29/05/2009 - CAGLIARI - Gli avvisi di garanzia per omicidio colposo plurimo sono arrivati in serata: al direttore della raffineria Saras, Guido Grosso - che ha voluto convocare i sindacati per dar loro la notizia -, al direttore e a due dipendenti della ditta appaltatrice per la quale lavoravano gli operai Daniele Melis, Luigi Solinas e Bruno Muntoni, morti asfissiati in una cisterna martedì scorso. L'iscrizione sul registro degli indagati, un atto dovuto perché oggi si svolgerà l'autopsia sui tre corpi, oltre il massimo responsabile dell'impianto di Sarroch riguarda dunque anche i tre capi - direttore, capo cantiere e capo squadra - della ditta Comesa adibita alla manutenzione del serbatoio: si tratta di Francesco Ledda, Vincenzo Meloni e Giannino Melis. L'inchiesta condotta dal procuratore Mauro Mura non finisce certo qui. Tuttavia, almeno in questa fase, si esclude che un avviso di garanzia possa raggiungere Gianmarco e Massimo Moratti, rispettivamente presidente ed ad del gruppo petrolifero Saras. Se infatti Giorgio Cremaschi (Fiom) ha chiesto alla magistratura di indagare anche i massimi livelli della proprietà, come è successo per la Thyssen, al terzo piano del palazzo di giustizia si fa osservare: alla Saras non ci sono «fatti precedenti» per cui si può stabilire un nesso con l'incidente, mentre a Torino è subito venuta a galla una «sequenza preoccupante» di episodi sul fronte della sicurezza. Oggi in Sardegna scioperano per 8 ore i metalmeccanici. Già domani potrebbero svolgersi i funerali a Villa San Pietro, il paese piombato nel lutto: «Certamente saremo presenti anche noi, resteremo vicini alle famiglie», hanno annunciato Gianmarco e Massimo Moratti che stasera potrebbero tornare in Sardegna.

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