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"Sulla formazione si cambia"

fonte Italia Oggi / Formazione ed informazione

18/02/2010 - E' ufficialmente salpata la nave della formazione lavoro. Nella serata di ieri, infatti, governo, regioni, province autonome e parti sociali hanno raggiunto a palazzo Chigi l`intesa sulle linee guida che il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, aveva proposto il 15 dicembre scorso. Il percorso ipotizzato dal titolare del dicastero di via Veneto prevede uno stanziamento di 2,5 milioni di euro per il 2010 (1,279 milioni dal Fondo sociale europeo, 600 dai fondi interprofessionali e 650 dal Fondo rotazione), con cui valorizzare la preparazione professionale degli inoccupati, dei disoccupati, dei lavoratori in mobilità e dei cassaintegrati. La gestione dei tirocini formativi sarà prevalentemente in mano alle regioni, il cui ruolo dovrà essere secondo Cgil, Cisl e Uil valorizzato, affinché le competenze acquisite possano essere una leva per incentivare l`assunzione di nuovo personale qualificato, o per favorire il reimpiego dei lavoratori in difficoltà. Un`iniziativa importante, però, è affidata allo stato: il testo ministeriale, infatti, stabilisce l`istituzione di una cabina regia nazionale per una ricognizione del fabbisogno reale di esperienze utili alle imprese, da realizzare con il concorso delle organizzazioni di categoria, degli enti bilaterali, dei consulenti del lavoro e delle agenzie per l`impiego. C`è, poi, un punto molto caro a Sacconi: la formazione dovrà avvenire attraverso un metodo di apprendimento «per competenze» al posto di quello «per discipline separate», o derivante dall`apprendimento sui banchi di scuola; bisognerà, inoltre, rivalutare l`istruzione tecnicoprofessionale con lo sguardo rivolto alla possibilità di fare entrare prima possibile i giovani nel mercato del lavoro. Un`altra strada da percorrere riguarderà l`inserimento del personale inoccupato in tirocini, corsi di istruzione e formazione tecnico-superiore, ma ancheattraverso il ricorso ai contratti di apprendistato (il ministero intende rivalutare questo strumento, ingiustamente messo in soffitta da alcuni anni), privilegiando la via dell`apprendimento direttamente all`interno dell`azienda. Il progetto stabilisce anche l`avvio di percorsi di qualificazione a beneficio degli adulti attraverso accordi per il rientro anticipato dei cassaintegrati, con programmi di preparazione nei luoghi produttivi di beni o servizi anche se inattivi, o nei centri di formazione professionale, con l`impiego come «tutor» e riproponendo i contratti di inserimento per gli over 50. Altro tassello su cui le parti sociali hanno, però, espresso delle perplessità è l`accreditamento su base regionale di speciali «valutatori» indipendenti, in grado di certificare le effettive competenze che i lavoratori hanno potuto acquisire. Il ventaglio di abilità del personale che ha seguito dei corsi di specializzazione figurerà nel libretto formativo (un`opportunità nata grazie al decreto legislativo 276 del 2003, ma che è stata ben poco sfruttata nel corso degli anni, soprattutto nel Sud Italia), che dovrebbe essere determinante per la ricerca di nuova occupazione, o per indurre le aziende a non rinunciare, malgrado la crisi, alla propria forza lavoro.

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