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"Le griffe dell'alimentare: noi garantiamo la qualità "

fonte il Corriere della sera, C. De Cesare / Sicurezza alimentare

18/11/2009 - Sapevate che la pasta Esselunga è fatta dal gruppo Colussi? E che le cialde Carrefour sono realizzate dallo stesso Vergnano che nella pubblicità in tv dà «lezioni di caffè» a Dustin Offman? Analizzando la filiera dei prodotti a marchio commerciale si scopre anche questo. Se il grande brand infatti si occupa in prima persona della produzione, molto spesso la grande distribuzione dà mandato a fornitori specializzati di realizzare i suoi prodotti. Coop ad esempio per la sua polpa ha scelto Conserve Italia, il gruppo che «è presente (come si legge dal sito Internet) nel settore del pomodoro con i marchi Cirio, Valfrutta, De Rica». «Quando decidiamo cli fare un prodotto spiega Riccardo Bagni, vicepresidente di Coop Italia stabiliamo quali caratteristiche deve avere, la qualità, la sicurezza e poi scegliamo una serie di fornitori che possono fare al caso nostro. Visitiamo i loro stabilimenti, li valutiamo e chi passa l'esame si aggiudica la fornitura. In questo caso abbiamo scelto Conserve Italia». Per realizzare il prodotto a marchio commerciale si studia quello che gli adetti ai lavori chiamano il «capitolato». E la carta di identità del prodotto, che elenca tutte le sue caratteristiche, nutrizionali e non. Il fornitore che si aggiudica la produzione si impegna a rispettare quanto scritto e a consegnare i carichi seguendo quanto stabilito. Stessa cosa succede per Esselunga e la sua pasta prodotta dal gruppo Colussi. il procedimento è lo stesso: l'azienda di Bernardo Caprotti studia il capitolato con il tipo di farina da utilizzre e i tempi di essiccazione da rispettare e il documento che stabilisce le regole viene poi «passato» al fornitore. Una volta arrivati i carichi di pasta, esselunga effettua analisi a campione per verificare che il prodotto corrisponda effettivamente a quanto richiesto. Diverso il discorso per i grandi brand come Mutti e De Cecco. In entrambi i casi, infatti, è l'azienda stessa che segue passo dopo passo l'iter di produzione, rispettivamente della polpa e della pasta. «La materia prima viene controllata sin dall'ingresso. spiega Alessandro Mutti, amministratore delegato lell'azienda che da oltre 100 anni fa solo pomodoro per poi subire molteplici processi di selezione nel corso di tutta la fase di produzione». Se all'arrivo dei pomodori, ad esempio, il carico non è del livello qualitativo richiesto, Mutti li rispedisce al mittente. Giunti sul nastro, i pomodori vengono controllati da selezionatori ottici che, in base al colore, decidono quali andranno a finire nella polpa e quali no. La resa media del pomodoro per polpa Mutti parte dal 19 per arrivare a un massimo del 21%. Cosa significa? Che da 100 chili di pomodori vengono realizzati 19-21 chili di polpa, contro i 66 di Coop. Stessa cosa succede per la pasta. Anche De Cecco valuta la materia prima sin dall'ingresso ed è per questo che l'azienda, una volta arrivati i carichi dei migliori grani al mondo (50% italiani e 50% statunitensi) controlla la qualità della merce. Se non rientra nelle caratteristiche, torna indietro. In questo caso la resa media del grande brand corrisponde a quella del marchio commerciale. Sia De Cecco che Esselunga infatti, scartano il 40% del grano, mentre il 60% diventa semola per la pasta.

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