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"Unire le funzioni aziendali con un patto per la sicurezza"
fonte www.puntosicuro.it / Sicurezza sul lavoro
27/04/2015 - Per migliorare
la gestione della sicurezza in ogni azienda è necessaria “
una grande alleanza”, Un
patto
per la sicurezza in grado di “
produrre
un risultato in termini di sicurezza che poi diventa anche un risultato in
termini di performance organizzativa. Le due cose viaggiano assieme”. Se al
centro dell’organizzazione è la persona e tutte le funzioni aziendali lavorano
per la persona, il
fine comune della
sicurezza può servire “
a coniugare le
diversità di approccio, di competenza, di priorità”.
A parlare in questi termini è
Andrea Volpe, direttore generale del gruppo professionale ISMO, lo abbiamo intervistato durante
il convegno “ HR & Safety at
work. Un legame che crea cultura” che si è tenuto a Milano il 19 marzo
scorso, organizzato da AiFOS (Associazione Italiana Formatori ed Operatori della
Sicurezza sul Lavoro). Un
convegno che partiva dalla constatazione che, in molte medie e grandi realtà
aziendali, la tutela della salute e sicurezza dei lavoratori è considerata troppo
spesso slegata dalla
gestione delle
risorse umane ( Human
Resource Management). Ed è dunque necessario cercare soluzioni e strategie
in grado di connettere questa essenziale funzione aziendale con i temi della
sicurezza.
Da quale esigenza, da quali problematiche rilevate è nata l’esigenza di
riflettere su questo tema?
Una mancanza di interazione tra il mondo della sicurezza e della
gestione delle risorse umane può essere un problema per un’azienda anche a
livello di competitività?
Le aziende italiane sono attente
al benessere organizzativo? Quanto è diffusa una visione sistemica, di
integrazione delle diverse funzioni aziendali? Qual è il rapporto tra lo
“specialismo” di ogni funzione aziendale e la necessità di collaborare verso un
fine comune?
Dopo aver posto queste domande ad
Andrea Volpe, abbiamo intervistato anche
Francesco
Naviglio, Segretario Generale dell’Associazione AiFOS, associazione che ha voluto affrontare il tema delle
relazioni tra
HR e
Responsabile HSE (Health Safety
Environment)
“nelle grandi aziende per
capire se queste figure interagiscono, se collaborano, se occupano invece posizioni
conflittuali”. Tema a cui non è dedicato solo il convegno che si è tenuto a
Milano, ma anche la prossima
ricerca AiFOS
2015, una ricerca che partirà verso maggio e finirà a dicembre con la
presentazione dei risultati a Roma. Un’attività che si collega alle precedenti
ricerche dell’associazione che hanno avuto l’obiettivo di conoscere meglio le
problematiche di molti attori della sicurezza aziendale (lavoratori, datori di
lavoro, formatori, medici
competenti, ...).
Come si svilupperà la ricerca? Che caratteristiche avrà?
Ci saranno altri ambiti promossi da Aifos per discutere di questo tema?
E come è possibile affrontare il tema delle relazioni tra HR e
responsabile HSE?
Quanta è l’attenzione nelle aziende italiane per il tema della
sicurezza?
È la stessa attenzione che si può riscontrare nelle aziende del Nord
Europa?
Per dare
una risposta a queste domande, diamo la possibilità ai nostri lettori di
ascoltare integralmente le due interviste - realizzate il 19 marzo 2015 durante
lo svolgimento del convegno – o di leggerne una parziale trascrizione.
Ricordiamo infine che sul tema
delle possibilità di collaborazione tra HR & Safety e la necessità di una “ cultura della
sicurezza” nelle aziende, abbiamo intervistato nei giorni scorsi uno dei
relatori del convegno: il Prof.
Carlo Galimberti , docente dell' Università Cattolica di Milano e direttore
del Centro Studi e ricerche di Psicologia della comunicazione (CSRPC).
Facciamo una breve introduzione
al convegno, come siete arrivati ad occuparvi di questo tema?
Andrea Volpe: (...) Tutti i comportamenti
umani, dentro e fuori dalle organizzazioni, traggono la loro origine certamente
anche dagli aspetti normativi, dalle regole che provano a indirizzarli, ma evidentemente
questo non è sufficiente.
I comportamenti sono determinati da motivazioni, da relazioni, dalle condizioni dei
gruppi dentro i quali si opera, dai valori, dalla cultura delle persone.
Da qui l’idea di intervenire in modo più sistemico sul tema della
sicurezza provando a lavorare, come su altri temi comportamentali, con
strumenti formativi, di aiuto al cambiamento, con metodologie che mettono al
centro la persona e provano a lavorare cercando di influenzare il più possibile
i comportamenti sicuri. Da qui l’idea di coinvolgere non solo la funzione deputata al tema
della sicurezza sul lavoro ma anche l’altro grande partner di questa sfida che
è la direzione del personale (...).
Una mancanza di interazione tra
il mondo della sicurezza e della gestione delle risorse umane può essere un
problema per un’azienda?
A.V.: L’idea è che su tante sfide organizzative l’approccio
sistemico sia
premiante. E più le sfide sono complesse e hanno radici profonde su tanti
aspetti della vita organizzativa e della performance individuale, tanto più
l’approccio sistemico risulta premiante. Se lavoriamo su temi di performance
professionale, lavorare sulle procedure, strutture, processi, strumenti,
competenze, valori è più premiante che non approcciare il tema da solo uno di
questi punti di vista.
La sicurezza, come tema di elevata complessità, vede nella capacità di integrare
tutti questi aspetti, variabili presenti nelle organizzazioni, un fattore
critico di successo.
Sono diverse le competenze e le responsabilità in azienda e allora
coinvolgere le funzioni che presidiano i diversi aspetti dell’organizzazione è
ingrediente di successo.
Oggi lavoriamo sul rapporto tra HR e Safety, ma evidentemente il grande
attore di questo sistema è il lavoratore e il management che al lavoratore dà
input, feedback, obiettivi, risorse,... Quindi una grande
alleanza per
produrre un risultato in termini di sicurezza che poi diventa anche un
risultato in termini di performance organizzativa. Le due cose viaggiano
assieme. È in questo senso un grande ingrediente del patto
per la sicurezza tra individui e organizzazione... (...)
Intervista a Francesco Naviglio
(...)
C’è una ricerca correlata a
questo convegno? Come si svilupperà?
Francesco Naviglio: Da quello che trarremo da
questo convegno, più alcune elaborazioni che già stiamo facendo, produrremo un questionario che manderemo ai nostri
riferimenti, ai nostri soci, ai vari direttori Risorse Umane e HSE che
collaborano con noi.
Lo sottoporremo a loro e ci saranno delle domande per sondare il tema.
Dopodiché tireremo le somme del questionario, facendo un po’ di analisi
statistiche, e queste analisi le daremo a una serie di interlocutori a cui
chiederemo di commentare i dati che saranno il fulcro del Rapporto
AiFOS 2015 che
poi andremo a presentare (...).
Il tutto finalizzato anche a capire quali potranno essere nel futuro le
azioni da intraprendere. Perché la norma prevede tutta una serie di azioni nei
confronti del personale, però non prevede niente sulle azioni da intraprendere
per integrare le funzioni aziendali all’interno
dell’impresa. (...)
Quali sono le criticità
riscontrate, le problematiche che emergono nelle aziende medio-grandi rispetto
all’interazione tra Risorse Umane e Sicurezza?
F.N.: Il mio pensiero è che la criticità è di fronte a tutti. La
sicurezza sul lavoro ancora oggi, in larghi strati dell’imprenditoria italiana,
è considerata un peso, una tassa che è dolorosamente da pagare. Non è vista ancora come
una opportunità di competitività e di progresso nei confronti del mercato. Non
si riesce a percepire che il maledetto infortunio, più o meno grave, è un costo
per l’impresa che abbassa il livello di competitività. (...)
Negli stati più avanti dei nostri – prevalentemente nordeuropei e
nordamericani – essere virtuosi diventa un vantaggio competitivo anche dal
punto di vista dell’immagine dell’impresa. Une delle aziende più grandi, ad
esempio l’Enel, l’ha interpretato in questo modo ed ha avviato da anni un
programma di infortuni zero... (...)
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