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"Sanità: linee guida per la prevenzione delle ferite da taglio"
fonte www.puntosicuro.it / Linee Guida
21/04/2015 - Diversi studi hanno
sottolineato come i lavoratori delle strutture sanitarie e ospedaliere particolarmente
esposti al
rischio biologico derivante
delle ferite da taglio o da punta.
Per ovviare a questa
problematica, già affrontata anche da alcuni documenti dell’Inail realizzati per
la prevenzione del rischio tra il personale
infermieristico, è intervenuta recentemente la Regione Lombardia
che ha dimostrato in questi anni, attraverso la promulgazione di linee guida, decreti
e deliberazioni, una forte attenzione per la
tutela della salute e sicurezza
nelle strutture sanitarie.
In una recente seduta la
Giunta della Regione Lombardia ha
infatti approvato con
Deliberazione n. X/3381
del 10 aprile 2015 il documento “
Linee
di indirizzo per l'attuazione del D. Lgs 19 febbraio 2014, n. 19 recepimento
della Direttiva Europea 2010/32/UE in materia di prevenzione delle ferite da
taglio o da punta nel settore ospedaliero e sanitario”; un documento –
redatto dal Laboratorio di Approfondimento “Ruolo del Servizio di Prevenzione e
Protezione nel comparto Sanità” – che illustra le buone pratiche da adottare
per una corretta gestione - nelle strutture ospedaliere e sanitarie - del
rischio biologico derivante dall'utilizzo professionale di dispositivi medici
taglienti o acuminati. Dove con “
dispositivi
medici taglienti o acuminati”, si intendono gli oggetti o strumenti
necessari all’esercizio dell’attività specifica nel quadro dell’assistenza
sanitaria che possono “tagliare, pungere o infettare”. Le linee di indirizzo forniscono
poi precise indicazioni operative per l'attuazione del D.
Lgs 19 febbraio 2014. n. 19 di recepimento della
Direttiva Europea 2010/32/UE in materia di prevenzione delle ferite
da taglio o da punto nel settore ospedaliero e sanitario.
Il documento sottolinea che il Decreto
Legislativo 81/2008 “prescrive l’adozione di misure tecniche, organizzative e
procedurali atte a prevenire il rischio biologico, anche attraverso l’uso di
dispositivi orientati a proteggere dall’esposizione accidentale ad agenti
biologici”. E in questo senso deve essere ricercata e adottata l’eventuale
“innovazione tecnologica con finalità prevenzionali, se disponibile e efficace
secondo evidenze scientifiche”.
Il Laboratorio di Approfondimento
si sofferma sulla
gestione del rischio
biologico e, in particolare, sulle
misure
di prevenzione per la riduzione degli infortuni a rischio biologico.
Si indica che con il recepimento
della Direttiva
2010/32/UE “è stata data attuazione ad un complesso di misure utili alla
prevenzione delle ferite, provocate da tutti i tipi di dispositivi medici
taglienti, punture da di aghi incluse, e alla definizione di procedure per
l’utilizzo e l’eliminazione di dispositivi
medici taglienti o acuminati nonché di rifiuti contaminati”. E si segnala
che numerosi studi consigliano di “
affrontare
il problema agendo contemporaneamente sia sull’introduzione di dispositivi
sicuri, sia sull’adozione e applicazione sistematica di procedure corrette”.
Infatti una quota significativa
delle ferite da taglio o da punta possono essere evitate modificando le
procedure sanitarie esistenti:
procedure che devono essere soggette a periodica “valutazione e aggiornamento
in relazione all’evoluzione del processo lavorativo; le stesse costituiscono
altresì strumento efficace mediante cui sensibilizzare, informare e formare i
lavoratori e sono parte integrante del documento di valutazione del rischio”.
In particolare il
processo di valutazione del rischio
biologico, in ambito ospedaliero e sanitario, “non deve mai presumere
inesistente un rischio, anche in assenza di eventi infortunistici, ma
considerare i fattori condizionanti il rischio stesso, quali in sintesi:
- l’individuazione degli
operatori esposti o potenzialmente esposti;
- le condizioni di esercizio
delle attività clinico/assistenziali e alberghiere;
- la tipologia di pazienti
assistiti;
- le possibili modalità di
trasmissione dell’agente patogeno;
- l’ambiente e l’organizzazione
del lavoro;
- le modalità di eliminazione e
smaltimento dei rifiuti”.
Ne consegue – continua il
documento che “è da ritenersi efficiente la sostituzione di dispositivi medici
taglienti o pungenti con
dispositivi
sicuri, che avviene a seguito dell’analisi degli elementi di contesto
propri della valutazione dei rischi. Nella scelta dei dispositivi è opportuno
che la direzione aziendale operi congiuntamente ai soggetti incaricati alla
loro acquisizione (ad esempio ufficio approvvigionamenti, farmacia, etc.),
coinvolga il Servizio di Prevenzione e Protezione e il Medico Competente, la
componente clinico assistenziale medico infermieristica dei lavoratori
(direttamente o tramite i loro Rappresentanti per la Sicurezza) e, per le
strutture ospedaliere, il Comitato Infezioni Ospedaliere”.
Tuttavia se l’adozione di aghi e
taglienti a scomparsa o protetti “è la migliore soluzione tecnica mediante cui
prevenire le ferite da taglio o le punture, si sottolinea che la sostituzione
con dispositivi sicuri non è, da sola, garanzia di risultato”.
Infatti nelle strutture
ospedaliere “le molteplici tipologie dei dispositivi in uso, correlate al tipo
di attività diagnostico-terapeutiche esercitate, rendono necessaria un’attenta
valutazione del rischio specifico al
fine di definire un piano di intervento la cui programmazione e attuazione si
basi su un ordine di priorità, in applicazione dei principi gerarchici di:
- eliminazione (del rischio);
- sostituzione (di ciò che è
pericoloso con ciò che lo è meno);
- riduzione al minimo (del
rischio);
- controllo e gestione (del
rischio residuo)”.
In particolare con riferimento
alle ferite da taglio o da
punta e in coerenza con l’Organizzazione Mondiale della Sanità, “la
direzione aziendale dovrà intraprendere le seguenti
azioni specifiche: - eliminazione di prassi operative comportanti
l’uso di oggetti taglienti o acuminati al fine di una loro sostituzione, ove
possibile;
- effettuazione di controlli
tecnici per l’adozione di dispositivi muniti di meccanismi di protezione e di
sicurezza;
- adozione di sistemi di lavoro
sicuri definendo ed attuando procedure per l’utilizzo e lo smaltimento, in
sicurezza, dei dispositivi acuminati o taglienti;
- revisione periodica delle
prassi operative, a garanzia di un completo aggiornamento dell’informazione e
della formazione dei lavoratori;
- monitoraggio degli operatori
esposti e dell’incidenza infortunistica successivo all’introduzione dei
dispositivi sicuri”.
Ricordiamo, per concludere, i
requisiti dei dispositivi suggeriti
dalla Food and Drug
Administration (FDA) per proteggere efficacemente il lavoratore. Nei
requisiti si prevede che:
- “il dispositivo determini una
barriera tra le mani e l’ago dopo l’impiego;
- la forma del dispositivo
costringa l’operatore a mantenere la posizione delle mani sempre posteriormente
rispetto alla punta dell’ago;
- il sistema di sicurezza sia
parte integrante del dispositivo;
- il dispositivo garantisca la
protezione dell’operatore dopo l’impiego e comunque abbia una confezione che
impedisce l’incidente al momento dell’apertura della confezione stessa;
- il dispositivo sia di facile
impiego e richieda solo un breve periodo di addestramento”.
Infine segnaliamo che il
documento si sofferma anche sui criteri di valutazione dei dispositivi, sulle
azioni di sensibilizzazione, informazione, formazione, addestramento e sulle
attività di monitoraggio.
L’
indice delle linee di indirizzo:
1. PREMESSA
2. OBIETTIVO
3. TERMINI E DEFINIZIONI
4. DEFINIZIONE DI INFORTUNIO A
RISCHIO BIOLOGICO
5. LA GESTIONE DEL RISCHIO
BIOLOGICO
5.1 Misure di prevenzione per la
riduzione degli infortuni a rischio biologico
5.2 La valutazione del rischio
nel settore ospedaliero e sanitario
5.3 L’Analisi e la valutazione
del rischio in relazione alla tipologia dei dispositivi
5.4 Gestione delle post
esposizioni e profilassi
6. REQUISITI DEI DISPOSITIVI
7. CRITERI DI VALUTAZIONE DEI
DISPOSITIVI
8. SENSIBILIZZAZIONE,
INFORMAZIONE, FORMAZIONE E ADDESTRAMENTO
9. ELENCO NON ESAUSTIVO
DISPOSITIVI MEDICI A CUI SI APPLICA LA DIRETTIVA UE 2010/32/UE
10. MONITORAGGIO (AUDIT INTERNI)
11. RIESAME DEL SISTEMA
Allegato - MATERIALE
BIBLIOGRAFICO
Tiziano Menduto
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