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"Fotovoltaico: ecco quando aumenta la rendita catastale"

fonte www.pmi.it / Catasto

21/02/2014 -

L’installazione di un impianto fotovoltaico rappresenta sicuramente una scelta vincente sul fronte del risparmio energetico, ma occorre fare attenzione ai casi in cui  comporta un aumento della rendita catastale dell’immobile in cui è integrato, con conseguenze fiscali sul pagamento della relativa IMU e TASI e con un contestuale allungamento del periodo di ammortamento.

=> Impianti fotovoltaici: regime catastale, imposte e IVA

Incremento rendita

Un impianto fotovoltaico posizionato sul tetto dell’immobile ne causa un incremento della rendita catastale nel caso in cui la sua potenza nominale sia superiore a 3 kiloWatt e il suo valore superi il 15% della rendita catastale perché, spiega la Circolare n. 36/E/2013 dell’Agenzia delle Entrate, rappresenta una “appendice” dell’abitazione, che va considerata bene immobile ai fini catastali e fiscali, andando ad aumentare il valore catastale del fabbricato.

Dunque, anche nell’ipotesi che l’installazione dell’impianto fotovoltaico integrato in un immobile ne incrementi il valore capitale o la redditività ordinaria di almeno il 15%, esso non è oggetto di autonomo accatastamento ma determina soltanto incremento della rendita catastale dell’immobile su cui è installato, senza che ne muti la classificazione.

Accatastamento autonomo

Vanno accatastati autonomamente tutti gli impianti di tipo industriale di grandi dimensioni che hanno autonomia funzionale. In questo caso gli impianti fotovoltaici vanno accatastati come unità immobiliari e in particolare come opifici, in categoria D1.

Valore catastale

Da notare che il calcolo della variazione del valore catastale non è banale e si effettua in base ad una prassi estimativa adottata dall’Amministrazione catastale su istruzioni dell’Agenzia del Territorio del 2005. Il calcolo – che deve tenere conto di tutte le componenti del sistema, comprese anche quelle contenute all’interno dei locali tecnici come inverter, quadri elettrici, sistemi di allarme, etc. – non è dunque semplice: per avere una valutazione accurata dell’aumento del valore catastale è utile rivolgersi a un professionista abilitato che valuti se è necessario aggiornare la rendita.

Contribuenti a rischio

L’adempimento vede coinvolti molti contribuenti che, soprattutto negli anni in cui gli incentivi al Fotovoltaico erano più ricchi, hanno istallato impianti ad energia solare con potenze dai 3 kW in su che vanno ad occupare 21 metri quadri e più (in media 1 kW richiede circa 7 metri quadrati di superficie). Da sottolineare che la potenza dei 3 Kw è proprio quella che serve tipicamente per coprire i consumi di una famiglia-tipo. Secondo gli ultimi dati del GSE sono 312mila i contribuenti a rischio, avendo installato impianti con una potenza compresa tra 3 a 20 kW, mentre 176mila non correrebbero alcun rischio. Da sottolineare però che l’Agenzia delle Entrate ha chiarito che i contribuenti che fino a questo momento hanno dedotto la percentuale più alta non saranno perseguiti, essendo state le informazioni fornite finora piuttosto discordanti. Per maggiori informazioni consultare la circolare dell’Agenzia delle Entrate.

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