8713 del 16 settembre 2010).
Il vademecum di comparto sottolinea in particolare che un importante intervento per
minimizzare la dispersione delle polveri che si possono originare dalle lavorazioni meccaniche è relativo ad una “
corretta
progettazione dell’impianto di aspirazione, seguita da regolare e
idonea manutenzione, ed una corretta pulizia degli ambienti”.
Sui temi della prevenzione e
dell’applicazione del vademecum si è tenuto l'
11 luglio 2013, presso l’ASL Monza e Brianza, un seminario con le aziende
del comparto
legno che ha affrontato nel dettaglio il tema della progettazione di
impianti di aspirazione localizzata.
In “
L’impianto di aspirazioni localizzate per le polveri del legno:
progettazione, conduzione e manutenzione”, a cura dell’ing. Andrea Bonfanti
(CITI s.r.l.), si indica che gli impianti di aspirazione localizzata possono
essere:
- “
impianti dedicati: vengono realizzate linee separate con
ventilazioni e impianti di abbattimento separati tra le polveri da lavorazione
meccanica del legno e le polveri da carteggiatura;
-
impianti misti: viene realizzata un’unica linea, impianto di
abbattimento per polveri da lavorazione meccanica del legno e le polveri da
carteggiatura”.
Per la progettazione la
prima fase è quella
“dell’identificazione del tipo di lavorazione (legno/ polverino) e del tipo di
macchine (centro di lavoro, sega a
nastro, sega circolare, toupie, nastri di carteggiatura, …); oltre alla
loro collocazione all’interno dei reparti produttivi”.
Inoltre se disponibili devono
essere sempre “prese in considerazione:
- le portate d’aria complessive e
sulla singola presa;
- le velocità minime sulle
singole prese;
- la prevalenza richiesta e le
eventuali perdite di carico per imbocco/canalizzazione”.
Qualche accenno alla
velocità di captazione.
È il parametro fondamentale “per
evitare che le particelle possano disperdersi nell’ambiente di lavoro. Nelle
macchine sono usualmente studiate le conformazioni dei carter e dei punti di
presa per l’ottimale captazione. Per i punti di captazione non collegati a
macchine deve essere valutato di caso in caso il raggio di azione
dell’aspirazione e di conseguenza velocità, portata, prevalenza necessari. Deve
essere analizzato l’effettivo ciclo di lavoro e il numero massimo di macchine
contemporaneamente utilizzabili al fine di evitare un sovradimensionamento
dell’impianto”.
Il documento si sofferma anche
sulle
serrande di parzializzazione.
È infatti opportuno “prevedere su
tratte di macchine omogenee oppure sulle singole macchine delle serrande
pneumatiche (o manuali) per interrompere l’aspirazione sulle macchine non in
funzione”.
L’intervento, di cui vi invitiamo
a visionare il documento agli atti, si sofferma poi su diversi altri
temi tecnici:
- ottimizzazione delle linee centralizzate;
- dimensionamento del
ventilatore;
- impianto di abbattimento.
Si segnala che il “corretto
dimensionamento dell’impianto nel suo insieme è frutto delle regole di buona
tecnica oltre a specifiche norme UNI sulle velocità di captazione e di dimensionamento
delle tubazioni”.
L’intervento si sofferma poi
sulla necessaria
manutenzione, con
riferimento specifico a:
- manutenzione filtro;
- manutenzione coclea;
- manutenzione valvola a stella;
- manutenzione ventilatori;
- verifica della pulizia dei
condotti e delle tubazioni flessibili.
Ricordando infine che “tutte le
manutenzioni sono da fare periodicamente in base alle indicazioni del
costruttore e comunque almeno ogni 6 mesi per la manutenzione totale e ogni 15
giorni per la manutenzione parziale”.
Un altro intervento al seminario
si sofferma sul perché applicare il vademecum della Regione Lombardia e riporta
utili suggerimenti per interventi di prevenzione relativi al rischio delle polveri
di legno.
In “
Applicazione del vademecum per il miglioramento della sicurezza e della
salute con le polveri di legno”, a cura di M. Brambilla, si ricorda che
applicando il vademecum non solo si adempie agli obblighi previsti dal D.lgs.
81/2008, ma si mettono i lavoratori “in condizioni di operare in un ambiente
salubre” quindi li si rende “liberi psicologicamente dalla paura del rischio”:
si possono concentrare “solo sulla loro mansione eseguendo le proprie attività
correttamente a beneficio dell’azienda”. Ed è possibile inoltre citare nelle
richieste di riduzione del premio Inail proprio l’adozione del vademecum.
Concludiamo con una panoramica di
interventi di prevenzione possibili
sia in relazione agli impianti che agli operatori:
- “ammodernamento degli impianti
di aspirazione – senza impianti a norma dimensionati correttamente è
impossibile governare il rischio”;
- “mantenere gli impianti
efficienti, programmare una manutenzione e pulizia periodica”;
- “monitorare il buon
funzionamento con rilievi strumentali (anemometro) e/o pressostato
differenziale”;
- “intervenire immediatamente a
seguito di segnalazioni degli operatori di mal funzionamenti (aspira poco/c’è
il tubo rotto) e ripristinare le condizioni ottimali”;
- “organizzare pulizie straordinarie
per eliminare accumuli
di polvere nei luoghi di lavoro, sopra le tubazioni/canaline, in quei posti
dove normalmente nel quotidiano non ci si arriva”;
- “gli operatori devono imparare
a capire e conoscere i rischi a cui sono soggetti, in particolare quello cancerogeno,
con incontri dedicati possibilmente eseguiti dal medico competente, magari
durante le visite mediche periodiche, oppure durante la formazione stabilita
dall’accordo stato regioni”;
- “costante vigilanza da parte
del datore di lavoro, dei responsabili e preposti”;
- “il Medico competente deve fare
formazione e tenere aggiornato il registro degli esposti”;
- “regolamentare l’uso dell’aria
compressa; purtroppo è radicato uso comune usarla per la pulizia personale non
pensando che la polvere che si toglie dai vestiti finisce nell’ambiente e viene
respirata”;
- stabilire regole per la pulizia
delle macchine e dei luoghi di lavoro condividendole con gli operatori (che
altrimenti non le applicheranno), l’uso dei DPI, la rimozione della polvere
utilizzando sistemi di aspirazione con tubazioni dedicate o facilmente
prelevabili”.
“ L’impianto di aspirazioni localizzate per le polveri del legno:
progettazione, conduzione e manutenzione”, a cura dell’ing. Andrea Bonfanti
(CITI s.r.l.), intervento al seminario del 11 luglio 2013, correlato al Piano
Mirato di Prevenzione (PMP) denominato “Applicazione del vademecum per il
miglioramento della sicurezza e della salute con le polveri del legno”
dell’Azienda sanitaria locale della provincia di Monza e Brianza (formato PDF,
1.39 MB).
“ Applicazione del vademecum per il miglioramento della sicurezza
e della salute con le polveri di legno”, a cura di M. Brambilla, intervento
al seminario del 11 luglio 2013, correlato al Piano Mirato di Prevenzione (PMP)
denominato “Applicazione del vademecum per il miglioramento della sicurezza e
della salute con le polveri del legno” dell’Azienda sanitaria locale della
provincia di Monza e Brianza (formato PDF, 300 kB).
Tiziano Menduto
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