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"Barletta, nove indagati per il crollo e ai funerali la folla grida: assassini"

fonte La Repubblica di Bari / Sicurezza sul lavoro

07/10/2011 -

Barletta, insieme con un grandissimo pezzo d'Italia, piange Maria Cinquepalmi, bambina; Tina Ceci, 37 anni, Antonella Zaza, 36, Matilde Doronzo, 32 e Giovanna Sardaro, 30, operaie. Cinque vittime di un'Italia distratta. Prega il Papa per queste ragazze disposte una accanto all'altra, quattro bare marroni e una bianca, in una piazza gremita di gente e di commozione come non mai. Per loro torna a indignarsi il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che invia una corona di fiori a nome ditutta la nazione e, parlando a Biella, lancia l'ennesimo grido di allarme: «Attenzione -ha detto Napolitano - i meridionali a volte lavorano in condizioni bestiali. A Barletta quelle giovani donne lavoravano in nero per 3,95 euro l'ora. È lo specchio di un'economia arretrata, fragile, di un'Italia che fatica e produce come può».

Applausi per le vittime. La Finanza a caccia di altri laboratori con dipendenti in nero.

Quest' Italia ha sicuramente prodotto rabbia: la gente, inferocita, ha fischiato ieri tutti i politici presenti in piazza dal presidente della Regione, Nichi Vendola, al ministro per le Pari opportunità, Mara Carfagna.

Hanno chiesto le dimissioni del sindaco, hanno già individuato i colpevoli. «Assassini - hanno gridato i parenti delle vittime ancora ieri - la colpa di tutto questo è loro, di quelli che vengono pagati per controllareefarcontrollare: hanno fatto crollare un palazzo, fatto finta di non vedere che uno scantinato era un'azienda». «Ora vogliamo la verità» ha tuonato monsignor Giovanni Battista Pichierri, il vescovo che ha celebrato la funzione. Una prima risposta in questo senso è arrivata proprio al termine della funzione quando la procura di Trani ha fatto notificare i primi nove avvisi di garanzia. Tra gli indagati c' è anche il padre di M aria, Salvio Cinquepalmi, il titolare dell'azienda. «Si tratta di un atto necessario, a tutela delle difese, visto che domani cominceranno i primi accertamenti tecnici irripetibili» spiegano dalla procura di Trani. Le cause del crollo, dai primi accertamenti effettuati e dalle testimonianze raccolte, sembrano però essere abbastanza chiare. Lunedì mattina è stata abbattuta un architrave nel fabbricato accanto in fase di ristrutturazione che invece avrebbe dovuto rimanere in piedi. Non è in caso, infatti, che nel giro di pochi minuti la palazzina che ospitava l'opificio si è accasciato su se stesso.

Ora il procuratore capo Carlo Maria Capristo e il sostituto Giuseppe Maralfa stanno cercando di capire se, semplicemente, i lavori sono stati fatti come non dovevano. O se invece mai avrebbero dovuto essere autorizzati: in consiglio comunale, al tempo dell'approvazione della delibera sul piano di riqualificazione della struttura, alcuni consiglieri comunali votarono contro motivando il dissenso proprio con il pericolo di staticità che l'intervento avrebbe potuto procurare alle palazzine accanto. La maggioranza decise però per il si, approvando così un piano che avrebbe consentito ai costruttori non tanto di ristrutturare la palazzina quanto di realizzare due appartamenti in più rispetto a quelli che già esistevano. Non è un caso che oltre a Cinquepalmi, gli indagati siano tutti tecnici. Si tratta del diirigente del settore edilizia pubblica e privata del comune di Barletta, Francesco Gianferrini; dell'ingegnere, del geometrae del vigile urbano (Rosario Palmitessa, Roberto Mariano e Giovanni Andriolo) dell'ufficio tecnico che compirono il sopralluogo il 30 settembre scorso nella palazzina poi venuta giù sostenendo che non c'era alcun pericolo crollo. Hanno ricevuto un avvisto di garanzia anche il titolare dell'impresa che *** avrebbe costruito un nuovo edificio dopo la rimozione del rudere accanto allo stabile crollato, Cosimo Giannini, l'architetto dell'impresa Giovanni Paparella e i due responsabili della ditta a cui i lavori erano stati appaltati, i fratelli Salvatore e Andrea Chia-rulli. Sonotutti indagati avario titolo per disastro colposo, lesioni e omicidio colposo plurimo. Intanto la Finanza sta proseguendo con gli accertamenti sul -le condizioni di lavoro: appurato che le operaie erano in nero e che i locali non erano idonei per ospitare un opificio, sono partiti una serie di controlli a catena su tutte le aziende del settore della zona.


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