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"La qualità del cibo difesa da 1,5 milioni di controlli"

fonte il Sole 24 ore, E. Netti / Sicurezza alimentare

12/10/2009 - Uno “scudo” di 1,5" milioni di ispezioni difende la sicurezza alimentare degli italiani. Tanti sono stati i controlli compiuti lo scorso anno: poco più di un milione le ispezioni effettuate dalle Asl per monitorare la filiera della catena alimentare, dalla produzione fino alla vendita o al consumo in esercizi pubblici. A queste si sommano le 37mila compiute dall'Ispettorato centrale per il controllo della qualità dei prodotti agroalimentari, le 33mila eseguite dai Nas dei Carabinieri, gli oltre 157mila controlli delle capitanerie di porto, le 267mila operazioni dell'agenzia delle dogane e i 1.200 del corpoforestale dello stato. E la fotografia che emerge dalla prima relazione annuale del Piano nazionale integrato stilato dal ministero della sanità in seguito all'armonizzazione delle attività di controllo sui prodotti alimentari nella Ue. La rete di sorveglianza e di controlli delle diverse amministrazioni porta l'Italia al primo posto tra le nazioni europee per numero di segnalazioni trasmesse. «Il nostro paese è molto attivo nei controlli e nell'Europa a 27 il primo notificatore, con 468 alert su un totale di 3.040 sottolinea Silvio Borrello, direttore generale della Direzione generale sulla sicurezza degli alimenti e della nutrizione del ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali . Lo scorso anno c'è stato un leggero aumento delle verifiche soprattutto per quanto riguarda i prodotti lattiero-caseari, dove abbiamo evidenziato criticità e non conformità, e un miglioramento nella filiera della carne, dove in percentuale le infrazioni sono calate». E la Cina il paese che ha ricevuto il maggior numero di notifiche comunitarie (513), seguita da Turchia, Iran, India e Sta ti Uniti. L'attività di prevenzione compiuta dalle Asl ha portato al controllo di poco più di un terzo dell'1,2 milioni di unità segnalate, tra locali, impianti, strutture e mezzi di trasporto, utilizzate per la produzione e la vendita di alimenti. Le 407mila ispezioni hanno poi portato all'individuazione di quasi 50mila irregolarità, il 12,2% sul totale. Le infrazioni più frequenti sono legate a carenze nell'igiene degli ambienti e del personale. Sono anche stati esaminati 167mila campioni alimentari, riscontrando il 2,09% di irregolarità, in linea con il trend degli anni precedenti. Sotto la lente delle autorità di vigilanza anche gli stabilimenti di produzione di alimenti di origine animale: le visite sono state quasi 200mila con un tasso del 5,88% di non conformità. Nonostante l'importanza dei controlli sulla filiera alimentare il rapporto evidenzia che i servizi di igiene delle regioni Basilicata e Sicilia non hanno fornito i dati richiesti. Analoga situazione per i servizi veterinari della Basilicata. Per quanto riguarda i controlli sui residui di fitofarmaci nei prodotti ortofrutticoli «siamo al secondo posto in Europa dopo la Germania per numero di analisi segnala il direttore generale. In media l'1% dei prodotti non è in regola contro il 14% della media Ue». «I controlli sono costanti e rigorosi conferma il vicecomandante dei Nas, Antonio Amoroso, colonnello dei carabinieri . Quest'anno le nostre ispezioni nell'agroalimentare hanno privilegiato le filiere di formaggi e carne». Nei primi nove mesi del 2009 i Nas hanno compiuto circa 35mila ispezioni per la sicurezza alimentare (contro le oltre 33mila dell'anno precedente) che hanno portato all'arresto di 70 persone (erano 8 nel 2008), alla chiusura di 84 strutture (+13%) per un controvalore di 350 milioni e al sequestro di 80 strutture aziendali e 24mila tonnellate di alimenti per un ammontare complessivo di 130 milioni. In leggero aumento, poco più di 15.500, i provvedimenti amministrativi, che hanno portato al pagamento di 3,5 milioni di euro di oblazioni. Se la salvaguardia della salute dei consumatori è l'obiettivo prioritario, il rapporto evidenzia anche l'impegno per individuare quei prodotti le cui qualità non corrispondono a quanto promesso. In questo campo vigila il personale dell'Ispettorato centrale per il controllo della qualità dei prodotti agroalimentari, che lo scorso anno ha compiuto oltre 37mila sopralluoghi, controllando circa 29mila aziende e 90mila prodotti. Da quest'attività è emersa una quota di irregolarità delle imprese vicina al 12% e sono stati analizzati oltre 9mila prodotti. Di questi poco più di uno su dieci è risultato irregolare. Queste difformità, che non implicano un rischio per la salute, hanno portato a 517 sequestri di alimenti per un controvalore di 181,6 milioni. L'Ispettorato ha anche emesso 543 notizie di reato, elevando 4.547 sanzioni amministrative. Sotto la lente degli ispettori il settore vitivinicolo in un caso su cinque, grassi e olii, prevalentemente olio d'oliva, nel 15% dei casi e lattiero-caseario nel 10 per cento. Seguono i cereali, i prodotti a base di carne, le conserve vegetali e i prodotti ortofrutticoli. Negli alcolici le anomalie più frequenti spaziano dalle etichette irregolari alle difforrnità nella tenuta dei registri o alla produzione e detenzione di lotti di vini senza la relativa documentazione di origine.

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