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"L’ABC dello stress: come notare l’effetto sui lavoratori e sull’azienda?"
fonte www.puntosicuro.it / Salute
23/01/2015 - Nei mesi scorsi la “ Guida elettronica sulla gestione dello stress e dei rischi psicosociali” – correlata alla campagna europea “ Ambienti di lavoro sani e sicuri per la gestione dello stress” promossa dall’ Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro – ci ha permesso di comprendere meglio cosa significhi “ stress lavoro correlato” e di riflettere sui principali fattori di rischio.
Tuttavia una parte della guida fornisce anche alcune informazioni
pratiche ai datori di lavoro e ai vari attori della sicurezza per poter
avvertire
l’effetto sui lavoratori e sull’azienda della presenza dei vari fattori di rischio stress.
Infatti anche se lo stress non è una malattia, si possono tuttavia
notare i cambiamenti nel modo in cui i lavoratori si sentono e si
comportano sul luogo di lavoro: è importante “riconoscere questi segnali
presto perche, se prolungati, possono portare a problemi di salute
fisica e mentale”.
Eventuali
segnali della presenza di stress possono ad esempio essere:
- la presenza di particolari
reazioni emotive. Un lavoratore “potrebbe
mostrare cambiamenti emotivi, quali: irritabilità; ansia; umore instabile;
introversione; stanchezza; problemi di relazione con i colleghi”;
- la presenza di particolari
reazioni cognitive. Si potrebbe “notare
che un lavoratore: ha difficoltà a concentrarsi; ha difficoltà a ricordare; ha
difficoltà ad imparare cose nuove; ha difficoltà a prendere decisioni; mostra
pensieri negativi”;
- - la presenza di particolari
reazioni comportamentali. Lo stress “può
cambiare il modo in cui le persone si comportano. Alcuni effetti possono
sembrare banali, altri molto gravi. Si potrebbe notare che qualcuno: comincia a
manifestare abitudini nervose come mangiarsi le unghie; aumenta comportamenti
non salutari, come l’uso di alcol,
tabacco o droghe; diventa più introverso; diventa disattento o negligente
(compresa la trasandatezza personale); mostra scarso rispetto delle scadenze;
diventa violento o aggressivo”;
- problemi di
salute fisica e mentale. L'esposizione
prolungata “può portare a problemi di salute fisica e mentale. Può anche
ridurre l'immunità naturale e rendere più suscettibili ad altri problemi di
salute”.
Riguardo ai
cambiamenti nelle persone si segnala che le persone che soffrono di
stress spesso cambiano. Inoltre se qualcuno si sente stressato, “è più esposto
al rischio di avere problemi nei rapporti personali e nelle amicizie. Si
potrebbe notare che i lavoratori diventano sempre più irritabili o più ansiosi.
Potrebbero diventare introversi, iniziare ad avere problemi di relazione con i
colleghi o sembrare depressi”. Qualcuno potrebbe anche sembrare sempre stanco:
“preoccuparsi dei problemi di lavoro può causare difficoltà nel dormire, nel
riuscire ad addormentarsi o portare a svegliarsi durante la notte (o la mattina
presto) e non essere in grado di tornare a dormire”.
Nell’ambito delle reazioni
cognitive si possono comprendere altri comportamenti, ricordando che “il funzionamento
cognitivo di una persona è alterato quando questa è stressata. Si potrebbe
notare che una persona non sta facendo il proprio lavoro bene come al solito.
Potrebbe sembrare che abbia difficoltà a concentrarsi, prendere decisioni o
ricordare le informazioni. Potrebbe anche trovare difficile apprendere nuove
informazioni”.
Altre alterazioni del
comportamento potrebbero ad esempio riguardare il fatto che nel tentativo di far fronte
allo stress, “i lavoratori aumentino il loro ricorso al fumo o all’alcool”.
Alcuni “potrebbero iniziare a trascurare il loro aspetto. Potrebbero anche
sembrare più incuranti del loro lavoro al punto che la qualità ne risente, o
iniziare a trascurare le cose o a correre dei rischi per eseguire il lavoro più
velocemente. Un cambiamento nel rispetto delle tempistiche, per esempio
arrivare in ritardo al lavoro, può essere un ulteriore segnale di problemi da
stress”.
Un altro segnale è quello relativo
alle “persone che vanno a lavorare quando non stanno abbastanza bene per farlo.
Questo fenomeno prende il nome di
presenzialismo
e può essere dovuto a un sentimento di pressione che induce ad andare a
lavorare nonostante la sensazione di malessere. La pressione può essere
ricondotta a un certo numero di diversi fattori, quali la sensazione di
precarietà del lavoro, le pressioni legate alle tempistiche o al carico di
lavoro, o ancora ad un senso di lealtà verso gli altri”. Tale situazione “dovrebbe
essere affrontata come un possibile segnale di allarme che, se non controllato,
può degenerare in malattie più gravi e in assenze dal lavoro”.
È poi evidente che l'esposizione
prolungata allo stress può contribuire a procurare
gravi problemi di salute. Può contribuire “ad indurre o aggravare
problemi di cuore attraverso l'alta pressione, aumentando così il rischio di
infarto; può sopprimere il sistema immunitario rendendo la persona più
suscettibile a malattie; anche alcuni problemi muscolo-scheletrici e del sistema
riproduttivo possono essere legati allo stress; questi problemi di salute
peggiorano le cose, sommandosi allo stress che la persona stava vivendo prima
di ammalarsi”.
Questi problemi potrebbero
concretizzarsi in frequenti assenze dal lavoro: un “aumento della durata o
della frequenza delle assenze per malattia, oppure periodi di assenza
ingiustificata”.
Infine la guida offre anche
alcune informazioni sull’
effetto del
rischio stress sull’azienda.
Infatti l’azienda può essere
influenzata negativamente dallo stress in molti modi diversi.
Ad esempio dall’aumento dei costi
del personale e da sensibili cali di produzione.
La guida sottolinea che circa la
metà delle
assenze sul posto di lavoro
possono essere collegate allo stress:
-“ assenze per malattia (a causa
di malattie legate allo stress);
- problemi di salute
indirettamente correlati allo stress (o aggravati da esso);
- assenze per malattia come modo
per far fronte allo stress;
- assenze per malattia a causa
dello scarso coinvolgimento/morale basso”.
Inoltre una
riduzione delle prestazioni sul lavoro a causa dello stress “costa
il doppio che un'assenza dal lavoro poiché porta a:
- lavorare in modo meno efficace;
- scarsa concentrazione;
- difficoltà nel processo
decisionale;
- stanchezza;
- difficoltà a rispettare le
tempistiche”.
Dunque i sintomi di stress hanno
un impatto negativo sulle prestazioni dei lavoratori ed è probabile che questi
sintomi si verifichino molto prima che un lavoratore arrivi ad assentarsi assenti
dal lavoro.
Inoltre
lo stress sul lavoro può quintuplicare gli incidenti di lavoro a “causa
di:
- scarsa concentrazione;
- comportamento non adeguato in
situazioni di rischio;
- pressione legata alle
tempistiche;
- mancanza di comunicazione”.
In particolare riguardo agli incidenti sul
lavoro “uno studio dei luoghi di lavoro in Spagna ha riscontrato che la
stanchezza era la quinta causa più frequente di infortuni sul lavoro. Nei Paesi
Bassi, è stato stabilito un chiaro legame tra pressione da lavoro e gli
infortuni sul lavoro. I lavoratori che hanno dichiarato di ‘lavorare sempre
sotto pressione’, avevano circa cinque volte più probabilità di essere
coinvolti in un incidente di quelli che non hanno ‘mai’ lavorato sotto
pressione”.
Altre conseguenze sono sul
ricambio del personale, ad esempio come
conseguenza di “esperienze lavorative negative come bassa soddisfazione sul
lavoro, conflitti, pressione eccessiva, morale basso o lavoro precario”. In
questi casi i lavoratori “sono più propensi a lasciare il loro impiego attuale
e a cercare opportunità altrove. Ciò può comportare una notevole perdita di
preziose conoscenze ed esperienza, nonché degli investimenti fatti nella
formazione e nello sviluppo, oltre che ingenti costi per assunzioni
supplementari. Soprattutto nelle piccole imprese, ciò può anche rendere più
difficile consegnare i beni o realizzare i servizi ai clienti in tempo. In una
grande indagine europea tra i lavoratori, il 19% ha citato lo stress da lavoro
come motivo principale per il ricambio del personale; inoltre, come ragioni
principali per tale ricambio, il 19% ha citato il livello del carico di lavoro,
il 16% la mancanza di sostegno dai propri dirigenti e il 14% il numero di ore
lavorative”.
Infine la guida segnala che i
dati delle varie ricerche condotte sullo stress
nei luoghi di lavoro suggeriscono “che, in media,
un'assenza dovuta allo stress dura oltre il 40% in più rispetto ad
un'assenza causata da un problema muscolo-scheletrico”.
RTM
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