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"Postino morto sul lavoro «Nessuna responsabilità» "

fonte Il Giorno Como / Sicurezza sul lavoro

04/06/2009 - Secondo il gup di Como Luciano Storaci, non è possibile ravvisare nessuna responsabilità di terze persone nell’incidente in cui morì Roberto Scavo il giovane postino che morì a seguito di un incidente mentre stava consegnando la corrispondenza in sella al motorino. Così ieri mattina il giudice ha sciolto la riserva con cui aveva concluso l’udienza preliminare la scorsa settimana, archiviando il fascicolo. L’incidente era avvenuto il 10 marzo dello scorso anno, quando il ventenne lavorava come postino con un contratto a tempo. Sul motorino che gli aveva assegnato la società di cui era dipendente, ogni giorno percorreva il tratto di strada che collega Limido a Parè, dove finì contro un camion. Le ferite riportate nello schianto furono fatali. La famiglia si era opposta alla richiesta di archiviazione chiesta dal sostituto procuratore Maria Vittoria Isella, che durante le indagini aveva iscritto sul registro degli indagati i nomi del conducente del camion e di un direttore delle Poste, quest’ultimo nell’ipotesi che il mezzo utilizzato dal ragazzo non fosse tale da garantirgli di lavorare in sicurezza. Un'iscrizione di vera tutela e garanzia nei confronti dei due possibili soggetti che una perizia avrebbe potuto coinvolgere, anche se fin dalle prime battute la ricostruzione della dinamica aveva portato ad attribuire alla vittima la responsabilità di ciò che era accaduto. I genitori del ragazzo, sostenuti anche dai sindacati dei dipendenti delle Poste, ritenevano invece che quel motorino fosse vecchio e con pneumatici usurati, quindi non in grado di permettergli di lavorare in totale sicurezza. Per quell’incidente mortale, la famiglia della vittima ha ricevuto dall’Inail un assegno di risarcimento di 1720 euro, il solo assegno funerario: quantificazione derivante dalla giovane età e dal fatto che non aveva famiglia o figli da mantenere. Nelle scorse settimane la protesta di amici e genitori del ragazzo si era fatta sentire anche fuori dalle aule del Tribunale.

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