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"«Igiene e sicurezza degli alimenti vanno intensificati i controlli» "

fonte Gazzetta del mezzogiorno / Sicurezza alimentare

14/12/2009 - Igiene e sicurezza alimentare, che fare? Se ne è parlato presso l’auditorium dell’Assunta in una iniziativa promossa da Comune e Asl. I più penalizzati - è emerso - sono i braccianti agricoli o, se vogliamo, quegli agricoltori figure miste (bracciante-piccolo proprietario) che seguono più da vicino le vicissitudini di una agricoltura ormai allo sbando. I CONTROLLI -Il vigile sanitario Ruggiero Serafini ha messo in evidenza alcuni aspetti del problema: «È necessario che gli agricoltori si iscrivano, registrandosi, presso la Asl per la “tracciabilità del prodotto nella filiera agroalimentare”. Occorre poi essere precisi e meticolosi nella pulizia e nell’uso dell’acqua, nell’uso dei contenitori e di tutto quanto viene usato per la trasformazione dei prodotti. I consumatori pretendono di bere latte genuino prodotto da mucche sane, formaggio, latticini e quant’altro che sia al massimo dell’igiene, e vogliono mangiare i prodotti agricoli – uva – pesche – olive – sedano – trattati con la massima attenzione e massima igiene. I controlli devono avvenire sui banconi dove si vende la merce al cittadino, sul terreno dove si produce e nelle aziende dove si trasforma il prodotto. Il controllo dev’essere fatto nei locali, bar, ristoranti, pizzerie – mer - cati e supermercati. Bisogna impegnarsi sulla verifica delle date di scadenza, sui contenitori che si usano, l’acqua che viene utilizzata, i pozzi dove si scarica, l’igiene della persona e tutto quanto di natura sanitaria e dell’igiene». LA LAVORAZIONE -Ha sottolineato poi Francesco Difeo, del coordinamento cittadino dell’Udc: «Come si può restare impassibili di fronte alla lavorazione dei carciofini che avviene a dir poco nel sudiciume, in tuguri inventati alla bisogna per poi trasportarli in sacchi sporchi e puzzolenti. Dove viene trasportata quella merce ? Chi la trasforma concretamente? Da qui il buon senso che la registrazione presso l’Asl darebbe la possibilità di seguire il prodotto da dove nasce fin dove si vende». E poi: «Lo spandimento delle acque di vegetazione e delle sanse è di competenza dell’igiene pubblica oppure solo perché non rientra, forse, nelle competenze si abbandona il caso all’ambiente e all’ecologia e quindi alla buona volontà di altri? Gli incontri e i dibattiti vanno bene, se portati a conoscenza di tutti in tempo utile e se di conseguenza consentono di tracciare una progettualità di interventi finalizzati a rompere alcune abitudini che vedono alcuni operatori commerciali, agricoli e industriali sorvolare su precise disposizioni che non fanno altro che danneggiare il consumatore. E nella schera dei consumatori ci sono tutti, ma proprio tutti».

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