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"Expo 2015: la sicurezza delle macchine nella manipolazione degli alimenti "
fonte www.puntosicuro.it / Sicurezza Macchine ed Attrezzature
27/08/2015 - In considerazione dell’importanza dell’
alimentazione, sia come tema dell’ Esposizione Universale 2015 di Milano, che come elemento necessario per soddisfare le necessità dei milioni di visitatori attesi, tra i materiali informativi prodotti per Expo dal Servizio Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro dell’ Azienda Sanitaria Locale di Milano non poteva mancare il quaderno tecnico “
La sicurezza delle macchine nella manipolazione degli alimenti”.
Il documento, realizzato da N. Delussu e T. Mandelli, prende in considerazione diverse
attrezzature alimentari spiegandone
l’utilizzo, il funzionamento, fornendo indicazioni normative di
riferimento, per l’uso e la manutenzione, e evidenziando i rischi e le
misure di sicurezza.
In particolare per ogni macchina
analizzata nel documento, è stata preparata una scheda tecnica nella quale, per
facilitare la comprensione dei contenuti, sono state inserite alcune immagini
esplicative che identificano i vari elementi costruttivi e le zone di pericolo
più evidenti. Si ha dunque una panoramica generale della sicurezza
delle macchine “che include riferimenti specifici dei rischi ai quali vanno
incontro gli operatori del settore alimentare, quando utilizzano questo genere
di attrezzature”. E il contenuto dell’opuscolo “integra l’informazione e la formazione dei
lavoratori e dei preposti tentando così di ridurre il fenomeno
infortunistico”.
Le macchine prese in esame sono
diverse: affettatrice, tritacarne, mescolatrice planetaria, frullatori
sbattitori portatili, tagliaverdura, impastatrice, pelaverdura, frullatore e
lavastoviglie.
E il documento si sofferma anche
sulla igiene delle attrezzature.
Ci soffermiamo oggi particolare
sulla
macchina affettatrice, una
macchina che consiste “di una base, una lama, un coprilama, un anello paralama,
un affilatoio, un piano spessimetro, un piatto porta merce, un carrello a
movimento alternato, un pressa-merce e componenti elettrici di comando”. Sono
macchine “utilizzate nei negozi, nei ristoranti, nei supermercati e nelle mense,
quelle industriali sono invece usate nelle industrie per la lavorazione
della carne e nei salumifici”. E si distinguono in due tipologie,
l’affettatrice verticale (il prodotto viene spinto orizzontalmente verso la
lama) e l’affettatrice a gravità (il prodotto da tagliare si muove verso la
lama per gravità).
Dopo aver ricordato che è la
norma EN 1974:2009 a specificare i
requisiti di sicurezza e di igiene - per
la progettazione e la costruzione di macchine affettatrici, trasportabili, con
lama tagliente circolare, azionate da motore e con carrello a movimento
alternato – sono riportati nel documento i
pericoli
principali e, di seguito, le possibili
misure
di sicurezza:
- “
contatto con la lama che può provocare tagli o recisioni: piatto
spessimetro/piastra paralama; anello paralama; piatto porta merce; dispositivo
di affilatura;
-
imprigionamento tra piano di appoggio e lama: piastra di
protezione. La protezione non deve coprire la zona di taglio della lama e deve
essere regolabile;
-
intrappolamento e perforazione causata dagli arpioni della pinza: protezioni
per ridurre i rischi associati agli arpioni del meccanismo di trasporto;
-
imprigionamento della mano nel meccanismo per deporre le fette
(dispositivo automatico di manipolazione): protezione interbloccata adeguata
per la trappola, formata tra l’impilatore che toglie il prodotto affettato dagli
arpioni sul meccanismo di trasporto e il telaio del meccanismo di trasporto;
-
imprigionamento tra cinghia nel trasportatore e rulli terminali o di
tensione: protezione che impedisca che un dito possa rimanere intrappolato
tra la cinghia del trasportatore e qualsiasi puleggia finale o puleggia di pensionamento”.
In questo caso idonei
dispositivi di protezione individuali
possono essere: guanto antitaglio durante la pulizia della lama; guanti,
occhiali e grembiule impermeabile durante la pulizia; scarpe
antinfortunistiche.
Parliamo ora della
macchina tritacarne, costituita “da una
base, un involucro della coclea, una coclea, un piatto o una tramoggia di
alimentazione, un convogliatore a vite” oppure un miscelatore a vite, “un
gruppo di taglio, un dispositivo di bloccaggio, un dispositivo di carico, una
trasmissione e, secondo i tipi di macchina, componenti elettrici, idraulici e
pneumatici”.
Nel documento si accenna anche ai
biriduttori, macchine che oltre ad
avere funzione di tritacarne hanno anche quella di grattugia.
Chiaramente il tritacarne è
utilizzato “per ridurre le dimensioni della carne fresca o congelata, dei
prodotti a base di carne e pesce mediante una serie di utensili da taglio” (
norma EN 12331:2010 specifica i
requisiti per la progettazione e la fabbricazione delle macchine tritacarne
utilizzate in una posizione fissa).
Veniamo ai
pericoli e alle correlate
misure
di sicurezza:
- “
intrappolamento, cesoiamento o taglio dita o mano: protezione
dell’accesso alla coclea attraverso il collo di alimentazione;
-
intrappolamento, cesoiamento o taglio delle dita, della mano o
dell’avambraccio: l’accesso alle zone di pericolo del convogliatore a vite
nella tramoggia di alimentazione deve essere impedito o reso sicuro; l’accesso
è impedito mediante: tramogge della bocca di alimentazione di tipo chiuso;
utilizzando ripari (copertura); utilizzando ripari fissi e rispettando le distanze
di sicurezza;
-
cesoiamento delle dita: si deve impedire o proteggere l’accesso
alla zona di pericolo del coltello dietro l’ultima piastra forata dal lato
dell’apertura di scarico. Questo si può ottenere mediante le seguenti misure:
una piastra adeguata; l’utilizzo di un riparo (per esempio un cappuccio di
protezione);
-
schiacciamento delle mani e dei piedi durante l’installazione e la
rimozione della coclea e della serie di coltelli: cappuccio di protezione; Interblocco
alimentazione piastra terminale con azionamento coltelli; interblocco meccanico
piastra forata terminale con azionamento coltelli; tutte le macchine tritacarne
devono essere attrezzate con mezzi di allentamento/estrazione della coclea e
del set di coltelli;
-
schiacciamento, intrappolamento, cesoiamento dita o mano: deve
essere impedito l’accesso alla zona di pericolo sul meccanismo di trasmissione
con impiego di ripari fissi/interbloccati;
-
perdite di gas o vapore di acqua diretto possono causare: pericoli
di asfissia; pericoli di ustioni da caldo o freddo: le macchine tritacarne
progettate per essere utilizzate a gas o vapore diretto devono essere dotate di
copertura a tenuta, che può essere utilizzata anche co-me riparo.
L’alimentazione dei gas deve essere dotata di valvola di ingresso interbloccata
in modo tale che non sia possibile fornire gas o vapore diretto quando la
copertura è aperta”.
Concludiamo questa breve
presentazione con un accenno ai pericoli della cosiddetta “
mescolatrice planetaria”, il cui utilizzo previsto riguarda “l’operazione
di carico dei diversi ingredienti, il loro trattamento in una vasca fissa per
mezzo di appositi sbattitori, lo scarico e la pulizia”.
Con riferimento anche alla
norma EN 452:2009 - specifica i requisiti
di sicurezza e di igiene per la progettazione e la fabbricazione delle macchine
mescolatrici planetarie con vasca fissa divisi in tre categorie – vediamo in
conclusione anche i
pericoli e le
misure di sicurezza idonee per le
mescolatrici planetarie:
-
intrappolamento in base al tipo di mescolatrice: “l’accesso alla
vasca non deve essere impedito ma essere almeno ristretto” (Classe 1); “deve
essere dotata di una protezione mobile di interblocco o di una o più barre
sensibili” (Classe 2); “una mescolatrice planetaria di classe 2 priva di barra
sensibile o una mescolatrice planetaria di classe 3 devono essere dotate di
protezione mobile di interblocco che impedisca l’accesso al volume interno
della vasca” (Classe 2 e 3);
- “
intrappolamento, quando la macchina viene utilizzata con vasche di grandezze
differenti: per quelle fornite con più vasche, per la vasca più grande
devono essere soddisfatti i requisiti delle mescolatrici di classe 1, 2 e 3. Nella
posizione di funzionamento tutte le vasche fornite con un mescolatore devono
avere i bordi superiori non più di 15 mm al di sotto del riparo;
-
intrappolamento: i dispositivi di arresto azionati dal riparo
devono arrestare lo sbattitore (con vasca vuota) in un tempo breve (massimo 4
s). Quando si utilizza una barra sensibile i dispositivi di arresto devono
bloccare lo sbattitore con la vasca vuota in un tempo massimo di 2 s;
-
cesoiamento e intrappolamento:
l’albero di trasmissione su cui sono montati gli accessori non deve sporgere
dalla struttura della macchina e deve essere dotato di coperchio che non può
essere rimosso dalla macchina;
-
intrappolamento e schiacciamento: il meccanismo di guida e
controllo del movimento verticale della vasca deve essere protetto utilizzando
un riparo fisso”. La distanza minima tra vasca/struttura e la leva per il
sollevamento/abbassamento “deve essere di 50 mm, al fine di evitare lesioni
durante l’azionamento della leva”;
-
esposizione ripetuta alle polveri: l’emissione di polvere di farina
deve essere ridotta al minimo. In particolare per le mescolatrici di classe 3
la riduzione dell’emissione può essere ottenuta con uno dei metodi dati di
seguito come esempio: utilizzo di un coperchio pieno; utilizzo di un
temporizzatore; utilizzo di un dispositivo di estrazione della polvere”.
Asl Milano, “ La sicurezza delle macchine nella manipolazione degli alimenti”,
a cura di N. Delussu e T. Mandelli, quaderno tecnico per datori di lavoro Cantieri
Expo Milano 2015 (formato PDF, 2.22 MB).
RTM
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