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"Rischio incendio: i criteri per la riduzione del rischio incendio"
fonte www.puntosicuro.it / Rischio incendio
21/05/2014 - Per favorire una reale
prevenzione incendi aziendale è bene chiarire alcuni criteri fondamentali di sicurezza antincendio negli ambienti di lavoro con riferimento al D.Lgs. 81/2008 e, specialmente, al Decreto del Ministro dell’interno del 10 marzo 1998, tuttora vigente.
Per presentare questi criteri ci soffermiamo su un documento -
aggiornato al 2011 - elaborato dall’Ufficio provinciale per la
prevenzione incendi della Provincia Autonoma di Bolzano - Alto Adige e dal titolo esplicativo “ Criteri generali di prevenzione incendi”.
Nel documento si ricorda che il
Decreto Ministeriale 10 marzo 1998 ha
come obiettivo non solo la sicurezza dei lavoratori, ma anche delle altre
persone presenti nei luoghi di lavoro (clienti del supermercato o dell’albergo,
scolari nella suola, pazienti e visitatori nell’ospedale, ospiti della casa
di riposo, ...). E in questa norma risulta chiara la “concatenazione tra i
provvedimenti di tipo edilizio, impiantistico e strutturale necessari per
realizzare una prevenzione incendi efficace”.
Presentiamo brevemente -
rimandando i lettori ad una lettura integrale del documento - i
sei principali criteri per la riduzione del
rischio incendio.
Ridurre la probabilità di insorgenza di un incendio
È il primo degli obiettivi della
prevenzione incendi e “può essere raggiunto ad esempio mediante norme che
vietano di fumare ed usare fiamme libere, con l’installazione (ove necessario)
di impianti elettrici e macchinari in configurazione antideflagrante, separando
con attenzione i depositi di materiali combustibili dagli ambienti di lavoro,
impiegando materiali da costruzione non combustibili o almeno difficilmente
combustibili ed infine creando una organizzazione interna finalizzata allo
scopo della prevenzione
degli incendi. Il concetto base è quello di tenere lontane le sorgenti di
accensione dai materiali combustibili; dove possibile si deve cercare di
sostituire le sostanze pericolose in lavorazione con altre meno pericolose (ad
es. sostituire le vernici a base di solventi con quelle a base d’acqua). Gli
impianti elettrici, considerati come sorgenti di accensione, sono meno
pericolosi se realizzati e manutenzionati a regola d’arte. Determinate attività
(ad es. saldatura e taglio dei metalli) sono particolarmente pericolose ai fini
di un incendio e devono quindi essere svolte con molta prudenza: ecco
l’importanza di informare e formare i lavoratori che se ne occupano”.
Poiché è “praticamente
impossibile escludere l’insorgenza di un incendio, l’edificio dovrebbe essere
sempre conformato in modo tale che venga impedita la diffusione dell’incendio
stesso.
Il documento si sofferma in
particolare sulla realizzazione di compartimenti
tagliafuoco.
Realizzare le vie e le uscite di emergenza
Si sottolinea che i sistemi di
evacuazione e soccorso delle persone in caso d’incendio “devono essere
pianificati con grande cura fin dal momento della progettazione degli edifici e
degli impianti tecnici e devono essere mantenuti in efficienza per tutta la
vita dell’edificio. Risulta infatti della massima importanza realizzare negli
edifici un sistema di scale e corridoi protetti, ossia un sistema di vie di
fuga attraverso il quale i presenti possono raggiungere un luogo sicuro senza
bisogno di aiuto esterno. Il sistema di vie di fuga allo stesso tempo viene
sfruttato dai vigili del fuoco come sistema di vie di intervento”. Ed è un
principio fondamentale della prevenzione incendi “che ogni luogo di lavoro
debba disporre di almeno due uscite indipendenti l’una dall’altra, ad eccezione
di piccoli luoghi o singoli locali di lavoro a rischio d’incendio medio o
basso”.
Poiché la normativa stabilisce
lunghezze massime di via di fuga e tempi massimi di evacuazione, il documento
si sofferma sulle caratteristiche di:
vani
scala,
corridoi,
uscite,
illuminazione di sicurezza.
Realizzare le misure per una rapida segnalazione dell’incendio al fine
di garantire l’attivazione dei sistemi di allarme e delle procedure di
intervento
“Poiché gli incendi si originano
quasi sempre da un piccolo focolaio iniziale, questo deve essere rilevato,
segnalato e affrontato il più rapidamente possibile. A questo scopo si usano i rivelatori
d’incendio.
Ad esempio i
pulsanti di allarme (avvisatori di incendio) “devono essere
installati negli edifici che vengono occupati da molte persone. Si presuppone
infatti che l’insorgenza di un incendio venga notata rapidamente quando nel
locale o nell’edificio si trovano molte persone”.
I
rivelatori d’incendio automatici sono da “collocare in quegli
ambienti o edifici nei quali si possa temere che un incendio non venga notato
tempestivamente dalle persone.
Il documento presenta varie
tipologie di allarmi: rivelatori
termici, rivelatori differenziali di calore, rivelatori a camera di
ionizzazione, rivelatori di fumo ad oscuramento e rivelatori di fiamma.
Assicurare l’estinzione di un incendio
Nella fase iniziale un incendio è
“relativamente facile” da contrastare e spegnere; “l’intervento da parte del
personale può avvenire soltanto dopo aver accertato che nessuno si trova in
pericolo”.
Riguardo a questo criterio
vengono presentate nel dettaglio varie
attrezzature
antincendio: gli estintori portatili, idranti a muro e i naspi, gli
impianti Sprinkler (impianti di spegnimento automatici a pioggia, costituiti da
una rete di tubazioni idriche provviste di una serie di testine per
l’estinzione) e altri impianti fissi d’estinzione. Ad esempio la protezione di
beni particolarmente preziosi (ad esempio centrali di elaborazione dati) “viene
affidata ad
impianti di estinzione ad
anidride carbonica od altri gas estinguenti, perché questi una volta
effettuato lo spegnimento non lasciano residui dannosi per i beni da
proteggere. Questi impianti di spegnimento vengono attivati dai rivelatori di
fumo ed il loro effetto è soddisfacente solo in ambienti chiusi, poiché i
prodotti estinguenti devono rimanere concentrati. Se l’ambiente viene
successivamente aerato, c’è il pericolo di riaccensione del focolaio”.
Si fa cenno anche agli
impianti di evacuazione di fumo e calore
(EFC) che non sono impianti di spegnimento, bensì “un sistema in grado di
limitare o impedire la diffusione del fumo di un incendio nei capannoni
monopiano. Il principio su cui si basa questo impianto è che il fumo provocato
dall’incendio per effetto termico si propaga verso l’alto e di conseguenza deve
essere predisposta sulla copertura un’area di sfogo sufficientemente grande da
poterlo eliminare, così da evitare che il fumo ed il calore si propaghino al di
sotto della copertura. L’aria fresca può entrare attraverso delle aperture di
ventilazione da realizzare in basso, in modo da compensare il volume di gas che
fuoriesce”.
Garantire l’efficienza dei sistemi di protezione antincendio
Questa misura “si attua svolgendo
una regolare sorveglianza degli impianti nonché sottoponendoli a controlli
periodici ed a una efficace manutenzione”.
Si ricorda che tra i sistemi di
protezione antincendio si deve “annoverare anche la segnaletica
di sicurezza. Scopo della segnaletica di sicurezza è quello di attirare in
modo rapido e facilmente comprensibile l’attenzione su oggetti e situazioni che
possono presentare pericoli”.
Fornire ai lavoratori una adeguata informazione e formazione sui rischi
di incendio
Concludiamo ricordando che è obbligo
del datore di lavoro fornire ai lavoratori una
adeguata informazione riguardo a:
- “rischi d’incendio legati
all’attività svolta;
- rischi d’incendio legati alle
specifiche mansioni svolte;
- misure di prevenzione e di
protezione antincendio adottate nel luogo di lavoro;
- ubicazione delle vie di uscita;
- procedure da adottare in caso
di incendio;
- nominativi dei lavoratori
addetti all’emergenza;
- nominativo del responsabile del
servizio prevenzione e protezione in azienda”.
Provincia Autonoma di Bolzano -
Alto Adige, “ Criteri generali di prevenzione incendi”, pubblicazione a
cura dell’Ufficio provinciale per la prevenzione incendi nella Ripartizione
protezione antincendi e civile, versione del 2011 (formato PDF, 1.82 MB).
RTM
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